19 giugno: è il venerdì in cui ha inizio il Ramadan per i musulmani. Il caldo e il digiuno non frena i fedeli a raggiungere la Grande Moschea anche da posti lontani da Roma: il Ramadan riunisce i fedeli provenienti da svariati paesi del mondo. La fede spesso è l’unico mezzo su cui fare affidamento quando ci si sente soli in un paese straniero. Spesso però si scontra con la diffidenza dovuta a storie difficili che molti si portano dietro e che riduce la speranza e la fiducia nel prossimo.
Mohammed, rifugiato politico afghano, non nasconde la sua amarezza per la situazione in cui riversano molti musulmani, spesso oggetto di pregiudizi che rendono la loro vita ancora più difficile. “Chi arriva qui dalla guerra e dalla povertà spera in una vita migliore in un paese straniero, ma spesso il prezzo che deve pagare è il disprezzo degli italiani che lo vedono come un peso” spiega. “Uno straniero si ritrova solo e se chiede aiuto corre il rischio di essere ingannato e truffato da persone disoneste che vogliono approfittare della sua vulnerabilità per trarne benefici, quando necessiterebbe di cose più elementari: cibo, casa, assistenza medica. In molti si ritrovano per strada abbandonati a sé stessi.”
Forse non è il giorno migliore per chiedere informazioni sui servizi di cui hanno bisogno gli stranieri, ma ascoltando le storie di queste persone si può in parte comprendere l’atteggiamento di diffidenza e sfiducia. È importante capire che dietro ogni comportamento c’è un vissuto, spesso difficile e pieno di ostacoli e la conseguente paura di fidarsi.
Il servizio più importante risulta essere l’assistenza per i documenti, il permesso di soggiorno: senza questo è difficile accedere ad altri servizi. Ci sono principalmente due gruppi di persone e di esigenze: gli stranieri che vivono in Italia da molti anni e quelli che sono arrivati da poco e sono in cerca di una sistemazione. I primi, sono quasi del tutto integrati, molti lavorano, hanno una casa, mandano i figli a scuola e parlano perfettamente l’italiano. Per queste persone il servizio più utile sarebbe l’assistenza burocratica per la richiesta della cittadinanza italiana e in qualche caso l’inserimento nel mondo del lavoro, che risulta oggi sempre più difficile anche per gli stranieri. Gli altri spesso devono partire da zero, dalle cose più basilari come l’alloggio e il cibo, quindi assistenza legale per i documenti e poi tutto il resto: medico, corsi di lingua italiana, lavoro o istruzione superiore. Due fratelli adolescenti macedoni sottolineano l’importanza dell’istruzione come arma contro l’ignoranza e valido strumento d’integrazione.
Una preghiera, quella dell’inizio Ramadan, che porti un messaggio di speranza per tutti i musulmani, specialmente quelli che ormai non hanno più il coraggio di sperare.
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Foto di: Veronica Adriani, Giulia Castellano, Marzia Marino, Ilaria Moretti, Giuseppe Marsoner.
Ana Maria Tarasiewicz
(2 luglio 2015)
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