Il Pakistan, tra crisi sociale e catastrofi ambientali 

Tra le più di 600 vittime del naufragio a largo dell’isola greca di Pylos, circa 300 erano di nazionalità pakistana. E tra le vittime della tragedia di Cutro dello scorso febbraio, circa venti erano di origine pakistana. E stando al cruscotto statistico diffuso dal Ministero degli interni aggiornato il 7 luglio, quasi 6mila tra i migranti che arrivano sulle coste italiane dichiarano di essere di nazionalità pakistana. Numeri che sulla stampa italiana sono quasi passati sottotraccia, forse anche perché in Italia poco si parla di migrazione dal Pakistan 

Il fenomeno della migrazione da un paese come il Pakistan fa riflettere sulle nuove sfide che dovranno essere affrontate a livello globale, come la necessità di uno sviluppo sostenibile e la lotta al cambiamento climatico. Tra il 2022 e il 2023, il Pakistan ha conosciuto un tasso di inflazione pari al 29.18%, un aumento considerevole rispetto al 12.15% dell’anno precedente. Numeri che mostrano una crisi economica e sociale che sta rapidamente compromettendo la stabilità del paese e le condizioni di vita della popolazione. Questi cambiamenti hanno inciso anche sul fenomeno della migrazione dal Pakistan, che pure già da prima era in cima alla classifica dei paesi di provenienza di migranti a livello globale.  

Così come per altri paesi della vicina Asia centrale, infatti, anche per il Pakistan le rimesse dei cittadini che lavorano all’estero costituiscono una parte consistente del PIL nazionale, al punto che la formazione del governo di Islamabad comprende anche un “Ministero dei pakistani all’estero”. I flussi provenienti dal Pakistan sono diretti per lo più verso Stati Uniti ed Europa. I migranti pakistani che arrivano sulle coste europee cercherebbero per lo più di raggiungere i paesi del nord e in particolare il Regno Unito. Ma ha un ruolo rilevante anche il fenomeno dei migranti stagionali, che invece riguarda per lo più i paesi del Golfo.  

Ma non è solo l’insicurezza economica a pesare sulle spalle della popolazione pakistana e a spingere molte famiglie a cercare un futuro altrove. Il Pakistan, infatti, si trova anche a dover affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici. In un paese in cui l’agricoltura svolge ancora un ruolo preponderante per la crescita economica, inflazione e danni ambientali diventano dei fattori di grave incertezza. E in effetti il caso del Pakistan dimostra come sempre più spesso saremo chiamati a confrontarci con la migrazione climatica. Proprio nel 2022, tra giugno e agosto una serie di alluvioni ha sconvolto il paese provocando oltre ai danni ambientali delle gravi ripercussioni economiche che hanno spinto ancora più persone sotto la soglia della povertà. Su una popolazione complessiva che si aggira sui 249 milioni di abitanti, ben 33 milioni di persone hanno dovuto confrontarsi con le conseguenze della catastrofe che ha riguardato un terzo del territorio pakistano.  

Tutto questo ha avuto ovviamente ripercussioni immediate sul sistema agricolo e sull’accesso della popolazione ai beni di prima necessità, ma anche dei danni infrastrutturali permanenti. E con l’aggravarsi della crisi climatica ci si può anche aspettare che catastrofi del genere possano continuare a coinvolgere paesi come il Pakistan 

Queste quindi le ragioni che spingono sempre più cittadini pakistani a cercare un futuro altrove. Da questo scenario si capisce che la migrazione dal Pakistan non è certo destinata a diminuire, eppure nel giro di pochi mesi oltre 300 migranti di questa origine sono state vittime di un naufragio nel Mediterraneo. Intanto in Europa non si parla della necessità di trovare una strategia comune per gli arrivi.  

Carlo Comensoli
(10 luglio 2023)

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