“Sono una cittadina del mondo, anche se molti mi etichettano come brasiliana. Da piccola mi è stato insegnato ad essere una persona autosufficiente, a costruire la vita con le mie mani. E ora sono qua in Italia, un po’ per conoscere il mondo, un po’ per conoscere me stessa e i miei limiti.”. Si presenta così Carla, nata a San Paolo 35 anni fa. In Italia da 5 anni, sta concludendo il suo dottorato di ricerca in chimica all’Università di Tor Vergata: “in Brasile ci sono dei limiti, è un paese insicuro, e le violenze, l’instabilità economica, frenano ulteriormente il progresso, anche se chi studia poi ha grandi opportunità, ma la qualità della vita che offre non mi dà fiducia”. L’autrice del blog Sonhosnaitalia, scritto in portoghese, cerca di dare delle “dritte”, delle informazioni ai brasiliani che vorrebbero venire in Italia per studiare, per vivere: “ho sempre voluto andare all’estero per scoprire il mondo, l’ignoto, ed ecco che sono qua, in Italia”.
“I primi periodi in Italia sono stati faticosi, soprattutto con la burocrazia. Mi ricordo che quando andavo negli uffici e vedevano la mia cittadinanza, il mio accento, molti funzionari mi guardavano dall’alto in basso. E ho perso molto tempo, ma non la mia pazienza, quando mi facevano fare mille giri per degli sbagli che commettevano loro, anche se non volevano ammetterlo. Nessuno sapeva con certezza che cosa bisognasse fare, si delegava la responsabilità sempre ad un altro, e così via. E anche per questo ho deciso di scrivere un blog”. Ma l’obiettivo di Carla è stato sempre quello di studiare, e per raggiungere i suoi obiettivi ha dovuto faticare molto: “per me l’umiltà è molto importante, e ho sempre creduto che essendo una straniera sarei dovuta partire dal basso. Ho fatto diversi tipi di lavori, senza chiedere molto”.
Carla definisce sé stessa come una cittadina del mondo, poiché il Brasile è già un paese di immigrati, e non sa più definire le sue radici. Anche se ammette che come tutti i brasiliani le piace ballare, cantare, e il valore della famiglia per lei è molto importante. “Certo che mi mancano i miei famigliari, ma è da loro che ho imparato l’importanza di lavorare, ed essere padrona di me stessa. Loro non hanno avuto l’opportunità come me di studiare, ma hanno costruito la loro vita sul lavoro, l’impegno, ed è grazie a loro che adesso sono così, e tengo duro”.
In Italia Carla è molto attiva con la sua comunità, è sempre presente agli eventi culturali e vorrebbe continuare il suo lavoro di “informare e organizzare” finché può. Ma intanto il suo progetto è quello di concludere il dottorato, trovare un lavoro come chimico: “anche l’Italia ha i suoi limiti sì, ma vorrei rimanere qua, e solo se è necessario mi sposterei altrove. Il Brasile poi, è l’ultima delle mie scelte, anche se il futuro è una brutta bestia”.
Nibir M. Rahman
(22 giugno 2016)
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