La lotta alle mafie e l’inefficienza dello Stato

Via Cupa – Foto di Adamo Banelli

Migranti, tratta, antimafia; proteggiamo le persone, non i confini è la conferenza, organizzata dall’associazione Libera, che si è tenuta il 15 dicembre a Roma, presso la Bottega Del Mondo Engim.

A prendere la parola per prima è Mariacarla Indice referente di Amnesty International che delinea un quadro delle mafie straniere e delle loro vittime: “la criminalità organizzata di altri paesi che opera in Italia è forte, le attività principali sono: sequestri, droga, ricettazione, e matrimoni forzati. I maggiori paesi di provenienza dei criminali sono il Niger, la Russia e la Cina. Purtroppo non ci sono molti dati, poiché mancano i numeri precisi degli arrivi e le denunce sono ancora poche rispetto al numero delle vittime della rete malavitosa.”

Si passa poi a fare il quadro di quanto avviene a Roma e nella società civile con Giuseppe De Marzo, referente nazionale di Miseria Ladra, i diritti sociali dovrebbero essere una questione urgente per lo stato, negli ultimi anni questo non avviene più. Le associazioni operano per sopperire a questo disinteresse, ma ciò genera un malcontento della società che non si sente tutelata da chi dovrebbe farlo. Questo porta a proteste ed esempi di mancata integrazione come è avvenuto recentemente nel quartiere San Basilio.” Sarah Baldassarre, riporta la sua esperienza come operatrice del Progetto Alina, “aiutare le prostitute a denunciare gli sfruttatori è complesso: lo stato offre un sistema di protezione troppo rigido per chi denuncia, garantendo un permesso di soggiorno che dura solo diciotto mesi. Un tempo troppo breve per fare un lavoro di superamento di tutto quello che le vittime hanno subito e decidere di sostenere il peso del processo. Il problema si potrebbe affrontare se l’anti-tratta e il sistema delle richieste di asilo collaborassero, dando più garanzie ed un tempo di soggiorno più adeguato”.

Non poteva mancare la voce  di Baobab Experience: Roberto Viviani relaziona sull’esperienza romana  ponendo l’accento sul fatto che gli aiuti arrivati sono stati quelli dei cittadini e delle organizzazioni non governative.Nel Centro Baobab, a fronte di un grande impegno, abbiamo ottenuto pochi risultati, questo a causa della mancata partecipazione delle istituzioni. Solo il 30 settembre, giorno dello sgombro, si sono viste un gran numero di forze dell’ordine quasi superiore ai migranti ospitati nel centro; vieni da pensare che i soldi per i migranti ci siano ma vengano distribuiti male.”.

Marzia Castiglione Humani

(17 dicembre 2016)

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