Guerra russo-ucraina: l’impatto sull’informazione

La guerra russo-ucraina e la conseguente crisi internazionale da essa scaturita, hanno preso il primo posto all’interno dello scenario del 2022. Secondo il rapporto dell’associazione Carta di RomaNotizie ai margini, dallo scorso anno, le migrazioni sono tornate a fare capolino nell’agenda politica e direttamente nelle case dei cittadini d’Italia e del mondo. Nel territorio nazionale, l’opinione pubblica ha seguito con i propri occhi cosa vuol dire abbandonare il proprio paese a causa di un conflitto che trascende dall’interesse dei civili. Lasciare la propria quotidianità, il lavoro, la casa, gli amici e i parenti per sopravvivere e costruirsi una nuova vita.

Una diversa narrazione mediale

La narrazione messa in atto dai media italiani ha portato con sé un senso di solidarietà senza eguali. Uno spirito di accoglienza e benevolenza che mai si era fatto sentire per i migranti che provenivano da paesi diversi dall’Ucraina. Lo vediamo nel quotidiano accendendo la tv, la radio o nei cellulari: è possibile notare una differenza di trattamento rispetto alle questioni che riguardano il conflitto russo-ucraino rispetto alle altre – altrettanto importanti – che si palesano.

Dall’inizio del conflitto vi sono streaming in tempo reale che danno aggiornamenti 24 ore su 24 della situazione in Ucraina. E’ il caso di Sky TG 24 o di Virgilio Notizie, in cui è possibile collegarsi in qualunque momento con una risoluzione di alta qualità.

Screenshot Skytg24
Screenshot Virgilio

Allo stesso tempo, per gli altri conflitti, gli altri casi di “notizia” quali la situazione in Iran – con la questione delle proteste violente – o del Brasile – per il colpo di stato organizzato da Bolsonaro – i media e le agenzie stampa come Adnkronos, Ansa, seguono le vicende ma sembrano essere meno assidue rispetto alle questioni ucraine.

Un esempio concreto

Si prende ad esempio il quotidiano “La Repubblica”: le notizie in merito al conflitto voluto dal Cremlino balzano già nella prima pagina.

Screenshot La Repubblica

Facendo una ricerca più approfondita, cercando Iran come tema chiave si nota come le news siano molto più scarne e più brevi rispetto alle prime. Anche rispetto agli argomenti trattati sulla questione iraniana, si nota la scelta editoriale di riportare le informazioni principali, senza aggiunte particolari, dichiarazioni che arricchiscono, etc. Questa è un’ulteriore differenza rispetto l’Ucraina, dove invece si è scelto di riportare anche la più piccola questione o il dettaglio. Ciò fa in modo che nella mente di chi legge si costruisca un’empatia, un pathos verso gli ucraini senza precedenti.

Comparando il conflitto voluto dal Cremlino e la situazione in Iran, il sito del Corriere della Sera è impostato come Repubblica. Oltre gli aggiornamenti in tempo reale sull’andamento del conflitto, il caso ucraino compare sui temi caldi della giornata situati in prima pagina del giornale.

Screenshot Correre della Sera

Gli articoli sulla guerra russo-ucraina sono ben evidenziati in primo piano come si può notare nell’immagine sotto:

Screenshot Correre della Sera

I riferimenti sulle rivolte in Iran sono assenti in prima pagina, così come gli aggiornamenti in tempo reale.

In psicologia lo si può definire come “sindrome dell’assedio”: gli ucraini sono concepiti con una cultura, una realtà, sì diversa da quella italiana, ma in certo senso più vicina di molte altre. Inoltre subentra anche l’aspetto economico: secondo l’Associazione Carta di Roma, le conseguenze del conflitto russo ucraino si riflettono sul quotidiano di ciascuno – già a partire con il caro bollette – ed è per questo che anche i media fanno la loro parte concentrandosi maggiormente sul conflitto voluto da Mosca piuttosto che sugli altri.

Giulia Fuselli
(17 gennaio 2023)

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