Il Congresso del PSE lancia la campagna elettorale dei socialisti europei per le elezioni del 2024

Il Congresso Elettorale del Partito Socialista Europeo si è tenuto a Roma, il 2 marzo presso il Centro Congressi “La Nuvola” in Via Asia,40. “L’iniziativa serve da vero e proprio lancio della campagna elettorale dei socialisti europei in vista delle elezioni europee che si terranno nel giungo 2024”.

Il Congresso inizia alle 10:30.  L’accoglienza è stata organizzata minuziosamente: dal parcheggio nei pressi del Centro Congressi, al controllo dei partecipanti con il metal detector. Al pianterreno hanno sistemato una decina di stands dove vengono offerti ai visitatori i gadget dei paesi partecipanti al Congresso e altre organizzazioni collegate ai partiti socialisti come l’ESO (European Senior Organization) e Rainbow Rose, sostenitrice della comunità LGBTI in tutta Europa.

Il programma dei PSE è riassunto in uno slogan all’entrata: “L’Europa che vogliamo, Sociale, democratica e sostenibile”. Con l’occasione si ufficializza l’elezione del lussemburghese Nicolas Schmidt, già membro del Parlamento e commissario europeo al lavoro, come Candidato del PSE (Spitzenkandidat) alla Presidenza del Consiglio europeo.

Il Congresso inizia con un “Benvenuti” e una foto di famiglia dei partecipanti dei vari partiti socialisti e socialdemocratici europei. Si percepisce forte la volontà di dimostrare l’adesione di tutti al programma europeo del PSE. Quindi, il Segretario generale del PSE, Giacomo Filibeck, anticipa quelli che saranno i temi trattati e gli obiettivi del PSE: salari dignitosi, una politica di transizione economica sostenibile, difesa dei diritti civili. Soprattutto, dice un “Fronte progressista unito può battere le destre”. Ricorda che l’Europa è un progetto in divenire e la pandemia ha dimostrato che l’unità europea è una realtà possibile. E l’unità traspira dai sorrisi, dagli abbracci, dagli sguardi dei presenti. La vittoria del PD italiano in Sardegna, più volte ricordata nei discorsi, sembra abbia dato nuova linfa ai socialisti europei.

Nessuno deve restare indietro e migrazione

Si susseguono quindi i vari rappresentanti, Stevan Lofven, già ministro svedese, che sostiene “In questo processo nessuno (uomo e donna) può essere lasciato indietro. Abbiamo la necessità di utilizzare il 100% delle potenzialità umane a nostra disposizione.  Lofven richiama il cambiamento climatico come uno dei principali problemi che gli Stati europei devono affrontare creando dei posti di lavoro “sostenibili”.

Antonio Costa, primo ministro del Portogallo, che saluta in spagnolo i cugini spagnoli, ci ricorda che gli Stati europei sono paragonabili a dei vicini di casa e che la campagna elettorale deve essere fatta “door to door”, porta a porta. Costa accenna al problema migratorio, un problema che va affrontato concedendo dei visti regolari che rendano più sicuro l’ingresso dei migranti in Europa.  Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico italiano, ribadisce la necessità di trovare una politica migratoria comune, di una missione europea di soccorso ai migranti che “garantisca canali di accesso sicuri e legali”.

 Mette Frederikson, primo ministro della Danimarca sottolinea l’importanza della giustizia sociale e di quello che tutti i partecipanti non si stancano di definire “salari decenti” o “dignitosi”. La dignità di un salario adeguato è un altro punto del programma del PSE. Così come la qualità del lavoro reclamata da Elisa Ferreira. La ricchezza deve essere redistribuita in modo più adeguato e per questo Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli affari economici, reclama una tassazione minima per i profitti delle multinazionali e un ribilanciamento delle tasse tra il lavoro e il capitale. Ultimamente, ricorda Gentiloni, è stato approvato un iniquo atto di riduzione della tassazione a favore dei più ricchi. Conclude in italiano “come si dice a Roma, al lavoro e alla lotta”.

Guerra e difesa comune europea

Frederikson, insieme alla segretaria del Partito Socialdemocratico svedese, Magdaline Andersson, già ministro delle finanze nel governo svedese, richiama la necessità di una comune politica difensiva europea, “Dobbiamo spendere molto di più per la difesa”. Entrambe non escludono la possibilità di un intervento militare in difesa dell’Ucraina e ancora, sottolineano la necessità di una politica comune perché “l’instabilità è generata da soluzioni divisive”. D’altra parte, tutti i rappresentanti ribadiscono l’impegno al fianco dell’Ucraina e la necessità di una difesa comune.  Raphael Glucksmann, eurodeputato francese, avverte l’urgenza di una politica difensiva europea, “le prossime elezioni europee sono le più importanti per l’Europa. Il prossimo anno” dice, “sarà un anno decisivo, negli Stati Uniti si voterà e Trump potrebbe essere il nuovo Presidente. L’Europa dovrà decidere per chi combattere. Per gli Ucraini, per le donne, per i minori, per gli agricoltori, contro la xenofobia”. Olaf Scholz, Cancelliere della Germania e membro del Partito Socialdemocratico tedesco, da parte sua, ribadisce il supporto all’Ucraina ma esclude un coinvolgimento “boots on the ground” dell’Europa o della Nato nel conflitto tra Ucraina e Russia. Nei confronti della guerra in atto in Medio Oriente, tutti concordano, invece, sull’urgenza di un cessate il fuoco a Gaza.

