Patto migrazione e asilo: diritti in declino

Nuovo Patto su migrazione e asilo: via libera del Parlamento europeo, il nuovo Patto fa esultare i vertici UE ma non soddisfa chi tiene a diritti e solidarietà.
Il Parlamento Europeo ha approvato ieri, mercoledì 10 aprile 2024, dieci testi volti a riformare la politica europea sull’immigrazione e l’asilo.
I punti fondamentali che modificano la politica europea su immigrazione e asilo fanno seguito agli accordi politici tra i governi degli Stati dell’UE e Parlamento Europeo del 20 dicembre 2023
Le leggi dopo essere approvate formalmente anche dal Consiglio, verranno pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’UE, questo ne sancirà l’entrata in vigore. L’applicazione dei regolamenti è prevista dopo due anni. Gli Stati membri avranno due anni di tempo per introdurre le modifiche nelle loro leggi nazionali riguardo alla direttiva sulle condizioni di accoglienza.

Patto migrazione e asilo: le votazioni

L’esito delle votazioni ha visto da un lato Fratelli d’Italia favorevoli a otto votazioni su dieci, Forza Italia favorevole a tutte le votazioni, mentre la Lega ha votato contro a oltre la metà dei testi.
Il  PD ha dichiarato di votare contro il Patto migrazione e asilo, salvo che per il regolamento che comporta il meccanismo di solidarietà fra stati. Anche il M5 si è detto contrario per voce di Conte.
Il regolamento che prevede la centralizzazione delle informazioni sulle condanne ha avuto il maggior numero di parlamentari europei che ha votato a favore con 414 sì, 182 no e 29 astenuti. Questa è stata anche la votazione al quale ha partecipato il numero più elevato di parlamentari: 625.
La votazione sul regolamento su le crisi migratorie è stato quello dove coloro che sono stati favorevoli hanno distaccato di poco i contrari: 301 sì contro 272 no.
Mentre il voto sulle condizioni di accoglienza è stato quello che ha avuto il numero più basso di voti contrari, 162 voti, ma anche il più elevato numero di astenuti: 60 parlamentari. Seguito, per numero di astensioni dal voto sulle procedure di asilo rapide in frontiera, 51 astenuti.

REGOLAMENTI   SI’  NO ASTENUTI TOTALI
Gestione asilo 322 266   31 619
Crisi migratorie 301 272   46 619
Accertamenti in frontiera 366 229   26 621
Centralizzazione info condanne 414 182   29 625
Procedure asilo rapide in frontiera 301 269   51 621
Nuova procedura rimpatri 329 253   40 622
Eurodoc 404 202   16 622
Stato di rifugiato e protezione sussid. 340 249   34 623
Condizioni accoglienza 398 162   60 620
Accesso sicuro e legale in UE 452 154   14  620

 

Patto migrazione e asilo: cos’è la solidarietà tra i paesi

Il regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione è stato approvato, come emerge dalla tabella, con 322 voti favorevoli, 266 contrari e 31 astensioni e prevede che i Paesi UE maggiormente esposti alle pressioni migratorie vedranno la collaborazione degli altri Stati membri i quali dovranno contribuire:

  • accogliendo una parte dei richiedenti asilo o dei beneficiari di protezione internazionale nel loro territorio,
  • destinando contributi finanziari in supporto del paese o dei paesi più esposti alla pressione migratoria
  • fornendo un sostegno tecnico-operativo.
  • attraverso l’aggiornamento degli “accordi di Dublino” che finora stabilivano che i criteri e la responsabilità di esaminare le domande di protezione internazionale spettassero al paese di ingresso in Europa.

Si vara un meccanismo di solidarietà obbligatoria con i paesi di primo approdo quando i ricollocamenti, meccanismo simile, sono stati un fallimento.

Patto migrazione e asilo: se crisi migratorie cosa farà UE?

Il regolamento sulle situazioni di crisi  è stato approvato con 301 voti favorevoli, 272 contrari e 46 astensioni.
L’eventuale improvviso aumento degli arrivi, implicherà la garanzia di un supporto a quegli Stati membri della UE che si dovessero trovare di fronte a un afflusso eccezionali di cittadini provenienti da paesi extra UE. Difficile condividere quale sia il numero di arrivi che porti all’utilizzo di questa misura visto che ci sono idee molto divergenti in merito. Le norme prevedono anche un argine all’utilizzo dei migranti come arma di ricatto in funzione destabilizzante nei confronti della UE. È questo sembra essere un messaggio per i governi dei paesi africani con i quali si sono fatti accordi molto pubblicizzati.

