Banglatown: testimonianze di un quartiere in “isolamento”

“Sono arrivato in questo quartiere quando avevo quattro anni. Sono cresciuto, ho costruito la mia famiglia ed un lavoro”. Queste sono le parole di Ahmed, originario di Tangail, in Bangladesh che oggi è proprietario di un internet point nel quartiere romano comunemente riconosciuto come Banglatown. Nella capitale romana ci sono molte persone che provengono dal Bangladesh e la grande concentrazione di queste presenze ha portato la zona del quartiere di Tor Pignattara – Marranella, ad essere chiamata Banglatown.

Banglatown: le testimonianze

Via della Maranella è il cuore pulsante del quartiere. Nella strada ci sono molti alimentari, ristoranti e bar. I punti vendita sono affollati, con scritte che non sono in italiano ma molto spesso in bangladese. In un bar lavora Hamid: “Vivo nel quartiere e da quando ho 16 anni sono dipendente qui. Il nostro bar – ma in realtà tutta la zona è frequentata da miei connazionali e per questo preparo panini o piatti con ingredienti della nostra tradizione o più vicini a noi”. Indicando il bancone infatti, Hamid presenta cibi a base di riso, curry, patate e uova.
Proseguendo la via, in un negozio di alimentari lavora Muhammad: “Siamo tutti tra noi qui, sono poche le persone che vengono da fuori e raramente ci spostiamo troppo” ha affermato. Muhammad si occupa della cassa all’interno di un piccolo punto vendita di prodotti che sono per lo più bangladesi.

Banglatown: la storia del quartiere

L’area di Banglatown è stata soggetta a numerose analisi inclusa quella intitolata “Pigneto-Banglatown” del professor Francesco Pompeo. La forte concentrazione di bangladesi – secondo la ricerca – è stata possibile grazie ai network migratori chiamati “catene migratorie familiari” che hanno coinvolto parenti e conoscenti. Questo territorio infatti si presenta con due velocità, cioè una componente italiana demograficamente declinante alla quale si contrappone un’altra straniera in espansione. Francesco Pompeo ha messo in luce come dagli anni 70’- 80’ ad oggi il quartiere sia cambiato. A partire dal 2008 però, i probashi – termine con cui sono chiamati in Bangladesh gli emigrati oltremare – sono stati vittime e non autori di aggressioni e violenze, da parte italiani che li hanno derubati. Nel 2009 si è raggiunto il picco degli atti di razzismo, ed ancora oggi sono presenti, a danno di negozi, alimentari, bar e phone center della zona gestiti da bengalesi. A confermare questi episodi è Asif che racconta: “In quegli anni era stato coinvolto il padre di un mio amico che aveva una piccola ferramenta. Le vetrine del negozio erano state rotte. Sinceramente ora non è che la situazione sia migliorata: ancora oggi si sentono delle violenze tra italiani e gente del quartiere, ci sono abituato”.

Comunità bangladese: alcuni dati

A partire da Via della Marranella, il quartiere riflette un’elevata propensione della comunità per le attività commerciali come alimentari, piccole ferramenta, internet point. Questo andamento si verifica non solo a livello locale, ma anche sul piano nazionale. In Italia oltre il 54% è impegnato in attività commerciali mentre quasi il 30% nell’industria. Servizi, trasporti e agricoltura registrano invece, una minore affluenza. Nel 2020 risultava occupato il 58,3% della popolazione bangladese di 15-64 anni presente in Italia, con un andamento tendenziale negativo rispetto all’anno precedente lievemente più contenuto di quello registrato sul complesso della popolazione non comunitaria: -3,1%, a fronte del -3,5%. Il rapporto svela come il tasso di inattività della comunità cresce dell’1,7% rispetto al 2019, risultando pari a 34,3%, mentre il tasso di disoccupazione si attesta sull’11,2%, con un incremento del 2,3% rispetto all’anno precedente.

All’interno della comunità esiste un netto divario tra il tasso di occupazione maschile (82,2%) e quello femminile (5,2%) e queste differenze si sono accentuate ancora di più durante la pandemia. Un andamento che viene confermato dalle dinamiche del quartiere Banglatown: sono poche infatti le donne che si trovano a lavorare nelle attività dei dintorni di Via della Marranella.

Roma è una delle città multiculturali per eccellenza ed i quartieri come quello di Torpignattara sono gemme ai quali occorre prestare maggiore attenzione e riguardo. Uno sguardo vicino a quelle zone che sono parte integrante della città stessa.

Giulia Fuselli
(21 dicembre 2022)

 

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