L’Europa deve tornare ad essere competitiva, la transizione economica

Il tanto temuto passaggio che si prospetta con la transizione ecologica e il progresso digitale non devono essere demonizzati. Al contrario, Franz Timmermans, politico olandese, commissario europeo per il clima, avverte che “se non facciamo qualcosa per la transizione ecologica e digitale verremo spazzati via da americani e cinesi”. Pedro Sanchez, Primo Ministro spagnolo, chiarisce l’Europa sta correndo un serio rischio, dice “Miei cari amici, abbiamo una sfida da affrontare, tutti i progressi che abbiamo acquisiti nel campo dei servizi pubblici, della transizione ecologia, della libertà, dei diritti sono messi a rischio dalle promesse dei populisti, dipende da noi democratici difendere queste conquiste”. Sanchez ribadisce la necessità di un’economia competitiva, di giuste politiche economiche, “uniti siamo più forti che divisi” Le giuste politiche economiche ci sono e possono fare la differenza senza lasciare nessuno indietro”. Ricorda il Next Generation Eu, i prestiti concessi ai vari Stati durante la pandemia, fortemente voluta da Schmidt, “che ha permesso di salvare durante la pandemia, milioni di posti di lavoro”.

Ambiente e agricoltura

Anche Costa richiama la necessità di creare nuovi e migliori posti di lavoro per la transizione ecologica, per il digitale e per la difesa. Soprattutto, dice “Bisogna rassicurare la gente”, spaventata dalla minaccia del cambiamento, “Rinforzare l’economia green di pari passo con il miglioramento delle politiche sociali”.

La crisi economica e il preoccupante aumento delle persone che vivono sulla soglia della povertà sono affrontati da più partecipanti, in particolare da Elisa Ferreira, economista e politica portoghese, auspica un mondo più giusto, per non cadere in errore, dice “bisogna controllare che sia rispettata la qualità del lavoro e garantire che i lavori non saranno distrutti dall’uso improprio e sempre più massivo della IA”. Servono, dice Ferreira, programmi dettagliati per ogni singolo settore e l’istituzione di un Fondo destinato alla Transizione. In Francia, prosegue Olivier Faure, segretario del Partito Socialista francese (il solo che parla nella lingua madre n.d.r.) si calcola che quasi un milione di persone vivono in povertà assoluta. Faure richiede l’istituzione di un Piano di accumulo per sostenere gli agricoltori, in particolare le aziende a conduzione famigliare che dice, “lavorano 600 ore alla settimana” e sono povere. Inoltre, chiede che i prodotti agricoli europei vengano protetti, proibendo l’importazione di quelli provenienti da Paesi dove non sono rispettate le normative europee e ci sia lo sfruttamento della manodopera. Frans Timmermans, denuncia l’utilizzo improprio dei fondi europei in agricoltura (l’80% degli aiuti economici va al 20% degli agricoltori più ricchi).

Salute e diritti

Cris Fearne, Ministro della Salute maltese, reclama la necessità di un piano pandemico comune e del sostegno alla Sanità pubblica, dice “Non dobbiamo essere socialisti solo quando siamo in emergenza” e aggiunge, “in guerra muoiono più persone per mancanza di assistenza che per cause inerenti alla guerra stessa”.

I diritti sono uno dei punti cardine del programma del PSE. Come Sanchez aveva avvertito all’inizio che i diritti acquisiti stanno correndo il pericolo di venir spazzati via, così Schlein chiude sostenendo la necessità di lottare per i diritti acquisiti e da acquisire, perché come ha detto Sanchez “bisogna difendere i diritti dei lavoratori, la pari dignità fra uomini e donne, il rispetto dei diritti lgbt”.

Il Congresso si conclude con i partecipanti al Congresso del PSE, Il Partito Socialista Europeo, che cantano, tutti insieme, “Bella Ciao”, una canzone ormai icona che suona come un invito a non sottovalutare le elezioni europee. È un richiamo ai cittadini, chiamati a partecipare e a scegliere con il loro voto, il futuro della loro Europa.

Livia Gorini
(3 marzo2024)

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