Il messaggio di fratellanza di papa Francesco

Resterà negli occhi e nel cuore l’immagine del Papa che ha mostrato il suo corpo sofferente e fragile alla vigilia della morte e con voce flebile dare la benedizione: corpo di uomo tra gli uomini.In questo è il carattere universale del suo pontificato.

 

Fratellanza e misericordia

Fratellanza e misericordia sono le parole che hanno attraversato l’operato di Papa Francesco e che non si inquadrano solo nella sfera etica ma anche teologica: nell’ascolto dell’altro che soffre c’è la presenza di Dio.
In questo mondo in frantumi tormentato da guerre, violenza e odio il suo pontificato è stato un faro per la pace, per il dialogo al di là delle diverse posizioni, senza esclusioni, chiedendo a tutti, religioni comprese, di costruire ponti anziché contrapposizioni. E questo è il messaggio che ha portato in tutti i suoi viaggi: da quello a Bangui, Centrafrica, una delle zone più tormentate da guerre a quello nel Sud-Sudan (2019), in cui ha compiuto il gesto sconvolgente di chinarsi a baciare i piedi dei capi delle due fazioni opposte. Non ha mai smesso di fare appelli contro l’indifferenza e l’oblio del dolore provocato dai conflitti in Ucraina e in Palestina. Senza dimenticare i detenuti, a cui nel Giovedì Santo ha fatto visita a Regina Coeli.

La Pastorale dei migranti

L’attenzione ai migranti è stata una costante nel pontificato di Francesco; anche nel suo ultimo messaggio di Pasqua, il giorno prima di morire, ha voluto rinnovare l’invito ad avere fiducia negli altri, “anche in chi proviene da terre lontane e ha modi vivere e idee diversi dai nostri … perché siamo tutti figli di Dio”.

      • Pochi mesi dopo il suo insediamento, l’8 luglio 2013, papa Francesco andò a Lampedusa, gettò in mare una corona di fiori per arrivare simbolicamente alle migliaia di migranti morti nel Mediterraneo e pronunciò un discorso che invitava a opporsi “alla globalizzazione dell’indifferenza”, ponendo a tutti noi queste domande: “Dov’è tuo fratello?”, “Il grido di tanti fratelli oppressi arriva a noi? Ci scuote? Ci commuove?”
      • Nel 2015, quando ci fu la protesta dei migranti bloccati al confine di Ventimiglia, approvò l’opera di quanti portavano loro aiuto e chiese alla comunità internazionale di adoperarsi per prevenire le cause delle migrazioni.
      • L’anno dopo in visita al centro Rifugiati dell’isola di Lesbo disse che i migranti prima che numeri sono persone, storie, relazioni.
      • L’Enciclica Fratelli tutti del 2020 ribadisce che i diritti delle persone non conoscono frontiere e che non ci salva da soli.
      • Per capire pratiche e modelli di accoglienza e integrazione, nel 2023, andò a Marsiglia a chiudere l’incontro dei vescovi dei Paesi mediterranei, dedicato alle sfide della migrazione.
      • Nel febbraio 2025 commentando il programma di Trump di deportazioni di massa dei migranti, ha usato parole chiare e nette per invitare chi ha “una coscienza rettamente formata” a esprimere dissenso verso misure che identificano il migrante irregolare come un criminale

    Numerosi sono gli interventi pubblici, in cui il Papa ha denunciato la gravità del respingimento dei migranti, considerandolo un peccato grave, e ha chiesto ai governi di garantire migrazioni sicure e regolari e di combattere la criminalità che sfrutta la vulnerabilità delle persone in fuga. E sul terreno economico e sociale ha parlato anche della sfida demografica e del nostro bisogno di immigrati.

    Luciana Scarcia
    (23aprile2025)

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