Infomigranti: il giornalismo che non conosce stranieri

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“Non si è creato un ponte tra l’Italia e i nostri paesi, ma tra la Moldavia e le Filippine, tra il Perù e la Romania, tra la Serbia e la Spagna. E credo che questa passione per le altre culture la conserveremo nel nostro percorso di vita, con la consapevolezza che siamo tutti stranieri al mondo”, così Violeta riassume l’esperienza di Infomigranti. Il laboratorio di giornalismo e comunicazione interculturale per i dieci partecipanti si è concluso lunedì 27 luglio con la consegna dei diplomi tra i libri della Biblioteca Leopardi e una festa di sapori e tradizioni da tutto il mondo.

Nella platea di genitori e amici anche la presidente di Piuculture Lia Ghisani, l’assessore del Municipio II Emilia La Nave e Susanna Pietra a rappresentare la Chiesa Valdese. “Abbiamo deciso di sostenere questo progetto perché ci piaceva l’idea che il nostro paese possa essere di tutti, degli italiani e degli stranieri, da poco o da tanto tempo in Italia. A voi che avete partecipato al laboratorio è affidato il compito di sostenere questo messaggio, qualunque sia il vostro futuro lavorativo”, ha commentato la responsabile dell’Ufficio 8 per Mille.

È stata una serata carica di soddisfazione per i ragazzi che, in questi mesi, si sono misurati con esercizi di scrittura, esigenze tecniche e ore di esplorazione del territorio. “Abbiamo faticato, non solo in aula. Anzi il sabato, giorno di lezione, è stato il meno impegnativo”, dice Mirela, tra le partecipanti. E in effetti la teoria è stata solo il punto di partenza. I ragazzi hanno lavorato in gruppo alla mappatura dei servizi gratuiti per gli stranieri verificandoli uno ad uno, hanno tradotto le informazioni in lingua tagalog e rumena, hanno incontrato le comunità in festa, hanno raccontato e scoperto culti e tradizioni.

Ma Infomigranti è stato un banco di prova anche per la redazione che ha sperimentato la differenza tra saper fare e saper insegnare.”Con Piuculture ho scoperto che qualcuno ha il coraggio di parlare degli stranieri in maniera diversa. Mi sembra che i giornalisti siano immersi in un mare di negatività quando trattano di immigrazione: furti, clandestinità, delinquenza. Ma c’è chi va controcorrente e balza fuori dall’acqua per guardare oltre”, dice Ania.

A sentirli parlare, però, la fatica è stata ripagata tutta, sia sul piano professionale che su quello personale: “Dopo questa esperienza vorrei essere come una porta per la mia comunità, per far entrare altre culture e accogliere tutti”, commenta Louie Ann. “Le competenze acquisite ci saranno utili per il nostro futuro”, aggiunge Jalila.

Settimana dopo settimana le lezioni hanno preso la forma delle riunioni di redazione. Da Aleksandra, serba, in fuga dal conflitto che ha segnato la storia degli anni ‘90 a Cristina in viaggio dalla Spagna per amore: ognuno di loro ha tutte le carte in regola per interpretare al meglio migrazioni e culture. “Ci siamo resi conto che non coinvolgendo chi ha vissuto certe storie sulla sua pelle, ci perderemmo una parte importante”, dice Nicoletta del Pesco, direttrice di Piuculture.

Raccontare le comunità per la redazione è un po’ come viaggiare. Seguire i ragazzi di Infomigranti è stata come una lunga permanenza nei loro paesi d’origine. Grazie alla quale si è consolidata la convinzione che non esistono pregiudizi incrollabili, negativi o positivi che siano.

Al di lá di bilanci e prospettive future, la serata si è conclusa nel pieno rispetto della tradizione culinaria di redazione. Il tour alla scoperta dei sapori è partito dagli involtini filippini di L.A. per arrivare all’italinissima crostata, omaggio del forno Pane e Pazienza, passando per le palacinke rumene di Violeta e le pizzette marocchine di Jalila.

A percorso concluso e a pancia piena siamo sicuri che qualcuno proseguirà questo percorso sulle nostre pagine, immaginiamo che qualcuno ne troverà delle altre e che qualcun altro ancora avrà scoperto i trucchi di questo mestiere per usarli in un’altra professione. Ma ci auguriamo che tutti abbiamo concluso Infomigranti con lo stesso pensiero di Violeta: al mondo chiunque è straniero, o nessuno.

Rosy D’Elia

(29 luglio 2015)

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