Umanità sparita dal Mediterraneo: 10 anni di operazioni in mare

Cosa è successo nel Mediterraneo negli ultimi dieci anni? Se si guarda alle operazioni navali messe in atto dall’Italia e dall’Europa la risposta è chiara: l’umanità è sparita dal nostro mare, ma i migranti hanno continuato ad attraversare le acque che dividono l’Africa dall’Europa.

Nel frattempo la rotta del Mediterraneo centrale conta quasi 21.000 morti in meno di dieci anni con un nuovo picco negli ultimi tre mesi: secondo i dati forniti dall’OIM, Organizzazione Mondiale per le Migrazioni, 441 migranti hanno perso la vita nel primo trimestre del 2023, il numero più alto registrato dal 2017.

Dieci anni di operazioni nel Mediterraneo

D’altronde l’operazione Mare Nostrum, l’unica con lo scopo manifesto di salvare vite umane, è nata proprio all’indomani del naufragio del 3 ottobre 2013 per dare una risposta concreta ai 368 migranti morti in mare.

Ma dieci anni dopo la tragedia di Cutro, con 94 persone scomparse, ha dato vita all’ennesimo Decreto Legge approvato in nome della sicurezza.

Due eventi simili, risposte diverse: e in effetti dal 2013 ad oggi gli scopi umanitari sono del tutto scomparsi dalle operazioni italiane e mai apparsi in quelle europee.

Il report sul tema redatto dal Senato ad aprile 2023 offre un ottimo spunto per una carrellata delle finalità che hanno mosso e muovono le azioni in mare:

    • Mare nostrum (italiana): garantire la salvaguardia della vita in mare e assicurare alla giustizia i trafficanti di esseri umani;
    • Mare Sicuro, ribattezzata Mediterraneo Sicuro (italiana): assicurare presenza, sorveglianza e sicurezza marittima;
    • Triton (europea): tutelare i confini europei, con profili umanitari meramente eventuali;
    • Themis (europea): intercettare le nuove rotte delle migrazioni;
    • Sophia (europea): contrastare i trafficanti;
    • Irini (europea): contribuire alla pacificazione della Libia.

La scomparsa della salvaguardia delle vite umane

In occasione dell’avvio dell’operazione Triton, a ottobre 2014, l’allora commissaria UE per gli affari interni Cecilia Malmström, in riferimento all’Italia, sottolinea:

“Con la sua operazione Mare Nostrum, l’Italia ha svolto un lavoro formidabile nell’assistere migliaia di persone su migliaia di profughi che hanno rischiato la vita cercando di attraversare il Mediterraneo. È chiaro che l’operazione Triton non può sostituire Mare Nostrum e comunque non ha questo scopo. Il futuro di Mare Nostrum rimane in ogni caso una decisione italiana. Triton non solleva gli Stati membri dalla responsabilità di controllare la loro parte delle frontiere esterne dell’Unione e dai loro obblighi in materia di ricerca e soccorso delle persone in stato di bisogno“.

Tutte le decisioni che arrivano dopo Mare Nostrum, però, portano il soccorso delle persone su un piano secondario. La salvaguardia della vita in mare scompare totalmente dagli scopi principali, Mare Sicuro si limita a svolgere azioni di “protezione delle unità navali nazionali impegnate in operazioni di ricerca e soccorso”. 

Eppure in questo decennio la necessità di effettuare salvataggi nel Mediterraneo non è mai mancata, anzi è diventata spesso più forte rispetto al 2014: nel 2016, ad esempio, gli arrivi sono stati più di 180.000 con il record di 4.500 persone scomparse nella rotta del Mediterraneo centrale. Ma, che sia per una o per centomila, l’umanità non dovrebbe mai essere messa in discussione: in mare non si lascia morire nessuno.

Rosy D’Elia
(23 aprile 2023)

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