“La Giacca” è la graphic novel realizzata in seguito all’esperienza di un campo etnografico, lo studio dei comportamenti sociali sul campo, che inizia nell’ottobre del 2022 e termina a giugno 2023, nei luoghi dove comincia il “game”, Sauze d’Oulx, e finisce, Briançon. Con “game” si intende il tentativo da parte dei migranti di attraversare i confini, in questo caso, tra Italia e Francia. Un gruppo di antropologi, sociologi e operatori sanitari, decide di elaborare il vissuto di questa esperienza attraverso una graphic novel: immagini che narrano la storia.
Il linguaggio artistico per esprimere il vissuto del viaggio
Ad Oulx, Salice D’Ulzo, i migranti vengono accolti nel rifugio “Fraternità Massi”. “La Val di Susa”, dice il Paolo Narcisi, presidente di Rainbow4Africa, “è un luogo particolare dove esiste una solidarietà diffusa e la gente è abituata a dare assistenza”. I migranti che tentano il passaggio, partono di notte. C’è chi riesce al primo tentativo. Alcuni sono intercettati dalla Polizia di frontiera francese e rimandati ad Oulx. Chi non riesce tenterà di nuovo, dice Narcisi, “Chi prima chi dopo, tutti arrivano a destinazione” anche se con l’arrivo dell’inverno la Rotta delle Alpi, a causa del freddo e del ghiaccio, diventa sempre più una trappola mortale.
In questo contesto, il lavoro dei volontari e del personale medico è fondamentale. Narcisi spiega che grazie ai medici ed infermieri volontari, “Tutti i migranti, prima di entrare nel rifugio, vengono triagiati e non ci sono stati casi di contagi da Covid”.
Fino ad agosto, la maggior parte dei migranti arrivava ad Oulx dalla rotta balcanica, Afghanistan, Siria ed Iran. Ora sono in aumento gli arrivi dal Camerun, Guinea, Costa d’Avorio e soprattutto Marocco (dal 4% al 19,4%), oltre ad un 20% di non identificati.
Non è un caso che i flussi si stiano modificando. “Ogni volta che scoppia una guerra”, dice Narcisi, “dopo circa sei mesi, segue un flusso migratorio consistente. Ora arrivano anche dal Sudan, dall’Etiopia, dalla Tunisia. La prossima ondata sarà quella delle persone in fuga dalla Palestina”.
Fino all’inizio di dicembre, erano state accolte nel rifugio circa 20.000 persone, il doppio di quelle registrate in tutto il 2022 in linea con i dati del Ministero dell’Interno, secondo il quale il numero dei migranti in Italia è passato da 153.621 contro i 99.167 del 2022 e i 63.806 del 2021. Fra di loro, si contano molte donne (circa l’11%) e minori non accompagnati (6%). E, conclude Narcisi, “Ieri ho fatto l’ecografia ad una donna incinta”, anche lei affronterà il viaggio.
Il “game” alla frontiera occidentale in un fumetto politico
La giacca è la protagonista della storia (immagine da Animazione Sociale)
Il “game”, il gioco o piuttosto la sfida dei migranti di attraversare il confine, è il soggetto della graphic novel pubblicata sul n.364 di “Animazione Sociale”. Gli autori: Stefano Greco, illustratore, educatore professionale presso la Asl 4 di Chiavari, Luca Queirolo Palmas, sceneggiatore, docente di sociologia presso l’Università di Genova e Simone Spensieri, sceneggiatore, psichiatra presso la Asl 4 di Chiavari, insieme a Roberto Beneduce, Luca Giliberti, Gianluca Seimandi, decidono di affidare la descrizione del “game” al linguaggio artistico.
Spensieri racconta che con gli altri partecipanti al campo, “Abbiamo cercato di elaborare le emozioni suscitate dal vivere insieme ai migranti la tensione del “game”, il loro vissuto. Chi legge, peraltro, può trarne e dare l’interpretazione che vuole”.
Per quanto concerne il linguaggio, Spensieri sottolinea che sono riportati brani tratti dal saggio di Franz Fanon, Editions du Seuil, 1952, “Pelle nera, maschere bianche”, uno studio sugli effetti della violenza esercitata dal colonialismo in Africa.
La scelta del fronte russo è il punto di partenza della storia. L’interprete principale della graphic novel è “La Giacca”, ossia l’indumento indossato dai protagonisti, prima il militare italiano, poi il migrante.
Le tavole, disegnate da Stefano Greco, occupano le ultime dieci pagine del testo.
La giacca è il filo conduttore della storia. L’indumento ripara il soldato italiano, usato come sacco di sabbia dall’alleato tedesco sul fronte russo, nel gennaio del ’43. Molti anni dopo, lo stesso indumento viene spedito al rifugio Fraternità Massi di Oulx. La giacca dovrà riscaldare il migrante che si accinge a passare il confine percorrendo “sentieri dove a 2000 metri fa freddo anche nelle notti d’estate”.
La giacca: montagna di stracci per varcare il confine
Nella storia gli autori collocano, nel deposito dei vestiti del rifugio, l’opera di Michelangelo Pistoletto: “La Venere degli Stracci”. La montagna di stracci che simboleggia l’eccesso di merce fornirà gli indumenti ai migranti. Accanto al migrante troviamo, un altro personaggio, la prostituta. Spensieri, ancora una volta, lascia al lettore l’interpretazione, “Non c’è un motivo che spieghi l’incontro tra la prostituta e il migrante di colore (nella storia, “il negro”), ognuno può leggerci quello che vuole”. Immaginiamo dunque, che i due condividano una condizione di emarginazione. Entrambi desiderano, l’una “il negro”, l’altro di essere non più merce, ma uomo, quindi sono, il desiderio elevato ad affermazione del sé.
Il finale riporta il lettore alla ritirata degli alpini dal fronte russo. Il pensiero del militare che si stringe la giacca al petto, è “l’uomo non è umano se non nella misura in cui vuole imporsi ad un altro uomo”, richiama quello del migrante che si è sbarazzato della giacca e ormai esausto dice, “volevo solo essere un uomo in mezzo ad altri uomini”.
“La Giacca”, pubblicata sul n. 364 di Animazione Sociale.
Livia Gorini
(28 dicembre 2023)
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