NO GO: le periferie d’Europa in mostra al Goethe Institut

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Foto di Sara Camilli – dalla mostra Ammargine in esposizione al Goethe Institut

Roma dialoga con Berlino, Bruxelles con Parigi. Si connette, l’Europa, in una mostra itinerante che racconta le periferie delle grandi capitali. NO GO mette in relazione fotografi e spazi espositivi, città e quartieri, da una periferia all’altra d’Europa, raccontandone un’immagine che va oltre il degrado e l’invivibilità. Come mai a determinati quartieri viene impresso il marchio di “area no go”? si chiedono dal Goethe Institut, promotore del progetto. Se la risposta è nell’immagine distorta trasmessa dai media tradizionali, la soluzione può venire dal rappresentare una quotidianità diversa.

“Volevamo indagare cosa significasse vivere nelle periferie” spiega Eliana Bambino, curatrice di Ammargine, la mostra fotografica di Sara Camilli in esposizione nel foyer del Goethe fino al 28 gennaio. Perché vale la pena vederla? “Perché la fotografia di Sara è cruda, realistica, un lavoro di pancia” spiega Eliana, mostrando volti catturati in velocità, sprazzi di vita quotidiana, notturni sfumati. Nelle foto esposte la vita si incrocia nelle strade del Tiburtino e del Quarticciolo, un pezzetto di mondo che racconta la normalità del vivere quotidiano. “Lo scopo non era quello di denunciare, ma di evocare la condizione del vivere in periferia” racconta ancora Eliana: “volevamo portare la periferia all’interno del secondo municipio, tra persone sensibili al tema ma probabilmente lontane da un certo tipo di realtà”.

Ai margini si vive senza pensare a come lo si fa, si legge nell’introduzione al lavoro della Camilli. La leggerezza del quotidiano non è un tema semplice per luoghi abitualmente ritenuti complessi, ma basta cambiare mezzo espressivo per poterla raccontare. Instagram, ad esempio. “Alcuni fotografi hanno iniziato recentemente ad utilizzare Instagram in modo più professionale per comunicare a tutto tondo. Lo ha fatto ad esempio il Time, incaricando quattro diversi fotografi di documentare le presidenziali americane” spiega Eliana. “L’idea è di fare lo stesso: Sara racconterà il quartiere di Tor Pignattara dal profilo Instagram del Goethe”.

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Foto di Sara Camilli – dalla mostra Ammargine in esposizione al Goethe Institut

“In questo progetto abbiamo cercato di mostrare le periferie proprio nel momento in cui sono più abbandonate” spiega Christina Hasenau, Direttrice del Centro Informazioni del Goethe Institut e curatrice del progetto insieme a Sarah Wollberg. La domanda sulle differenze fra le periferie italiane e quelle tedesche è inevitabile, la risposta è precisa: i problemi sono ovunque, ma la differenza urbanistica è tanta, proprio come le storie delle città. “A Berlino la periferia, paradossalmente, si sviluppa in centro” spiega Hasenau. “Gli spazi esterni sono ricchi di parchi abitati dai più benestanti, mentre i quartieri operai si trovano a Berlin Mitte”. E continua: “Ad Amburgo, che è un centro industriale, il porto ha giocato un ruolo cruciale negli scambi. Dresda e Lipsia, invece, sono centri di grande presenza della destra: dopo la caduta del muro la radicalizzazione è stata molto forte”.

Che ruolo gioca l’immigrazione nella trasformazione delle periferie? “Dipende. L’arrivo dei migranti in un quartiere in genere porta alla ridefinizione di uno spazio” spiega Eliana Bambino “come se ci fosse un reset: non c’è un peggioramento delle condizioni, è come se si ricominciasse da capo”. Vengono a crearsi quartieri con una prevalenza etnica rilevante, oppure – a volte – possono avvenire vere e proprie inversioni di tendenza: “Kreuzberg è storicamente il quartiere turco di Berlino, ma la speculazione edilizia ha portato gli abitanti storici a lasciare la zona per trasferirsi in altri quartieri operai” racconta Hasenau. “Oggi Kreuzberg è considerato un quartiere chic”. Su una cosa però emergono in modo particolare le differenze fra Germania e Italia: “in Germania ogni quartiere ha una sorta di mini-centro in cui si sviluppa la vita” spiega Hasenau “cosa che qui a Roma non accade: ci sono quartieri sprovvisti di tutto, anche dei servizi essenziali”.

La periferia tedesca ha incontrato quella italiana l’ultima volta sul divano verde del Goethe: giornalisti, scrittori, cittadini di Tor Pignattara si sono confrontati lo scorso 18 ottobre con i loro omologhi di Veddel, Amburgo. Un rapporto fruttuoso che ha preso piede da tempo, quello fra il Goethe e Internazionale, e che il 23 novembre tornerà a parlare di Europa e dell’avanzata dei populismi, proprio quelli che nascono dalla paura. Proprio quelli che rendono NO GO le periferie.

Ho capito che gran parte della potenza creativa di una società si trova in tutto ciò che la società stessa rifiuta. Così, ho aperto uno squarcio e lasciato entrare tutta la luce che ne è venuta fuori.

(Sara Camilli – Ammargine)

Veronica Adriani
(10 novembre 2016)

Sara Camilli, Ammargine – alcune delle foto esposte in mostra

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