“La scrittura non va in esilio”: la premiazione del Centro Astalli

Giovedì 20 ottobre si è tenuta a Roma, presso l’Auditorium del Massimo, l’evento “La scrittura non va in esilio” nel quale c’é stata la premiazione dei concorsi letterari indetti dal Centro Astalli per l’anno 2021-2022.
“La scrittura non va in esilio”, “Scriviamo a colori”, “Versi diversi – La poetica della pluralità”, hanno partecipato le ragazze ed i ragazzi delle scuole secondarie di primo e di secondo grado di numerose città italiane.
Con l’obiettivo di stimolare la scrittura creativa, i concorsi promossi dal Centro Astalli si propongono di sensibilizzare gli studenti su tematiche quali il diritto di asilo, l’immigrazione, il dialogo interreligioso, la società interculturale.

L’evento

In una sala gremita, di giovani e meno giovani, ha avuto luogo la premiazione. Circa 1000 gli studenti, molti, gli ospiti presenti: Padre Camillo Ripamonti, Presidente del Centro Astalli, Padre Nicola Bordogna, Rettore Istituto Massimiliano Massimo, Marino Sinibaldi, Presidente Cepell – Centro per il libro e la lettura del MiC, Melania Mazzucco, scrittrice, Jhumpa Lahiri, scrittrice, Antonella Attili, attrice, Awa Fall, cantante, Mohamed Keita, fotografo, Andy Diaz, atleta olimpionico, Claudio Donatelli, preparatore atletico della nazionale italiana di calcio, Sonny Olumati, ballerino e scrittore. A coordinare l’evento Giovanni Anversa, giornalista Rai.
Musica, letteratura, brevi performance teatrali, hanno accompagnato la premiazione dei  vincitori:
per “La scrittura non va esilio”, indirizzato agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, il vincitore è stato Ernesto Mascioli con il racconto “Cinque Voci”;
per “Scriviamo a colori”, rivolto agli alunni delle scuole secondarie di primo grado, al primo posto si è classificata Caterina Falcone con “L’ingrediente segreto”;
per “Versi diversi – la poetica della pluralità” la vincitrice è stata la poesia “Addio terra madre” di Daria Stigliani, frequentante la scuola secondaria di primo grado.

I vincitori ed i loro elaborati

Cinque Voci è il racconto di una famiglia costituita da cinque persone, che al momento dello scoppio della guerra in Ucraina sono state costrette a fuggire dal loro Paese. La storia è descritta da più punti di vista, ogni capitolo è dedicato, infatti, ad uno dei personaggi, i quali parlano in una data e da un luogo diverso. Ciò che li accumuna è la paura: la paura per il padre, ormai lontano e costretto alle armi, la paura per il proprio Paese, sconvolto dal conflitto, e la paura nei confronti del nuovo Paese che li ospiterà, luogo del tutto sconosciuto” – spiega Ernesto Mascioli che continua affermando “questo concorso mi ha permesso di riflettere davvero su quello che sta succedendo nel mondo. Per giunta è stato un modo per mettermi alla prova e per cimentarmi nella scrittura, non sapevo di esserne in grado. Il premio è quindi una piacevole sorpresa. Io volevo solo fare in modo che tutti i lettori potessero avvicinarci a chi vive la guerra, per sviluppare empatia, per me fondamentale”.
Caterina Falcone ci racconta “L’ingrediente segreto”: “una ragazza con la passione per la cucina si trasferisce in Italia, dove cerca di fare della sua passione il suo lavoro. L’ingrediente segreto della giovane è l’amore per la sua terra d’origine, un amore che trasferisce nei piatti che crea attraverso il rispetto delle tradizioni culinarie del suo luogo nativo. Serve amore per fare dei sogni realtà, questa è la storia. A prescindere dalla nostra provenienza, con amore ed impegno si può raggiungere ogni obiettivo
Infine, Daria Stigliani parla del suo elaborato, si tratta di una poesia, titolo? “Addio terra madre”. “Si inizia con una lettera che scrive la Madre terra a uno dei tanti profughi, ad essa seguono altre lettere: quella di risposta del figlio e una conclusiva della stessa Madre. Rabbia, paura, speranza sono i sentimenti di cui si struttura il testo. I viaggi di coloro che scappano dalla loro patria hanno queste emozioni: speranza per un nuovo inizio ma anche rabbia e paura legate al fatto di lasciare la propria casa. Volevo trasmettere l’idea che spesso la partenza di queste persone è una scelta forzata, molti preferirebbero rimanere nelle loro case, considerando anche la forte discriminazione a cui spesso sono soggetti nel luogo di arrivo.  Così, infatti, il verso iniziale: “Scappa – urla la testa e il cuore sussurra resta”, l’urlo della ragione legato alla speranza di poter vivere è più forte del desiderio di voler rimanere; proprio per questo dovremmo avere forte rispetto nei confronti di coloro che per non soccombere alla morte cercano vita altrove”.

Contributi che, per la loro forte sensibilità e capacità critica, ricordano non solo la bellezza dello scrivere ma anche la cura che già i giovani, spesso considerati indifferenti, hanno per ogni altro.

Cleofe Nisi
(20 ottobre 2022)

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