Come il teatro riscopre e racconta i migranti

Uno sguardo ai cartelloni 2022-2023 delle sale teatrali della Capitale

“Ismael – In viaggio dalla Siria” – Centro Culturale Artemia

La tematica del migrante sembra essere diventato uno tra i topic dei palcoscenici soprattutto in riferimento a quelli della Capitale.

Se in passato sono stati più che altro il grande e il piccolo schermo ad aver raccontato di quanti, fuggendo da conflitti e oppressioni, si trovano costretti ad attraversare mari e terre per poter giungere nei luoghi della salvezza, quest’anno sembra proprio che siano i Teatri ad aver riservato congruo spazio alla tematica dei profughi.

Scorrendo i cartelloni della ricca stagione 2022-2023 che sta volgendo al termine, durante questo risveglio dal complicato periodo pandemico che ne aveva sopito l’ampio respiro intellettuale, non può passare inosservato che le sale teatrali di Roma, tanto il circuito del Teatro “tradizionale”, quanto ancor più quello Off, abbiano deciso di destinare non poche date a quegli spettacoli che parlano, sotto vari aspetti, di migrazione.

Teatro e migranti: alcuni spettacoli presentati in questa stagione

Così, per citare alcuni titoli, al Teatro Argentina, Massimo Popolizio ha portato sulle scene, per alcune settimane, il testo di Arthur Miller “Uno sguardo dal ponte”, mentre l’Off/Off Theatre, ha ospitato ben tre pièce sulla tematicaad aprire questa terna teatrale è stato “Emigranti” tratto dall’omonimo testo di Slavomir Mrozek e diretto da Massimiliano Bruno, seguito da “Nakba – I nostri occhi sono i nostri nomi” XX calligrammi per la Palestina di Enrico Frattaroli, da “Testimone oculare – Il libro del figlio” di Muhammad Al-Qaysi, quindi Savatore Marino è salito sullo stesso palcoscenico con “Non sono abbronzato, qui lo dico e qui lo ne(g)ro”, un testo di Mario Scaletta, Andrea Zanacchi e lo stesso Marino. E sempre “Emigranti”, nella versione originale di Mrozek, è andato in scena al Teatro di Villa Lazzaroni con la regia di Daniele Scattina. Anche il Teatro Vascello non è stato da meno ed ha accolto durante la programmazione “Spaghetti – Spettacolo di circo contemporaneo sulle migrazioni italiane di inizio secolo” diretto da Roberta Castelluzzo, lo stesso ha fatto il Centro Culturale Artemia che, nella sua sala teatrale, ha proposto al pubblico lo spettacolo scritto e interpretato da Massimiliano Frateschi “Ismael – In viaggio dalla Siria” con la regia di Graziano Piazza e Aleksandros MemeTaj, pièce che, qualche settimana prima, ha trovato spazio anche al Teatro Trastevere.

Teatro e migranti: dal dramma all’ironia, i contenuti

Dal passato fino ai giorni nostri, i migranti sono raccontati da vari punti di vista, in differenti luoghi, all’interno di varie ambientazioni, con forme espressive diversificate. Dal dramma all’ironia, dal monologo al dialogo fino agli spettacoli con più personaggi, dalla prosa all’arte circense, dall’autore conosciuto a quello meno noto, passando anche dall’adattamento testuale.

Dando uno sguardo ad alcuni tra i contenuti proposti, l’opera di Miller, da cui fu tratta la prestigiosa pellicola del 1962 con protagonista Raf Vallonemessa in scena quest’anno al Teatro di Roma, ci porta nella Brooklyn degli anni ’50 ed ha a cardine un fatto di cronaca con risvolti drammatici che racconta di una famiglia di immigrati siciliani in America trovatasi ad ospitare due parenti provenienti anche’essi dalla Sicilia. Nel teatro della Scuola Fondamenta, viene presentato, un dialogo di Mrozek, la pièce si svolge in un sottoscala ed ha come protagonisti due emigranti, senza specificare dove si svolga l’azione e quali siano le provenienze, i due personaggi in contrapposizione, “nel corso dell’opera si riconoscono involontariamente amici, pronti ad aiutarsi e a confortarsi quando il mondo al di fuori del loro “rifugio” li isola”. Massimiliano Bruno e Daniele Trombetti, nel loro adattamento rivolto al pubblico del teatro di via Giulia della stessa drammaturgia dell’autore polacco, identificano i protagonisti come italiani “incorniciando il testo in quattro epoche diverse nelle più famose migrazioni” d’Italia. Arrivando alla vicenda di Ismael, presentata nello spazio culturale gestito dall’argentina Maria Paola Canepa, la storia scritta dal giovane Massimiliano Frateschi racconta di un trentenne scappato dalla Siria che dopo vari drammatici avvenimenti si trova all’ufficio degli immigrati di Roma, un racconto che si basa su una vicenda vera di un ragazzo siriano “che a tutt’oggi è rifugiato in qualche parte d’Europa”.

Finzione scenica quale lente d’ingrandimento

Il Teatro, ancora una volta, con decisione entra nel quotidiano, ne assorbe tutti gli aspetti, anche i più complessi e non decifrati completamente. La finzione scenica si propone quale lente d’ingrandimento del vissuto squarciando il velo su argomentazioni anche scomode, dando voce all’invisibile cercando di approfondire e di proporre possibili riflessioni.

Ecco che le storie drammatiche dei migranti di oggi, sempre più presenti con titoli altisonanti in notiziari e giornali, sfuggenti in un quotidiano velocissimo tra pillole social e chiacchiere da bar, su di un palcoscenico si fermano, diventano vive e raccontano al pubblico che non si può più ignorare quanto continua ad accadere in tutto il mondo.

Sicuramente la strada della rappresentazione teatrale delle vicende connesse al migrante è un’efficace possibilità di avvicinamento ad un tematica così complessa e molto estesa nello spazio e nel tempo, argomento articolato che si presta nondimeno ad essere facilmente accantonato, di sicuro non completamente compreso se non addirittura ridotto a moda del momento.

Una riflessione che si può ampliare quella del collegamento tra il palcoscenico e il tema dei profughi di oggi e di ieri, non solo in riferimento alle stagioni teatrali che sicuramente hanno offerto altre interessanti drammaturgie e rappresentazioni cariche di spunti di riflessione oltre a quelle citate ma anche riguardo alle tante associazioni, compagnie e gruppi, non solo della Capitale, intenti a creare ponti di stretto dialogo proprio attraverso la creazione di spettacoli i cui protagonisti sono gli stessi migranti e le loro, sempre più nostre, inesauribili storie.

Andrea Alessio Cavarretta
(18 maggio 2023)

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