Davanti al Welcome Center “Quel mattino a Lampedusa”

Gli Scouts, Agesci Roma 72, leggono la strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013, 368 morti in mare, per inaugurare il Welcome Center.

“Quel mattino a Lampedusa” è la lettura scenica presentata Domenica 26 maggio dagli Scouts del gruppo Agesci Roma 72, allestita su un palco sul Piazzale della Stazione Tiburtina a Roma.
I ragazzi hanno messo in scena una sorta di viaggio attraverso la lettura di un copione che racconta ciò che accadde al largo delle coste di Lampedusa il 3 ottobre 2013: 368 migranti, provenienti in maggioranza dall’Eritrea, persero la vita a causa dell’incendio scoppiato a bordo del barcone che doveva portarli in Italia.

 

L’impegno degli Scouts, per non dimenticare

Marina è molto fiera del compito che gli scouts si sono dati “Sono il Capo fuoco del clan Agesci Roma 72 che oggi è in piazza. Siamo ragazzi di età compresa tra i 16 e i 21 anni ed abbiamo deciso di lavorare sul tema della migrazione”. La lettura scenica avviene nello stesso piazzale dove a breve il primo Welcome Center di Roma, un centro per informare e offrire un primo momento di accoglienza per chi arriva in città dopo il lungo viaggio attraverso le rotte migratorie, per molti la tappa di un viaggio più lungo verso il nord.  Un luogo fortemente voluto dall’assessorato alle politiche sociali del  Municipio II. La sede del Centro è un immobile messo a disposizione da un ex-marmista, 70mq con un ampio spazio esterno, nel piazzale ovest della Stazione Tiburtina.

Il ricordo di chi visse la tragedia del 3 ottobre 2013

Prima della lettura, Vito Fiorino, uno di quelli che salvarono molte di quelle persone che si erano gettate in mare in cerca di salvezza. Vito è commosso, sono passati undici ani da quell’ottobre, da allora dice “La mia vita è cambiata”. Il ricordo è vivido, Vito era in barca con alcuni amici ma è solo per un caso se quella notte decidono di restare sull’imbarcazione invece di tronare a casa, sulla terra ferma, a Lampedusa. Vito ha il dono di saper raccontare e di far rivivere quei momenti tragici “Saranno state le 6 e mezza, sono stato svegliato dal rumore dell’imbarcazione che si metteva in moto. Al timone c’era Alessandro, che spegne il motore e mi chiede, senti il vociare in mare?  Rimette subito in moto e ci dirigiamo al largo, davanti a noi uno scenario terrificante, almeno duecento persone in mare che urlavano e chiedevano aiuto”. Vito e si suoi amici chiamano la guardia costiera ma non c’è tempo da perdere, intanto provano a salvarne qualcuno.  Salvano 47, dice Vito “Non riuscivo a fermarmi”. L’incendio era scoppiato a bordo del barcone per una maglietta finita nel motore che aveva preso fuoco, sul barcone c’erano 520 migranti. Ne muoiono 368. La si pensi come si vuole ma davanti a centinaia di persone che chiedono di essere salvate, si può fare solo una cosa: cercare di salvarle.

L’impegno del Municipio II

Sul piazzale piccoli gruppi di persone si fermano incuriosite, forse preoccupate. In realtà la Stazione Tiburtina è già una delle zone di transito dei migranti che arrivano a Roma. Come ricorda Gianluca Bogino, assessore alle politiche sociali del Municipio II, “Per la Stazione Tiburtina transitano all’incirca 7000 migranti all’anno e sono tutte persone con grandi difficoltà, spesso con problemi di salute, che non sanno cosa fare e dove andare”. Bogino ringrazia gli scouts per l’impegno e il sostegno dato al progetto Welcome Net per cui il II Municipio ha stanziato 70.200 euro l’anno per quattro anni perché “I migranti che passano di qui spesso non sanno nemmeno i diritti che hanno, fra loro ci sono molti minori, hanno bisogno di una sosta e di consigli pratici per non trovarsi come accade, alla mercè di coloro che lucrano sulla loro condizione. Il progetto Welcome Center partirà a giorni. Perché, chiunque transiti nel nostro territorio ha diritto ad avere l’accoglienza che spetta ad ogni essere umano. L’accoglienza è stata organizzata dai cittadini, lo Stato non è mai abbastanza solerte, i soldi sono stati stanziati interamente dal Municipio II”.

Le associazioni no profit collaborano al progetto di accoglienza

Carmelo Borgia ha l’ultima parola per ricordare le associazioni no profit che già operano sul campo, come la Cooperativa Sociale onlus Ambiente e Lavoro per la gestione di servizi sociali e socio sanitari, per cui lui stesso ha lavorato, il presidio Boabab,  che ha rappresentato a lungo un punto di riferimento per gli immigrati, la Cooperativa Sociale Obiettivo Uomo che si occupa della gestione dei servizi alla persona, e che sono chiamate a collaborare per il funzionamento a pieno regime di Welcome Net e le associazioni che, da anni, operano sul territorio del Municipio II, da CivicoZero onlus, a Sos Razzismo e a Piuculture. Tutte queste realtà devono fare rete e coordinare le competenze relative a più situazioni, che riguardano in particolare le Stazioni ferroviarie, “città nelle città, con le loro caratteristiche. Ad esempio, la stazione Tuscolana è il punto d’incontro delle persone che vengono in prevalenza dall’Est Europa. La Stazione Tiburtina è di per sé la stazione dei transitanti, persone senza alcun diritto sbarcate a Lampedusa o Pozzallo. È importante coordinarsi anche con le forze dell’ordine”, dice Borgia, perché il fenomeno da gestire è significativo, “stiamo assistendo ad una forma di transumanza umana e l’unica risposta è quella di prenderla in carico, elaborando dati che ci consentano di dare risposte sempre più complesse, il nostro compito è quello di generare diritti e legalità. Non si devono fare miracoli ma gestire servizi a misura di territori”. Borgia esorta tutti a non diffidare ma a collaborare perché non c’è altro modo per far fronte alla situazione, “Sosteneteci, abbiamo bisogni di tutti” .

Testo Livia Gorini
Foto Alessandro Guarino
(29maggio2024)

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