Con gli occhi dei migranti è il titolo del pomeriggio di formazione organizzato il 24 marzo presso la LUMSA da Good Morning Youth, Associazione A buon diritto e l’Ordine dei giornalisti del Lazio. Data la lista d’attesa, oltre i 180 posti previsti, l’argomento sembra essere di grande interesse. La ragione appare chiara sin dal primo intervento: Mare Nostrum, Triton, media e stranieri. Ad aprire l’incontro è Enrico Pacioni, capo dell’ufficio stampa della Marina Militare, “i flussi migratori necessitano di una gestione, più che di un controllo. Dal 1959 la marina vigila sulle acque e nel 2004 sono arrivate le operazioni constant vigilance e Frontex della UE, la prima per il controllo dei flussi migratori e la seconda per il controllo delle frontiere marine. Ma è stata la tragedia del 3 ottobre 2013, a cambiare la percezione di quanto di fatto avvenisse in mare”. Pacioni rivendica l’importanza dell’operazione Mare Nostrum, conclusasi alla fine del 2014. “I suoi obiettivi erano il contrasto ai trafficanti di esseri umani e il controllo sanitario a bordo navi onde evitare contagio malattie. Oltre naturalmente, alla salvaguardia della vita in mare dei migranti.
Triton, oggi, coinvolge 6 nazioni, Francia, Islanda, Italia, Malta, Romania, Svezia. “Con questa operazione si tratta, più che altro, di controllo. E se l’obiettivo è stabilizzare l’area del Nord Africa, le navi stanziate non saranno in grado, durante il periodo estivo, di sostenere il flusso”, conclude Pacioni.
Il portavoce UNICEF Italia, Andrea Iacomini, prosegue sulla medesima china, denunciando in particolare, l’attenzione rivolta al tema dei minori migranti ed il loro, triste, non far notizia “un mio servizio sui bambini siriani è stato eliminato dal palinsesto per parlare dei dieci modi per evitare la disidratazione del gatto” è l’amaro racconto. “E’ urgente una presa di responsabilità, questi esodi sono figli delle situazioni che abbiamo contribuito a creare”.
D’altronde, il tono d’allarme e la paura sono quelli prediletti nelle notizie che riguardino i minori migranti è quanto si evince dalla disamina delle docenti Francesca Ieracitano e Camilla Rumi. Bisogna uscire dalla fase emergenziale e l’intervento conclusivo di Nicoletta del Pesco di Piuculture con gli allievi di Infomigranti va esattamente in questa direzione. Infatti, pur consapevoli delle molteplici problematiche dei migranti e dei giornalisti che se ne occupano, rimane insoluta una domanda: e poi?
Ovvero, una volta constatata la tragicità della situazione, quali misure si possono mettere in campo per contrastarla? Con il laboratorio di Infomigranti si cerca di dare una risposta, autentica ancorché spinta da passione e voglia di realizzare un obiettivo grande, importante.
“A cinque anni dalla pubblicazione di Piuculture abbiamo capito che la differenza nel raccontare l’intercultura era avere una redazione mista, che includesse giovani di origine straniera, così è nato Infomigranti, reso possibile grazie all’8×1000 della Chiesa Valdese” racconta la direttrice di Piuculture.it. La parola passa subito agli allievi di Infomigranti: Ania, Cristina, Mirela ed Henrry diventano così relatori di fronte ad una platea di giornalisti. “Comunicare è difficile, spesso anche tra persone della stessa cultura, ma entrare in moschea è stata una bella prova, e poi lì, mimetizzarmi, era difficile!” racconta Ania che viene dalla Polonia. Pragmatico e propositivo è l’intervento di Cristina “In Italia sto migliorando le mie esperienze in giornalismo e mi sto rendendo conto delle differenze tra la stampa italiana e spagnola, noi non abbiamo l’ordine dei giornalisti!” La crescita è l’elemento centrale del racconto di Mirela “il cambiamento tra il primo pezzo che ho scritto ed il secondo mi ha dato la misura di quanto posso apprendere”. La conclusione è affidata ad Henrry, “chiudete gli occhi per favore, è un gioco, possono partecipare anche quelli che sonnecchiano” e sono proprio i pigri a risvegliarsi “immaginate di essere nel paese che vorreste e dove però, realizzare il vostro sogno, sarà più difficile. Dovrete superare pregiudizi e tollerare di veder raccontata la vostra storia nella maniera sbagliata. Mi sono candidato ad Infomigranti perché Piuculture racconta tutto questo in modo diverso, ascoltando”.
Mettere in evidenza qualcosa e farlo in una maniera etica, professionale, avendo ben chiari i dati, le denunce, ma anche l’orizzonte ed i percorsi tracciati, è il senso del pomeriggio trascorso, nell’auspicio che non rimanga isolato, ed avendo ben inforcate le lenti che i migranti ci forniscono ogni giorno per guardare il mondo.
Piera Francesca Mastantuono(26 marzo 2015)LEGGI ANCHE:
- Mos Maiorum: 19.234 migranti e 257 trafficanti fermati
- Amnesty: l’Europa non può accettare ancora morti in mare
- Da Mare Nostrum a Triton: la Marina annuncia il passaggio definitivo
- Infomigranti: quando la diversità è comunicazione
- Un viaggio alla scoperta della grande moschea di Roma
- FEDERFIL premia i lavoratori filippini in Italia
- “Forum Internazionale della donna peruviana in Europa”: il Perù festeggia l’otto marzo
- L’altra faccia dell’Islam: la Grande Moschea contro il pregiudizio
- Tradizioni bengalesi a Roma, In sari per la festa della donna
- Un venerdì alla Grande Moschea : profumi e colori arabi