Roma, ore 8:00 del mattino ed è un giorno afoso di luglio. Amina, Hassan, Lara e Omar escono di casa per andare alla Grande Moschea, oggi è un giorno di festa. La strada è lunga, bisogna prendere due mezzi per arrivare. Il traffico sulla Salaria non sembra finire mai e dopo un’ora e mezza di viaggio arrivano a destinazione.
La via che, dalla fermata dell’autobus, porta alla Moschea è piena di gente. Finalmente si entra nel vivo della festa, finalmente l’Eid (festa in arabo) si può toccare con mano, anche a Roma. Quello che colpisce all’occhio sono i colori sgargianti dei vestiti. Amina esclama “Che belli i colori che indossano le donne del Bangladesh, vestono così anche i bambini, mi piacciono tanto, sono bellissimi”.
Appena varcata la soglia della Moschea la famiglia si divide. La mamma con Lara vanno dalla parte delle donne mentre il papà con Omar vanno dalla parte degli uomini. Amina si fa strada tra la folla e riesce ad entrare in Moschea, si toglie le scarpe e trova un posto, tra le altre donne, dove mettersi con la sua bambina.
Tra le donne c’è anche Raudha, una giovane tunisina con indosso un vestito lungo nero. Ha 28 anni ed ha con sé i suoi due fglii. Anche per lei è stato difficile venire in moschea. “Troppa fatica, il viaggio è lungo e l’anno scorso ho dovuto rinunciarci perché i bambini erano troppo piccoli.” Dopo la preghiera tutta la famiglia andrà a pranzo fuori per continuare la festa.
Sono le 9.20 e tra pochissimo inizierà la seconda preghiera della giornata. Tante donne con tanti bambini chiacchierano rumorosamente finché non arriva il momento della preghiera. Silenzio, ma solo gli adulti lo rispettano perché i bambini continuano a giocare e ridere incuranti di quello che succede intorno a loro.
Quando le tre preghiere della giornata finiscono, lo spazio dedicato agli uomini viene “invaso” dalle donne. Tre ragazze del Bangladesh sono impegnate a chiacchierare e scattare qualche selfie, hanno rispettivamente 10, 17 e 19 anni. La più piccolina orgogliosa racconta: “Anche io ho fatto il Ramadan, ma solo il primo giorno. A fine giornata ero tanto affamata e quello che mi è mancato di più erano i dolci”
Tanti credenti musulmani riuniti in una Grande Moschea per pregare e per festeggiare la fine del Ramadan, mese del digiuno. Un mese fatto di preghiere e di riflessione. Amina però ricorda con nostalgia l’Eid in Egitto, racconta “La festa si può vedere ovunque. Appena si varca la soglia di casa si notano tante persone in giro a festeggiare e poi per strada si incontrano parenti, amici e ci fermiamo per salutarci e scambiarci gli auguri.”
La giornata si conclude con una visita al mercato. Il profumo di menta fresca, di spezie, di dolci, di carne allo spiedo invade l’aria. Profumi che, per un attimo, fanno ritornare in Egitto i protagonisti della giornata di festa. Il momento dei ricordi viene spezzato dalla piccola Lara che esclama “Voglio la carne sul bastone” e tutti ridono.
Amarilda Dhrami
(21 luglio 2016)
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