Guerra in Ucraina: Reflection da Venezia78

Con il film Reflection – Vidblysk – il regista Valentyn Vasyanovych, già vincitore della sezione Orizzonti della 76 Mostra del Cinema di Venezia (2019) con Atlantis, torna a proporre il tema della guerra in Ucraina sugli schermi del Lido.

Padre e figlia

Guerra in Ucraina: dalla realtà alla finzione e ritorno

Questa volta nel concorso ufficiale, Vasyanovych, racconta la storia di Serhiy, medico di guerra, che in seguito ad un’imboscata viene fatto prigioniero dalle forze militari russe, siamo nel 2015. Lo stato di prigioniero “privilegiato” rende il protagonista primo spettatore delle torture alle quali i militari ucraini vengono sottoposti. Le immagini crude trasmettono una violenza inaudita di fronte alla quale, tanto il protagonista, quanto lo spettatore, rimangono impotenti.

Guerra in Ucraina: qualcosa di altrove?

Il titolo, Riflesso, nasce dalla volontà di porre l’attenzione su come la guerra, seppur così vicina, venga percepita dalla società come qualcosa di altrove. Mentre a poche centinaia di chilometri gli adulti muoiono sotto i colpi dei proiettili, nella capitale i bambini festeggiano un compleanno giocando a paintball, facendo della guerra un gioco di colori che si stampano sui vetri che li separano dai loro genitori.
Il tema del riflesso del vetro viene riproposto più avanti nel film quando Serhiy, rilasciato in seguito ad uno scambio di prigionieri, torna nel conforto del proprio salotto, all’apparente serenità della scelta del disco da ascoltare sul proprio giradischi. Il regista propone la scena con inquadratura fissa, esasperando oltre modo i dettagli della minuziosità con cui il protagonista mette in funzione l’apparecchio. Sullo sfondo le luci della città attraverso le ampie finestre. La musica parte, riempendo la stanza. Finalmente la quiete. Dura pochi istanti, interrotta dal colpo improvviso di un uccello che si schianta sul vetro.

bambini a una festa

Guerra in Ucraina: impotenza rispetta alla morte

La morte che bussa alla porta della serenità, imprimendo il proprio segno indelebile, di fronte al quale l’uomo è impotente. L’ombra dell’uccello è impressa in un punto del vetro che il protagonista non riesce a raggiungere, a lavar via. Per la seconda volta nel film Serhiy si trova a guardare la morte negli occhi senza poter fare nulla.

Prima la guerra era solo più circoscritta

In considerazione delle recenti vicende che riguardano l’Ucraina, non si può non considerare come oggi su quei vetri non si schiantino uccelli, ma bombe che piovono dal cielo.
O come il drone che nel film ha la valenza di gioco, di gioia sotto forma di regalo che il padre porta alla figlia caduta da cavallo, mentre oggi il drone è strumento di morte.
Reflection “È anche una storia sulle responsabilità degli adulti nei confronti delle persone amate, di sé stessi e del modo in cui esprimono il proprio potenziale” con queste parole il regista presentava il film a Venezia. Quella stessa responsabilità che ognuno di noi, spettatore, ha nei confronti della storia.

Rocco  Ricciardelli
(13marzo2022)

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