Ucraini: proroga per l’esercizio delle professioni sanitarie in Italia

In Italia, i titoli di studio o professionali conseguiti all’estero non hanno valore legale se non nei modi previsti dalla legge. La materia è regolata infatti da una miriade di norme sovranazionali e nazionali.
Su iniziativa del Consiglio d’Europa e dell’UNESCO, nel 1997, è stata approvata la cosiddetta Convenzione di Lisbona. L’Unione Europea ha pertanto adottato una serie di Direttive volte a realizzare la libera circolazione dei professionisti con il reciproco riconoscimento dei titoli professionali.
L’Italia ha provveduto a regolare la materia attraverso l’adozione di una legislazione di attuazione delle Direttive comunitarie e stipulando degli accordi bilaterali con alcuni paesi esteri. Nonostante ciò, l’iter per il riconoscimento dei titoli esteri resta assai complesso in quanto gli uffici a cui rivolgersi sono diversi così come i Ministeri competenti.
Gli atti normativi nazionali principali a cui fare riferimento sono il D.P.R. 394/1999 e il D.lgs. 368/99.

Ucraini: libera circolazione dei medici e riconoscimento titoli

L’attuale crisi ucraina ha portato il Governo italiano a ritenere opportuna l’emanazione di un decreto-legge che apportasse delle deroghe al D.P.R. 394/1999 e al D.lgs. 368/99. Si è stabilita una deroga a “tempo determinato” dell’intero D.lgs. 368/99, che in attuazione della direttiva comunitaria 93/16/CEE regola la libera circolazione dei medici, e dell’art. 49 D.P.R. 394/1999 che regola il riconoscimento dei titoli abilitanti all’esercizio delle professioni e dell’art. 50 D.P.R. 394/1999 che contiene disposizioni particolari per gli esercenti le professioni sanitarie.
Infatti, il 18 aprile 2023, il Parlamento ha approvato la legge di conversione del decreto-legge 16/23 “Misure di protezione temporanea per i profughi dell’Ucraina” che prevede una serie di norme che regolano le misure e gli interventi di assistenza, soccorso e accoglienza per i cittadini ucraini che arrivino in Italia a causa dell’attuale situazione di emergenza e crisi umanitaria presente in Ucraina dovuta all’occupazione russa.
L’art. 2 bis introdotto dalla legge di conversione del 18 aprile 2023 stabilisce la proroga fino al 31.12.23 delle deroghe sul riconoscimento delle qualifiche professionali del personale sanitario e sociosanitario ucraino apportate dall’art. 34 del decreto-legge 21/22 così per come modificato dalla legge di conversione n. 51/22.

Ucraini: esercizio temporaneo professioni sanitarie e sociosanitarie

In particolare, il succitato art. 34 permette l’esercizio temporaneo delle professioni sanitarie e sociosanitarie agli ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022 che hanno intenzione di esercitare in Italia la loro professione. I professionisti ucraini devono essere in possesso di una qualifica professionale conseguita all’estero, regolamentata dalle direttive dell’Unione Europea e anche di un Passaporto europeo delle qualifiche per i rifugiati.  Le strutture sanitarie italiane che si avvalgono dell’opera dei professionisti sanitari e sociosanitari ucraini con contratti a tempo determinato o incarichi libero professionali, devono comunicare alle regioni, alle province autonome e ai relativi Ordini professionali i nominativi degli stessi. Inoltre, i professionisti interessati, come previsto dal comma 1 bis devono presentare presso la struttura sanitaria in cui presteranno la loro opera, la documentazione attestante il possesso della qualifica professionale accompagnata dalla traduzione asseverata presso il tribunale.
Lo Stato italiano si è quindi mostrato sensibile nei confronti dei numerosi profughi e rifugiati ucraini provenienti da una realtà ingiusta e spaventosa, esseri umani in balia di un presente ostile e catastrofico e di un futuro incerto. Tali disposizioni previste dai decreti soprammenzionati rappresentano non solo una misura umanitaria intelligente e prudente ai fini del sostegno e dell’integrazione nei confronti degli ucraini garantendo loro un sicuro supporto sanitario ma anche un’azione di tutela e precauzione verso il sistema sanitario italiano onde evitare un suo possibile collasso.
L’auspicio è che si abbia la stessa sensibilità anche per il personale sanitario proveniente da altri paesi del mondo con realtà incerte e catastrofiche.

Nadia Di Proietto
(1 maggio 2023)

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