Patto migrazione e asilo: atti da svolgere alle frontiere dell’UE

I cittadini stranieri che non avessero i requisiti per entrare nell’UE saranno soggetti a accertamenti che comporteranno:

      • identificazione,
      • raccolta di dati biometrici,
      • controlli sanitari,
      • controlli di sicurezza.

La linea che emerge è: chiusura dei confini, rilievi biometrici anche ai bimbi a partire dai sei anni, attacco al diritto di asilo attraverso la velocizzazione delle procedure in frontiera, con scadenze più ravvicinate per le domande infondate o inammissibili. La durata di tali accertamenti potrà essere, al massimo, di sette giorni. Spetterà ai singoli Stati UE istituire meccanismi di controllo indipendenti, definiti dal singolo Stato, per garantire il rispetto dei diritti fondamentali.
Inoltre in tutti i paesi dell’UE verrà attuata una nuova procedura per il riconoscimento o la revoca della protezione internazionale.
Si implementerà la banca dati Eurodac, European Dactyloscopie, il database europeo delle impronte digitali per coloro che richiedono asilo politico e per le persone fermate mentre varcano irregolarmente una frontiera esterna dell’Unione Europea.
Nello specifico saranno salvate:

      • le impronte digitali
      • le immagini del volto dai sei anni in su.

Potranno essere segnalati, da parte delle autorità, individui con comportamenti aggressivi, persone armate o che siano una minaccia alla sicurezza.

Patto migrazione e asilo: status di rifugiato, accesso legale, accoglienza

Nuove norme condivise e definizione dei diritti per chi ha lo status di rifugiato o gode di protezione sussidiaria, questi riconoscimenti, una volta ottenuti, saranno sottoposti a verifiche regolari. Gli Stati membri avranno il compito di valutare la situazione nel paese di origine sulla base dei dati forniti dall’Agenzia UE per l’asilo.
Per quanto riguarda l’accoglienza gli Stati dell’UE dovranno garantire che gli standard di accoglienza dei richiedenti asilo, siano uniformi in tutta la UE. Si tratta di poter disporre di alloggi consoni, istruzione e sanità. Quanto al lavoro i richiedenti asilo registrati potranno iniziare a lavorare al massimo entro sei mesi dalla data di presentazione della domanda. Si regolerà la limitazione della libertà di circolazione e le condizioni di detenzione.
Gli Stati UE, per quanto concerne ammissione umanitaria e reisediamento, potranno offrirsi per ospitare cittadini extra UE e ne garantiranno un accesso  sicuro e legale purchè essi provengano da paesi riconosciuti dall’ONU.

Patto migrazione e asilo: solidarietà e il diritto non abitano qui

Tante le proteste rispetto all’approvazione del Patto migrazione e asilo non solo dai partiti.
“Il compromesso raggiunto non supera il sistema di Dublino, non alleggerisce i Paesi di primo ingresso ed è fortemente improntato ad un approccio securitario”, hanno dichiarato i parlamentari europei del PD che hanno votato in dissenso con il gruppo socialista del quale fanno parte.
Il Patto “peggiora gli oneri a carico dei Paesi di primo approdo come il nostro. Noi ci siamo opposti” ha dichiarato Giuseppe Conte per M5.
Gian Carlo Perego, presidente della fondazione Migrantes, da voce al pensiero della Cei  “Questo Patto segna una deriva nella politica europea dell’asilo e il fallimento della solidarietà europea, che sembra infrangersi come le onde contro i barconi della speranza. Confidiamo che l’art. 10 della nostra Costituzione rimanga come presidio sicuro per tutelare i richiedenti asilo. Le prossime elezioni europee saranno un banco di prova importante per rigenerare l’Europa a partire dalle sue radici solidali e non piegarla a nazionalismi e populismi che rischiano di dimenticare la nostra comune storia europea”
“Dopo anni di negoziati, le istituzioni europee hanno ora vergognosamente co-firmato un accordo che, lo sanno bene, produrrà ancora più grandi sofferenze umane” dichiara Eve Geddie, direttrice dell’Ufficio Istituzioni europee di Amnesty International “Per le persone in fuga da conflitti, persecuzione o insicurezza economica, queste riforme significheranno minore protezione e maggiore rischio di subire violazioni dei diritti umani in tutt’Europa, come respingimenti illegali e violenti, detenzioni arbitrarie e controlli discriminatori. L’Europa ha perso un’occasione fondamentale per costruire un sistema di migrazione e asilo che avesse al centro i diritti umani e che sostenesse incondizionatamente il diritto umano di chiedere asilo, a prescindere da come si arriva e dal luogo di provenienza”.

Nicoletta del Pesco
(11aprile2024)

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