“Le Mostre non si producono dentro a una bolla chiusa rispetto alla realtà contemporanea“ ha dichiarato Alberto Barbera, direttore della Mostra del Cinema di Venezia, presentando la 79 edizione, che coincide con i 90 anni del più antico festival di cinema, che si svolge al Lido di Venezia dal 31 agosto al 10 settembre 2022.
79 Mostra del Cinema di Venezia: Ucraina capire e non dimenticare
Infatti Fuori Concorso al Lido di Venezia sono diverse le pellicole che prendono spunto dalla realtà circostante a partire dalla guerra in Ucraina raccontata in Freedom on fire: Ukraine’s Fight for Freedom del regista ucraino Evgeny Afineevsky, un instant movie della guerra iniziata in Ucraina a febbraio, in seguito all’invasione russa. La coproduzione ucraina, inglese e americana è la stessa che aveva filmato le rivolte di piazza Maidan a cavallo fra la fine del 2013 e il 2014 raccontate, sempre da Evgeny Afineevsky, in Winter of fire. Il film fu presentato al Lido nel 2015 e ottenne la nomination agli Oscar come miglior documentario.
Sergei Loznitsa, altro celebre regista ucraino soprattutto di documentari, con Il processo di Kiev ripercorre il processo, avvenuto nel 1946 in Unione Sovietica, contro le atrocità compiute durante la seconda Guerra Mondiale dai nazisti tedeschi e dai loro collaboratori in Ucraina. “Quando ho iniziato questo progetto, nella primavera del 2021, non avrei potuto immaginare, neppure nel mio incubo peggiore, che l’Ucraina sarebbe diventata nuovamente un campo di battaglia e che civili innocenti sarebbero stati ancora sottoposti a brutali violenze” ha dichiarato Loznitsa.
All’Ucraina è dedicata una sezione dell’iniziativa Cineasti sotto attacco che si svolgerà il 3 settembre a partire dalle 15.30 nel palazzo del Casinò, al Lido di Venezia. L’ICFR, Coalizione Internazionale per i Registi a Rischio ha previsto di realizzare un fondo per i registi ucraini.
Mentre la Biennale di Venezia ha indetto un Ukrainian Day, giovedì 8 settembre dalle 10 alle 13, con inziatinve volte a sostenere gli artisti ucraini e per manifestare solidarietà all’Ucraina. Gli incontri avverranno al Venice Production Bridge del Hotel Excelsior al Lido di Venezia. Parteciperanno personalità ucraine delle istituzioni, della cultura, del cinema, dell’arte.
79 Mostra del Cinema di Venezia: flash-mob per i registi in prigione
Tra gli altri obiettivi dell’incontro Cineasti sotto attacco del 3 settembre c’è quello di informare sugli autori che sono in prigione o perseguitati, ragionare su quali azioni a livello internazionale possano essere intraprese per loro. Tra i paesi attenzionati l’Iran e i casi dei cineasti Mohammad Rasoulof, Mostafa Aleahmad e di Jafar Panahi ultimo arrestato in ordine di tempo, già Leone d’oro a Venezia nel 2000 con Il Cerchio. Panahi è in Concorso al Lido il 9 settembre, con Gli orsi non esistono realizzato in clandestinità poiché non gli è consentito girare film nel suo paese. E proprio il 9, alle 16.45, prima della proiezione del film di Panahi, è previsto un flash-mob sul red carpet del Palazzo del Cinema al quale sono invitati cineasti, artisti, personalità per sensibilizzare sulla situazione di Panahi e di tutti i registi imprigionati nel mondo.
79 Mostra del Cinema di Venezia: in Concorso tra le mura domestiche
E se tra le ventitre pellicole in Concorso al Lido c’è una prevalenza di film europei e americani, intimisti, dove si raccontano e analizzano le dinamiche famigliari, il ruolo dell’essere madre, dell’essere figlia, la ricerca della propria identità, non mancano opere che “sono finestre aperte sul mondo dove assistiamo a cose che non vorremmo vedere” spiega il direttore della Mostra Alberto Barbera.
