Minori stranieri non accompagnati: nuovo decreto

Il decreto-legge approvato la scorsa settimana dal governo di fronte agli arrivi consistenti sulle coste italiane prevede anche alcuni cambiamenti per quanto riguarda il trattamento dei minori stranieri non accompagnati (MSNA). Un tema fondamentale soprattutto in questi mesi, visto che l’Unicef ha registrato tra coloro che sono arrivati in Italia tra gennaio e metà settembre del 2023 ben 11.600 MSNA, ben il 60% in più rispetto solo all’anno precedente.

Il nuovo decreto sostituisce di fatto quanto già stabilito dalla legge Zampa del 2017, innanzitutto per quanto riguarda i criteri di accertamento dell’età anagrafica del migrante. Il problema, va da sé, si pone per i MSNA adolescenti in arrivo, in particolare per quanti anno intorno ai 18 anni. Mentre prima bastava un’autocertificazione dell’età per poter essere riconosciuto come un minore e quindi accedere al regime di protezione accordato a questa categoria, ora il criterio adottato per le nuove misure prevede dei controlli medici per l’accertamento dell’età. Nel caso in cui questi controlli dimostrassero la maggiore età del migrante, il dl del 27 settembre dispone l’espulsione dal territorio nazionale per la falsa attestazione dell’età.

Misure di dubbia legittimità dal punto di vista del rispetto dei diritti umani, ma che non sono comunque la prima stretta sui MSNA da parte del governo attuale. Già il decreto Cutro aveva introdotto delle prime novità rispetto alla legge Zampa, soprattutto per quanto riguarda i tempi di conversione dei permessi di soggiorno dei minori. Questi hanno una validità massima di un anno, con la sola eccezione per coloro che riescono a essere inseriti in un progetto di integrazione gestito da un ente pubblico o privato. In questo caso, il permesso di soggiorno avrà tempo massimo di conversione di due anni.

Il dl su “immigrazione e protezione internazionale” approvato dal governo lo scorso 28 settembre prevede che al loro arrivo sul territorio italiano i MSNA, dopo essere stati in un primo momento accolti nelle apposite strutture governative per il soccorso e la protezione immediati, vengano poi destinati ai centri del Sistema di accoglienza e integrazione (SAI). Si tratta di un sistema dedicato ai soggetti titolari di protezione internazionale. Tra questi i minori stranieri non accompagnati e, novità dell’ultimo dl, tutte le donne, non più solo quelle in gravidanza.

Le disposizioni prevedono che i soggetti con protezione internazionale, nel caso di esaurimento posti nei centri SAI, siano destinati alle strutture comunali.  Nel caso di arrivi consistenti come in questo periodo, il nuovo dl prevede che l’accoglienza sia«disposta dal Prefetto attraverso l’attivazione di strutture temporanee esclusivamente dedicate ai MSNA».  Ma cosa succede se il comune non ha i fondi per ospitare i soggetti che ne hanno diritto, o se in periodi critici come questo le strutture non abbiano un numero adeguato di posti? In questo caso si stabilisce «il provvisorio inserimento del minore – che ad una prima analisi appaia di età superiore ai sedici anni – per un periodo, comunque, non superiore a novanta giorni, in una specifica sezione dedicata nei centri e strutture diversi da quelli riservati ai minori». In breve, un ritorno al punto di partenza.

Carlo Comensoli
(6 ottobre 2023)

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