Guerra a Gaza: i quartieri di Roma in piazza per la pace

La guerra a Gaza è stata l’oggetto di diverse mobilitazioni in vari quartieri di Roma nel fine settimana, e l’impressione è che l’intento degli organizzatori sia stato sopratutto quello di sensibilizzare la cittadinanza  con un’informazione diversa rispetto a quella proposta dai media nazionali.

Guerra a Gaza: Garbatella risponde

Vincenzo Vita, presidente dell’AAMOD, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico racconta come sia nata l’evento di oggi, 21 gennaio, a Garbatella “Abbiamo pensato di ospitare un’iniziativa per il popolo palestinese che sta subendo una vera e propria mattanza e abbiamo scelto quindi di utilizzare uno dei punti identitari del nostro archivio: L’Aperossa. Da anni portiamo in giro per i quartieri, secondo gli insegnamenti di Dziga Vertov, L’Aperossa per dare luogo a iniziative, per esempio attraverso letture”. Questo è successo oggi a Garbatella con gli attori Eugenia Costantini, Alessio Moneta, Simone Liberati, Laura Antonini e Luca Di Giovanni che hanno letto parole di poeti palestinesi contro la guerra. Finita la fase per le vie del quartiere, nella sede di AAMOD, in via Ostiense ci sono stati gli interventi di Riccardo Noury di Amnesty Italia, di AOI, Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale, alla presenza di rappresentanti delle associazioni della società civile, di sindacati, e delle ong, che numerosi hanno aderito all’iniziativa. La mattinata si è conclusa con la proiezione di “Bank of Targets” di Roshdi Sarraj dove il giovane fotoreporter palestinese documenta i bombardamenti israeliani su Gaza City e sui palazzi sedi di media internazionali. Roshdi Sarraj è morto sotto un bombardamento che ha colpito la sua casa il 22 ottobre 2023.

“L’archivio non è solo un modo di raccogliere i materiali” racconta Vincenzo Vita “ma è un’opportunità per capire il presente e il futuro attraverso la lettura del passato. L’archivio è anche un soggetto che interviene nel dibattito pubblico, nelle cose che accadono nel mondo. E certamente la pace, come ci insegnò Zavattini, fondatore dell’archivio nel 1985, la pace è un punto cruciale, è nel DNA profondo dell’Archivio. E la pace, il cessate il fuoco, è l’indicazione, che emerge molto molto forte dall’iniziativa di oggi” conclude Vita.

Per gli organizzatori della giornata l’auspicio è che la parola contro la guerra sia condivisa “Non abbiamo altro, non abbiamo armi, non abbiamo bombe. Però noi crediamo nel potere di una parola che più è condivisa, tanto più può essere forte e auspichiamo che quella di oggi sia una prima tappa che possa coinvolgere altre piazze”.

Guerra a Gaza: Centocelle risponde

Siamo qui a Piazza dei Mirti a Centocelle con questa installazione che non ha le caratteristiche abituali delle manifestazioni politiche” racconta  Simonetta Ramacciani che è collaboratore sociale nel quartiere, “Abbiamo pensato, rifacendoci anche ad iniziative che si sono svolte in altre città europee, che per poter manifestare solidarietà e sostegno alle vittime degli attacchi nella striscia di Gaza fosse necessario trovare un segno che fosse molto coinvolgente” Così è nata l’idea di proporre ai partecipanti di portare delle scarpe da allineare sull’asfalto. Scarpe vuote, scarpe rimaste orfane che evocano brutti pensieri. Come le sirene e il rumore dei bombardamenti che riprodurremo a breve”.

L’iniziativa è stata organizzata da una rete di organizzazioni territoriali che si sono ritrovate su questa proposta fra le quali l’ANPI di Centocelle, Casale Garibaldi e il Coordinamento delle donne, consultori e diverse altre Associazioni.

“Per ognuno di noi è talmente doloroso e sconvolgente assistere inermi e impotenti agli attacchi” continua Ramacciani, “volevamo dare un segno che fosse di impatto, di solidarietà, che coinvolgesse e potesse arrivare ai cuori e alle sensibilità anche di persone che magari normalmente non si occupano di politica o vengono sovrastati dalla informazione dei media e non sanno bene come potersi contrapporre a queste notizie”.

Oggi i cittadini di Centocelle sono in piazza per dire “fermate il genocidio, stop ai bombardamenti, per chiedere con forza al Governo italiano di pronunciarsi in maniera chiara e netta per un cessate il fuoco. Questa è l’unica strada per poter rimanere su un crinale di solidarietà umana e evitare che si arrivi  a una soluzione politica che comporti l’estinzione del popolo Palestinese. Ma non vogliamo inoltrarci in analisi geo politiche” conclude Ramaccini “perché questa è un’iniziativa che voleva essere molto immediata, di solidarietà”.

Foto e testi di Alessandro Guarino

(21 gennaio 2024)

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