I Buena Vista Social Club salutano Roma al Parco della Musica

L'Orquesta Buena Vista Social Club si è esibita il 17 luglio all'Auditorium Parco della Musica di Roma per l'Adios Tour che li porterà per l'ultima volta in Europa
L’Orquesta Buena Vista Social Club si è esibita il 17 luglio all’Auditorium Parco della Musica di Roma per l’Adios Tour che li porterà per l’ultima volta in Europa

Virtuosismi al pianoforte che graffiano l’anima. Note che si rincorrono, rallentano e indugiano, poi di nuovo accelerano, portandosi dietro i quasi 3.000 cuori che riempiono platea e galleria. Che esplodono quando i musicisti del Buena Vista Social Club entrano trionfali sul palco.
Inizia così il concerto all’Auditorium Parco della Musica di Roma nell’ultimo tour dell’orchestra che ha fatto la storia della musica cubana.

I Buena Vista Social Club regalano a Roma quell’alchimia che sempre li ha contraddistinti, che ha fatto sognare intere generazioni e gli è valsa un Grammy nel 1998. Mandinga, El Carretero, A la luna yo me voy, Bruca Maniguá. Corde accarezzate, fiati sospirati e percussioni in tumulto. Il battito della clave e quelle voci che entrano dentro.

Nel concerto all'Auditorium Parco della Musica di Roma alcuni membri storici del Buena Vista Social Club come Eliades Ochoa, Guajiro Mirabal, Barbarito Torres, Jesus
Nel concerto all’Auditorium Parco della Musica di Roma alcuni membri storici del Buena Vista Social Club come Eliades Ochoa, Guajiro Mirabal, Barbarito Torres, Jesus “Aguaje” Ramos e la reina Omara Portuondo

Scoppia l’ovazione quando entra lei, la reina dei Buena Vista Social Club: Omara Portuondo. 84 anni di struggente sensualità e incontenibile carisma. Solleva le braccia e tutto il pubblico si alza con lei. Parte il battimani ritmico, la cavea inizia a ondeggiare, scappano urla e fischi di acclamazione per questa donna travolgente, per la sua voce limpida, per quel passo di danza al quale non rinuncia.

Ma subito dopo scende il silenzio quando annuncia quella canzone che le ha insegnato il padre e che lei era solita cantare insieme a Ibrahim Ferrer: “Qué te importa que te ame si tú no me quieres ya? El amor que ya ha pasado no se debe recordar…”. Canta il peso di un’assenza Omara Portuondo, con l’intensità dolorosa di un’artista che alla musica ha dato tutto.

Sold out, emozioni forti, una serata unica che ha fatto sognare il pubblico dell'Auditorium Parco della Musica di Roma
Sold out, emozioni forti, una serata unica che ha fatto sognare il pubblico dell’Auditorium Parco della Musica di Roma

E si continua così, con brani che viaggiano tra malinconici amori e ritmi prorompenti: “Siempre que te pregunto que cuando, como y donde tu siempre me respondes quizás, quizás, quizás”. E nella magia dell’orchestra zampillano le prodezze della chitarra di Eliades Ochoa, della tromba di Guajiro Mirabal, del laud di Barbarito Torres, delle percussioni di Idania Valdés.

Sempre eleganti i Buena Vista Social Club, sempre capaci di portare con sé l’alma de Cuba. Sempre vicini al loro pubblico, che non vuole lasciarli andare via e chiede il bis. “Dos gardenias para ti con ellas quiero decir: te quiero, te adoro”. E si balla ancora, in platea e in galleria. Con i Buena Vista si balla e si sogna, sempre.

Sandra Fratticci
(28 luglio 2014)

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