Gaza: l’Occidente democratico ha tradito le sue promesse?

Intervista a Yousef Salman

Le vicende mondiali e la parola guerra ritornata nel lessico quotidiano hanno per poche ore ricacciato in un cono d’ombra la tragedia di Gaza, che però ritorna in primo piano insieme al senso di impotenza e vergogna:

Gaza, distruzione e vergogna per noi
Gaza, distruzione e vergogna per noi. Fonte MSF
  • 18 mesi di bombardamenti!
  • Oltre 56mila morti!
  • 25 giugno: 400 palestinesi uccisi mentre aspettavano i rifornimenti di cibo!
  • Più di 20.000 i bambini senza genitori, denutriti e affetti da patologie! (dati rainews)

“La guerra è sempre una brutalità, ma quando le vittime sono i bambini vuol dire che il mondo ha perso la sua umanità” afferma Yousef Salman, medico pediatra palestinese da molti anni in Italia, presidente della Comunità Palestinese di Roma
e Lazio e delegato della Mezzaluna Rossa Palestinese.

“I sentimenti di noi palestinesi che viviamo in Italia sono di dolore per il genocidio in atto e di rabbia per l’inadeguatezza della reazione degli europei; ma anche di fiducia perché un popolo che resiste e lotta per una giusta causa non potrà mai essere sconfitto. Il popolo palestinese ha in sé una grande forza che gli deriva dalla speranza che la giustizia e la pace avranno la meglio sulla barbarie.”

Che giudizio dà della posizione dell’Europa?

“L’Unione Europea, patria del Diritto, ha un atteggiamento ipocrita perché, non assumendo una posizione chiara, sta calpestando il Diritto internazionale, quello umano e anche il buon senso — due commissioni indipendenti delle Nazioni Unite a marzo e giugno, la relatrice speciale delle Nazioni Unite Francesca Albanese, varie ONG per i Diritti umani hanno accusato Israele di genocidio —. Mentre dovrebbe esigere con fermezza che Israele si ritiri dai territori occupati e vengano applicate le risoluzioni della comunità internazionale, oltre ovviamente a riconoscere uno Stato palestinese. Questa è l’unica strada per arrivare a una pace duratura.”

Quali prospettive vede nell’immediato per la questione palestinese?

“Intanto mi aspetto che l’Europa prenda finalmente una posizione decisa per fermare immediatamente la distruzione; per il futuro prossimo la soluzione a cui lavorare è quella della costituzione di un unico Stato libero e democratico in cui convivono i due popoli. Altre soluzioni non ci possono essere, come anche la Storia ha dimostrato (Vedi sintesi storica sotto).
La lotta palestinese non è mai stata una lotta religiosa: gli ebrei sono nostri fratelli, con loro abbiamo vissuto per secoli e vogliamo continuare a farlo. La nostra lotta è contro questo regime criminale, condannato dalla Corte Penale Internazionale, che porta avanti un progetto colonialista con gli Stati Uniti d’America, che sono i primi responsabili di questo genocidio.”

Ricordare la storia

“Molti giornalisti fanno partire la distruzione in atto in Palestina dal 7 ottobre, ma bisogna andare ancor prima del 1948 e ricostruire le tappe della storia di questa terra:

fine XIX secolo espansione coloniale dell’impero britannico

 

1917 Dichiarazione Balfour, che impegnava il governo britannico ad assicurare una ‘dimora nazionale’ al popolo ebraico in Palestina, allora sotto l’Impero ottomano, senza però pregiudicare i diritti delle comunità non ebraiche che lì vivevano; ricordiamo che lo stesso Th. Herzl, considerato il padre del sionismo, sosteneva che bisognava garantire alle popolazioni che vivevano in quei territori la possibilità di conservare i propri usi e costumi

 

1948

 

proclamazione dello Stato di Israele negli stessi territori abitati dai palestinesi, riconosciuto dagli USA; e già questo chiarisce quanto sia falso credere che si tratti del perdurare di un conflitto religioso, in realtà mai esistito

 

1967

 

 

occupazione israeliana di Cisgiordania e Gaza, seguita alla guerra dei sei giorni
1993

 

accordo di Oslo, in cui ci fu un reciproco riconoscimento che doveva preludere alla costituzione di due popoli e due Stati, ma non seguirono i fatti, tanto che proseguirono le occupazioni di terre da parte dei coloni israeliani

 

2013

 

visita del presidente Obama a Israele e territori occupati, durante la quale affermò la necessità di un duraturo accordo di pace con il reciproco riconoscimento

 

 

Ricordare la storia ci serve per dimostrare che quello che succede oggi a Gaza, e tutti ne siamo informati, riguarda anche la sorte delle istituzioni democratiche di tutto l’Occidente.

Luciana Scarcia
(26 giugno 2025)

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