MedFilm Fest: Burcu Iena e Omar Neffati della Giuria Piuculture

Burcu Iena

Burcu è arrivata in Italia tre anni fa. È nata e cresciuta nella città più importante della Turchia, Istanbul, dove si è laureata in Ingegneria Civile. Oggi vive vicino Roma con il marito e lavora come mediatrice linguistica. Il suo legame con il cinema ha origini lontane e quando ne parla il suo entusiasmo è contagioso.

“Amo il cinema e ricordo che ci sono andata fin da piccola, con la mia famiglia. Da grande, quando frequentavo l’università, riuscivo a vedere estasiata fino a 30 film durante il mese dell’Istanbul Film Festival. Mia sorella poi lavorava proprio nel campo della produzione cinematografica ed ho avuto quindi l’occasione di conoscere parecchie persone che operano in questo settore.”

Del cinema, e della sua funzione, ha un’idea molto chiara. “Penso che il cinema, fra tutte le arti, sia quella più efficace nel raggiungere le persone. L’empatia e l’immedesimazione con i personaggi è fulminea, facendoci trovare subito coinvolti emotivamente. In questo senso non ho un genere preferito, quello che conta è che la qualità sia alta.”

Nel valutare un film per me la cosa più importante è il funzionamento della sceneggiatura perché è questo che mi porta, o meno, a sentirmi dentro ad un film. A volte ci si focalizza troppo sulla tematica di una pellicola, mentre io quando giudico un film cerco piuttosto di apprezzare la qualità e l’abilità con cui un qualsiasi argomento viene trattato.

Un secondo punto fondamentale è la colonna sonora. La magia avviene quando non la percepisci più, perché vuol dire che si è abbinata perfettamente alle immagini e tu sei preso dal film.”

“Io vengo dalla Turchia, un paese che vive sul sponde del Mediterraneo. Fino a poco tempo fa per me questo mare sul quale sono cresciuta era associato esclusivamente al sole, alla spiaggia, ed al divertimento. Invece oggi purtroppo sempre più spesso lo sento connesso ai problemi e alle tragedie della migrazione. Non conoscevo prima il MedFilm Festival. Dovrebbe esserci più pubblicità per un festival così importante perché il cinema può unirci tutti trattando i temi che ci accomunano. Una rassegna così può diventare una porta sul Mediterraneo per i paesi europei”

 

Omar Neffati

Omar è nato a Tunisi ventisette anni fa, ma tutti i suoi ricordi d’infanzia sono legati a Sutri, in Italia. Dopo aver studiato Scienze Umane al Liceo, si laurea in Relazioni Internazionali e si impegna nelle tante battaglie sul tema della cittadinanza di questi ultimi anni. Ad oggi è il portavoce del movimento Italiani senza Cittadinanza che comprende i troppi figli e figlie di stranieri che, seppur cresciuti in Italia, sono privati della cittadinanza.

“Associo la parola Mediterraneo all’incontro tra civiltà, la associo alla nostra storia. Associo questo mare a me stesso, perché tra i due mondi da cui vengo c’è proprio questo: il Mediterraneo. É stato la culla di tutti noi, ci ha plasmato e continua a farlo e nella sua profondità continua a mostrare le opportunità d’incontro che esistono” spiega,

“Per me il cinema è sempre stato il mezzo con cui ho potuto viaggiare e conoscere altri luoghi, altri mondi ed altre storie, pur rimanendo apparentemente fermo. Ma anche se ero fermo, il mio animo era in moto tra i personaggi sullo schermo.”

Il Neorealismo italiano ed i suoi grandi interpreti hanno un posto speciale per Omar. “Amo tantissimo Anna Magnani. La sua espressività e capacità riassumono il potere che il nostro cinema ha avuto, ed ha ancora, di raccontare storie e vissuti. Ripensando a tutti i grandi film italiani che hanno fatto la storia del cinema internazionale mi colpisce sempre la capacità ad b di raccontare, di raccontarsi e di bucare lo schermo

Il MedFilm Festival, con la sua proposta di film in lingua originale, ma sottotitolati, ha regalato un’emozione in più ad Omar. “Trovo bellissimo poter guardare dei film ed ascoltare dei dialoghi che a me suonano quasi domestici, con un linguaggio a me famigliare. È straordinario che ci sia un festival così a Roma, mi ha veramente stupito. Non lo conoscevo e diventerà una delle mie mete preferite. Sono convinto che sia anche a partire da eventi come questo che possa nascere una società migliore, perché la diffusione della cultura porta a costruire nuovi ponti e l’incontro tra i popoli avviene anche in questo modo.”

Paolo Pirani
(7 Novembre 2020)

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