La vita dei cittadini stranieri, intervista tv di Papa Francesco

Migranti, lavoro, famiglia, ambiente, guerre, società: queste alcune delle grandi tematiche affrontate da Papa Francesco nell’intervista del 6 febbraio scorso durante la trasmissione Rai Che tempo che fa di Fabio Fazio. Non è la prima volta che un Pontefice concede un’intervista alla televisione italiana, ma Papa Francesco può di certo vantare il picco di ascolti con oltre 6milioni di telespettatori raggiunti nel corso della serata. L’intervento del Papa ha ripreso, in particolare, le fila di un discorso più che mai attuale, talvolta dimenticato dall’arena politica e giornalistica: la vita dei cittadini stranieri.

Accogliere e non voltarsi dall’altra parte

“C’è un problema di categorizzazione” ha commentato il Pontefice, riferendosi alle recenti notizie di morti in mare al confine tra Grecia e Turchia. “Ci sono delle categorie, di primo e di secondo posto. Al primo in questo momento, mi dispiace dirlo, ci sono le guerre. La gente è al secondo posto”, ne sono un esempio, secondo il Papa, i bambini dello Yemen che da dieci anni vivono le ripercussioni della guerra; o il caso di Alan Kurdi e “dei tanti altri che non conosciamo. Questi non contano, almeno: non sono al primo posto, c’è gente che gli vuole bene, che cerca di aiutarli, ma nell’immaginario universale quello che conta è la guerra, la vendita delle armi”.


“La guerra è un controsenso della creazione, fare la guerra significa distruggere” ha osservato il Papa anche in riferimento alle più recenti notizie dall’Ucraina. Soffermandosi sull’attualità, quella più tragica, il Pontefice si è espresso sulle stragi in mare e sui respingimenti, riproponendo la già nota metafora del Mediterraneo come “grande cimitero, il più grande d’Europa”.



Il Papa non teme di definire “lager” i campi di prigionia libici: “quanto soffrono nelle mani dei trafficanti coloro che vogliono fuggire. Soffrono e poi rischiano per attraversare il Mediterraneo”, dovendo assumersi il rischio di essere rimandati indietro o di non essere salvati.



Ed è sul fenomeno dei respingimenti che Papa Francesco richiama l’attenzione perché vengano adottate azioni politiche migratorie “intelligenti e continentali”, perché “ogni Paese deve dire quanti migranti può accogliere. C’è l’Unione Europea, bisogna mettersi d’accordo, così si crea un equilibrio, in comunione”.



La tentazione, secondo Papa Bergoglio, è sempre quella di “girarsi dall’altra parte: vediamo bambini che muoiono, migranti annegati, le ingiustizie le vediamo anche nei nostri Paesi. Con i media vediamo tutto ma prendiamo distanza e guardiamo da un’altra parte. Non basta vedere, è necessario sentire, toccare”.
L’invito, infine, è quello di pensare ai cittadini stranieri non come minaccia ma come risorsa, cercando di accogliere, accompagnare, promuovere, integrare nella società.


 

Giada Stallone
(15 febbraio 2022)