Il CoroRaro: un coro “di frontiera” per unire il mondo

Cantare in un coro allena all’ascolto e alla ricerca dell’armonia, educa all’uguaglianza pensando all’unisono e provando le stesse emozioni; dà valore all’esperienza dell’incontro.
Cantare un repertorio multiculturale, con brani provenienti da ogni parte del mondo, in lingue diverse apre alle diverse culture e allarga gli orizzonti.
Questa è la filosofia del CoroRaro*.

Il CoroRaro in concerto
Il CoroRaro in concerto

Difficile annoiarsi ascoltando un concerto del CoroRaro: si viaggia dal Kenya alla Bulgaria, dal Sudafrica alla Corea passando per l’Italia. Difficile anche astrarsi dai tempi che si stanno vivendo, perché in ogni concerto c’è sempre il riferimento a un aspetto dell’attualità. E quest’anno uno dei brani inseriti nel repertorio è una ninna nanna per la pace con testo ebraico e testo palestinese.

Il Coro visto da chi lo dirige

Daniele Camiz (direttore): Quando anni fa ho accettato di dirigere il CoroRaro ero attratto dall’idea di cimentarmi nell’impresa di mettere insieme voci e persone diverse in modo da fonderle in un tutto armonico, perché la diversità è un valore. In fondo possiamo dire senza peccare di presunzione che si tratti della riproposizione in piccolo dell’idea che ha ispirato Daniel Barenboim quando ha fondato la West Eastern Divan Orchestra, formata da musicisti ebrei, palestinesi, libanesi, egiziani ecc.
Nel nostro caso le diversità sono le persone ciascuna con la sua voce, la sua storia, e il punto di unione è la voglia di produrre buona musica.

Marida Augeri (preparatrice vocale): Dirigere un coro è offrire a chiunque uno strumento in più di comunicazione col mondo, “parlare” non con le parole ma con i suoni. I suoni sono onde prodotte da vibrazioni, cioè forme di oscillazioni. E l’oscillazione è la chiave di lettura dell’universo: tutto comunica tramite oscillazione dalle stelle ai sistemi biologici ai suoni. È la vita. E quando si realizza la fusione di suoni ed emozioni è un momento magico, come è accaduto in un recente concerto, in cui abbiamo cantato insieme ad altri cori Earth Song (M. Jackson ’95), arrivato dritto al pubblico che ha percepito e condiviso questa fusione.

Dirigere un coro amatoriale come il Coro Raro per voi professionisti è un limite?

D.: Generalmente chi entra a far parte di un coro senza competenze specifiche è molto autocritico, quindi tende a voler superare i propri limiti. E questo è bello anche per noi maestri, perché significa trasformare un limite in un vantaggio. In fondo si tratta di una sfida: accettare chiunque, anche con debolezze vocali e senza competenza musicale specifica, per riuscire a produrre bellezza. Il fatto, inoltre, che il CoroRaro sia composto da persone non giovani rappresenta un altro aspetto della sfida.

M.: Mi piace definire il CoroRaro un ‘coro di frontiera’. La frontiera è un luogo di passaggi, difficile ma fecondo, vi si incrociano tante diversità in movimento; la si attraversa e si parte per un nuovo viaggio musicale. E noi siamo aperti a farci attraversare da chiunque.

Sul repertorio: sin dalla sua nascita (1997) il CoroRaro esegue “musica dal mondo”. Che significa per voi professionisti lavorare con questo tipo di repertorio?

D. e M.: Per noi è un altro aspetto della sfida: riuscire a tradurre linguaggi musicali e vocali diversi, provenienti da culture altre nella realtà delle voci che ci sono. Ovviamente non è possibile riprodurre le vocalità, per esempio, di un canto sardo dei Tenores de Bitti o un brano del Ghana, ma questo è stimolante perché spinge a trovare soluzioni creative.

Quest’anno nel repertorio c’è una Ninna nanna per la pace, composta da un testo ebraico Numi-Numi e uno arabo Yalla Tnam Rima. Perché questa fusione?

D.: Perché nei brani che scegliamo e nei concerti che facciamo c’è sempre un messaggio simbolico, e in questo nostro tempo in cui la guerra è così vicina a noi proporre un brano del genere ha ancora più senso. La musica unisce, per questo ho pensato di fare un arrangiamento che mettesse insieme testo ebraico e testo arabo.

M.: In questa ninna nanna ci sono due madri che vibrano con le loro bambine in braccio. Non ci sono nazionalità né frontiere; è la loro stessa natura di madri a renderle universali.

* Coro amatoriale fondato all’interno del Centro Didattico Musicale nel 1997 da Andrea Sangiorgio e dal 2016 diretto da Marida Augeri e Daniele Camiz. Dal 2016 si riunisce ogni lunedì sera nella SalAgnini nel quartiere Monte Sacro.

Il CoroRaro partecipa alla Festa della musica, il 21 giugno alle 19.30, presso la Sala Consiliare del III Municipio, piazza Sempione n. 15

Luciana Scarcia
(13 giugno 2024)

Leggi anche:
La pace come esercizio di realismo, metodo, unità
Terza giornata di cultura araba: dialogo e cultura al servizio della pace
Estate in musica con la playlist di Piuculture