La PACE come esercizio di realismo, metodo e unità

La cultura della pace nel discorso del Presidente Mattarella

Che significa cultura della pace lo ha chiarito il Presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno. Non buonismo né neutralità, bensì un modo di essere, un metodo per agire, un comportamento nelle relazioni.

Il Presidente della Repubblica

La pace richiede impegno contro le cause di guerre e violenza

Si prova angoscia se si pensa alla rapidità con cui è cambiato il nostro mondo, tormentato da guerre, conflitti e violenze negli atti, nelle parole, nei pensieri. Il numero dei conflitti armati, con l’impressionante quantità di morti, è il più alto dalla fine delle guerre mondiali; le spese militari sono aumentate ovunque, ma in modo particolare proprio in Europa, patria dei diritti (+13% negli ultimi 30 anni), come risulta dall’ultimo Rapporto SIPRI.
E l’angoscia cresce perché le scelte politiche sembrano allontanarsi dalla ricerca condivisa di soluzioni ai diversi conflitti. Ogni Stato pensa a rafforzarsi all’interno dei propri confini, anziché cercare di praticare la strada della collaborazione.

Non c’è pace senza lotta a povertà e emarginazione

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un deterioramento delle relazioni sociali, a una svalorizzazione del principio della solidarietà, a una diffidenza o addirittura rifiuto delle diversità, soprattutto quando si presentano con il colore nero della pelle e si manifestano nella forma della fragilità e del bisogno. Basta uscire di casa per incontrare tanti soggetti fragili nelle strade, come gli stranieri: pur visibili e necessari, ma senza voce, anzi da relegare ai confini, come dimostra la confermata scelta di esternalizzare nel nuovo Patto per Immigrazione e Asilo.
Però, si sta anche facendo strada la consapevolezza che non si può più stare ad aspettare il mondo della politica, perché è in gioco il futuro dell’umanità. Bisogna agire ora, sapendo che non può esserci pace duratura se crescono diseguaglianza e ingiustizia sociale.

La pace nel discorso del Presidente Mattarella: esercizio di realismo, educazione e unità

Nello scenario angosciante del reale il discorso del Presidente Mattarella rappresenta una luce che alimenta fiducia nel futuro. È nel cercare di risolvere i problemi della società con spirito di solidarietà e realismo che si trova la direzione da intraprendere, evitando che a dettare le regole siano i poteri economici.
La violenza “nasce da quel che c’è nell’animo degli uomini, dalla mentalità che si coltiva, dagli atteggiamenti che si manifestano”, per questo c’è bisogno di educazione, ispirata ai valori fondamentali della convivenza: il riconoscimento della pari dignità di ogni persona; il rispetto dell’altro e delle idee altrui; la condivisione dell’idea che nessuna decisione economica o politica deve sacrificare i diritti umani.
Nella nostra società abbiamo già gli anticorpi per combattere il “culto della conflittualità”; li troviamo nell’esempio di tanti giovani che si organizzano e si impegnano là dove vedono il bisogno, perché l’amore è “dono, gratuità, sensibilità”. Le loro storie “ci dicono che uniti siamo forti” e che la partecipazione è un contributo al bene comune.
Ed è qui, in questo messaggio per l’unità, che troviamo la conferma del ruolo fondamentale della figura super partes del Presidente della Repubblica e il senso dello stare insieme.

Testo integrale del messaggio di fine anno del Presidente Mattarella 

Luciana Scarcia
(04 gennaio 2024)

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