La storia moderna è scandita, iconicamente, da immagini che raccontano i più crudi dettagli della brutalità umana: foto di guerra, genocidi, distruzioni, testimoniano quanto succede nella vita reale, contribuendo alla costruzione della memoria collettiva. I più importanti temi sociali e politici sono, in questo senso, scanditi dal susseguirsi di fotografie nelle quali i minori occupano sempre più il ruolo di protagonisti.
Nel 2015 la fotografia di Alan Kurdi, siriano di tre anni rinvenuto su una spiaggia turca, è diventata simbolo della crisi europea dei migranti. Nella sua crudezza, lo scatto ha riformulato la rappresentazione iconografica dell’immigrazione, mostrando le conseguenze più drammatiche del viaggio migratorio via mare. Un ulteriore esempio, più recente, è la foto scattata nel 2019 durante il salvataggio di un neonato ritrovato in acqua ancora in vita, a Ceuta, quando migliaia di migranti hanno provato a raggiungere la costa spagnola partendo dal Marocco. Immagini simili, realizzate nel novembre dello stesso anno, sono state raccolte durante il salvataggio, a Lampedusa, di 140 migranti tra i quali una neonata eritrea recuperata dalla Guardia Costiera. Qualche anno prima, nel 2017, un frame fotografico estratto da un video ha tentato di testimoniare la drammaticità dei bombardamenti di Aleppo, in Siria. Soggetto dell’immagine è un bambino siriano, scalzo, coperto di cenere e in un evidente stato catatonico, seduto sul sedile di un’autoambulanza. Tuttavia, non sempre le fotografie riproducono immagini di bambini ancora in vita. Ne è un esempio lo scatto del giugno 2019 che ritrae i due corpi di un adulto e di una bambina, riversi in un canale mentre tentavano di attraversare il confine tra Messico e Stati Uniti, eludendo il muro che ne limita il passaggio.
Le fotografie che hanno segnato, in questo senso, il 2021 sono state scattate in Afghanistan, da agosto sotto l’oppressione del regime talebano. Due immagini sono diventate, ognuna a modo loro, iconografiche: la prima ritrae il diplomatico italiano Tommaso Claudi mentre solleva un bambino afghano al di sopra del muro che separa la città dall’aeroporto, salvandolo dalla calca di persone e dal rischio di rimanere bloccato a Kabul. Nella seconda fotografia ricorrono gli stessi elementi, ovvero un muro accuratamente rivestito da filo spinato, la calca, un bambino. In questo caso, il soggetto è poco più che un neonato, e viene spinto verso l’estremità del muro da un uomo; lo tira verso di sé un militare statunitense, a sua volta sorretto da altri colleghi.
Minori e fotografie: riferimenti deontologici in Italia
La fotografia permette di imprimere nella memoria collettiva gli eventi, fungendo da monito tra passato, presente e futuro. Nella realtà mediata, online o su carta stampata, il valore dell’immagine fotografica è data dalla sua intrinseca capacità di informare il pubblico. Talvolta, come è il caso delle fotografie legate all’immigrazione, le immagini si caricano di significato politico e tentano di sensibilizzare il pubblico sul fenomeno confermando o smentendo, attraverso una fotografia, una determinata posizione politica. Ma il confine tra diritto di cronaca, in Italia sancito dall’articolo 21 della Costituzione, e il diritto alla privacy, in questo caso dei minori, è assai labile. Quando è necessario mostrare le foto dei minori in circostanze drammatiche? Quante hanno un valore informativo e quante, invece, ledono la dignità dell’individuo?
In Italia i riferimenti deontologici nell’ambito giornalistico, entrambi parte del Testo Unico dei doveri del giornalista dal 2016, sono:
- Il Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti, ovvero la Carta di Roma, redatta e siglata nel 2008 dalla Federazione Nazionale della Stampa e dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti.
- La Carta di Treviso, firmata nel 1990 dall’Ordine dei giornalisti, FNSI e Telefono Azzurro per disciplinare il rapporto tra infanzia e corretta informazione; il protocollo tenta di riprendere i principali punti della convenzione Onu del 1989.
Sia la Carta di Roma che quella di Treviso sottolineano la necessità di divulgare informazioni considerando, anzitutto, l’interesse del minore coinvolto. Il settimo punto della Carta di Treviso stabilisce chiaramente che “nel caso di minori malati, feriti, svantaggiati o in difficoltà occorre porre particolare attenzione e sensibilità nella diffusione delle immagini e delle vicende al fine di evitare che, in nome di un sentimento pietoso, si arrivi ad un sensazionalismo che finisce per divenire sfruttamento della persona”. Allo stesso modo, la Carta di Roma raccomanda una particolare attenzione nel fotografare richiedenti asilo, rifugiati, vittime di tratta e migranti laddove la loro identificazione può scaturire ritorsioni contro loro stessi o i propri familiari. L’anonimato deve essere sempre garantito anche secondo la Carta di Treviso che specifica: “va altresì evitata la pubblicazione di tutti gli elementi che possano con facilità portare alla sua identificazione […] foto e filmati televisivi non schermati, messaggi e immagini on-line che possano contribuire alla sua individuazione”.
Sebbene la deontologia sia chiara sui presupposti di creazione dell’informazione, restano ancora irrisolti i dubbi sugli effettivi criteri che rendono un’immagine drammatica realmente informativa. È infatti in un fenomeno complesso che unisce storia e politica che si inserisce la soggettività del minore protagonista della fotografia; il soggetto non descrive più solo la propria condizione ma quella dell’intero contesto, permettendo al pubblico di inquadrare la portata di un fenomeno. La scelta di pubblicare una fotografia viene tarata su princìpi deontologici ma, sopratutto, su una riflessione etica che comporta una responsabilità sia verso chi è rappresentato, sia verso l’ emergenza che rappresenta. Il rischio, altrimenti, come diceva Susan Sontag in Davanti al dolore degli altri è che “così come è possibile assuefarsi all’orrore nella vita reale, ci si può abituare all’ orrore di certe immagini”.
Giada Stallone
(4 gennaio 2022)
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