In Concorso dall’Iran oltre a Panahi anche Vahid Jalilvand che in Oltre il muro racconta l’incontro fra un aspirante suicida e una donna che ha perso il suo bambino perché fermata durante una manifestazione operaia. “Mi sono chiesto come possiamo dare a un pubblico colpito da disgrazie e crudeltà la speranza di rialzarsi, respirare e vivere di nuovo”. Pensiero che lo accomuna con Santiago Mitre che al di là dell’oceano ha realizzato Argentina, 1985. Il film narra la storia dei procuratori Julio Strassera e Luis Moreno Ocampo che, a metà degli anni ‘80, indagarono i principali responsabili dei crimini compiuti dal potere durante la dittatura argentina
Contro un altro tipo di crimine combatte l’artista e attivista internazionale Nan Goldine in All the Beauty and the Bloodshed: ottenere il riconoscimento delle responsabilità della famiglia Sackler, proprietaria miliardaria della casa farmaceutica Purdue Pharma, per le morti di overdose da farmaco.
In Europa invece, le battaglie le combatte la giovane popolazione immigrata delle banlieue in Athena una “tragedia” di Roman Gravas.
79 Mostra del Cinema di Venezia: Fuori concorso spazio alla realtà
La realtà circostante emerge preponderante in molti dei film e soprattutto nei documentari della sezione Fuori Concorso.
Nel film When the wave are gone il Leone d’oro 2016 Lav Diaz si domanda “cosa succeda quando un’istituzione, che ha il compito di proteggere la cittadinanza e assicurare che vengano rispettate le leggi emanate da uno stato, diventa responsabile di violazioni dei diritti umani”
Di diritti parlano anche Christopher Sharp, Moses Bwayo nel loro documentario Bobi Wine: Ghetto President dove raccontano come Bobi sia diventato una delle più amate star musicali dell’Uganda e di come sia arrivato in Parlamento con l’obiettivo di difendere i diritti della gente del ghetto, contro un regime che gestiva il potere da trentacinque anni.
The Matchmaker è Tooba Gondal, una jihadista britannica diventata famosa per la sua azione di procacciatrice di donne occidentali per gli uomini dell’Isis, da cui il nome del documentario di Benedetta Argenteri. La regista ha rintracciato la Gondal alla quale ha fatto un’intervista in esclusiva, “raccontare Tooba, nella sua complessità, ha voluto dire descrivere il ruolo centrale delle donne nello Stato islamico” con l’intento di “cogliere le sfumature”.
Susciterà dibattito Nuclear, l’ultima opera di Oliver Stone, al Lido Fuori Concorso. Il regista statunitense nel suo documentario rivaluta il nucleare come alternativa al petrolio. Gli fa da contraltare nella stessa sezione Compassionate Spy di Steve James: la storia vera di un giovane fisico, Ted Hall, fra i partecipanti al progetto che doveva realizzare la bomba atomica americana prima dei tedeschi. É il1944 e la seconda guerra mondiale sta per concludersi. Hall decide di condividere con l’Unione Sovietica i risultati ottenuti affinché la bomba non sia patrimonio esclusivo degli Stati Uniti.
E infine In viaggio dove Gianfranco Rosi, Leone d’oro nel 2013 con Sacro GRA, vincitore dell’Orso d’oro, nel 2016, al Festival di Berlino con Fuocoammare, per il quale è stato candidato all’Oscar al miglior documentario, ha ripercorso i viaggi fatti da papa Francesco. Rosi ha visionato e scelto fra la documentazione che li testimonia e ha optato per una chiave interpretativa che mescola le immagini dei viaggi del pontefice, poco meno di quaranta in nove anni, con quelle dei suoi film e con immagini di archivio. L’obiettivo spiega Rosi “è il ritratto di un uomo che ci fa guardare oltre e riflettere su temi universali”.
Nicoletta del Pesco
(30 agosto 2022)
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