Sta per iniziare l’incontro con Riccardo Staglianò, oggi ospite di #Infomigranti per parlare di #inchiesta e #reportage
— Redazione Piuculture (@RPiuculture) 12 Maggio 2015
– Roma – In questa maniera eloquente parte il 12 maggio il live tweeting della lezione di Infomigranti sull’inchiesta, a cura dello scrittore e giornalista di Repubblica, Riccardo Staglianò. La curiosità e l’aspettativa sono palpabili nell’aula Starlin Arush d’Intersos. Puntuali ed attenti gli allievi di Infomigranti e i redattori di Piuculture siedono stavolta dalla stessa parte quella del pubblico. Il relatore d’eccezione cattura immediatamente l’attenzione:
Il cartaceo scende, l’#online sale: è così che cambia il #giornalismo. “Nel futuro le redazioni saranno “fuse” ” — Redazione Piuculture (@RPiuculture) 12 Maggio 2015
E soprattutto
“Fare #giornalismo di prima mano costa un sacco di energie: è una merce lussuosa” — Redazione Piuculture (@RPiuculture) 12 Maggio 2015
Staglianò ribadisce come sia fondamentale esercitare costantemente il dubbio, fuggendo la certezza di conoscere già la realtà prima ancora di essersi confrontati con essa. “Dedicare tempo alle storie e prendere tanti appuntamenti per costruire l’articolo”.
Come si lavora per una buona inchiesta dunque? “Si studia tutto lo scibile. Io di solito faccio una rassegna delle informazioni che ho raccolto sopratutto su google news in inglese. Ideale sarebbe arrivare al momento delle interviste quasi con un pezzo tra le mani, una sorta di sicurezza preventiva!” In sintesi:
Se non si hanno gli strumenti per decodificare la realtà si è manipolabili, non si fa buon giornalismo. — Redazione Piuculture (@RPiuculture) 12 Maggio 2015
Il secondo passo è prendere appuntamenti con i contatti individuati. “Molte informazioni si ricavano solo con un certo grado di confidenza, per quello è fondamentale trascorrere del tempo con l’intervistato, metterlo a proprio agio, mangiare con lui, se fosse possibile si dovrebbe dormire nella sua casa”. La rete che il giornalista riesce a tessere si compone anche di un terzo grado “una persona che avete contattato può portarvi ad un’altra e così via, in quel modo avrete un bacino sempre più ampio di collegamenti e potrete costruire ed ampliare la vostra storia”.
“Bisogna essere pronti a farsi stupire: la realtà ci sorprende in continuazione” @rsta — Redazione Piuculture (@RPiuculture) 12 Maggio 2015
Non costruire il pezzo o sedimentare un’idea prima di averne avuto dimostrazione nella realtà. L’esempio pratico è il reportage realizzato a Brescia “Né con l’Is, né con gli spernacchiatori del Profeta. Questa […] è la terza via bresciana. Doppiamente interessante perché è espressione di un posto dove gli immigrati sono molti, quasi tre volte la media nazionale (il 22 per cento dei residenti), e molto integrati, perché questi lombardi ruvidi ma pragmatici tendono a misurare gli uomini con il metro laicissimo della voeuja de laurà. Almeno fino a oggi” scrive Staglianò su Il Venerdì di Repubblica lo scorso 24 aprile. Perchè integrazione è anche aver il potere di non essere d’accordo. Ed alle tante domande, dette o pensate dagli ascoltatori presenti, Staglianò risponde con un incentivo ed una battuta:
Come ricavare le idee per un pezzo? Osservando, leggendo, mantenendo viva la curiosità rispetto alla realtà: gli spunti sono ovunque — Redazione Piuculture (@RPiuculture) 12 Maggio 2015
Lezioni dal #giornalismo americano: “If your mother says ‘I love you’, double check it” — Redazione Piuculture (@RPiuculture) 12 Maggio 2015
Nella certezza che l’etica giornalistica dipenda sempre dal nostro datore di lavoro, il lettore.
Piera Francesca Mastantuono
(13 maggio 2015)
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