stand, mostre e laboratori artistici e creativi che hanno animato la festa
Il pomeriggio di domenica 7 ottobre, ancora una volta, il quartiere di Pietralata è stato il punto di incontro tra varie comunità e differenti culture. A partire dalle ore 15 diverse Associazioni e le cooperative del laboratorio AlterLAB si sono riunite al campo sportivo XXV Aprile di via Marica 80, sede di Liberi Nantes e hanno invitato i cittadini a partecipare ad una grande giornata, intitolata “La comunità si-cura. Culture in festa”.
Il campo ha ospitato vari stand e laboratori ludici, artistici e creativi, che hanno intrattenuto il pubblico di ogni età. I ragazzi si sono cimentati negli sport, dal tiro alla fune al più tradizionale gioco del pallone, mentre i più piccoli si sono lasciati travolgere dal racconto di accattivanti storie e dal trucca-bimbi.Ogni associazione presente ha contribuito a dimostrare come l’educazione, l’arte e lo sport possano essere un vero e proprio mezzo per conoscere l’altro e promuovere l’intercultura.Durante la giornata sono stati presentati i risultati di Alterità è cultura, un progetto volto a favorire interventi di valorizzazione delle pratiche d’inclusione, promosso dal Comune di Roma. Ad intrattenere la serata poi, non è mancata la musica, grazie alla Rustica X Band, gli spettacoli di free-style rap e l’esibizione del coro di donne LeCoeur, mentre alcuni ragazzi sgomberati dagli spazi di via Scorticabove hanno curato un’aperitivo interculturale.
Uno spazio dedicato ai bambini e alle favole
L’angolo lettura della festa, promosso da Casale Podere Rosa
Stand della Cooperativa Nuova Sair
S(up)ort Refugees Integration, a sostegno delle donne
In occasione di questo evento, l’Associazione Liberi Nantes, parte del comitato organizzatore, ha presentato il progetto Erasmus+ dal nome “S(up)port Refugees Integration”, il cui obiettivo è quello di favorire l’integrazione di ragazze e donne migranti,rifugiate e richiedenti asilo, attraverso la pratica sportiva.
“Le discipline previste dal progetto sono quattro: il calcio, che è l’attività storica di Liberi Nantes e attrazione principale del progetto, il touch rugby, l’escursionismo e danza-terapia, la quale ha riscosso un grande successo ed è stata gradita soprattutto da donne più mature, che hanno un trascorso anche diverso rispetto alle più giovani” hanno spiegato Irene De Laurentiis, coordinatrice del progetto, e Roberta Spano, mediatrice culturale. Inoltre, i risultati del progetto e le tappe affrontate per arrivare ai risultati sono stati raccontati all’interno di una raccolta narrativa, affinché questo modello di inclusione femminile possa essere replicato anche a livello europeo.
Al campo XXV Aprile di Pietralata, si celebra “Comunità si-cura. Culture in festa”
Barbara, una vita per il calcio
Tra le ragazze della squadra di calcio a fare la differenza c’è anche Barbara, una ragazza ghanese di quasi vent’anni. È arrivata in Italia tre anni fa ed è ospite in uno SPRAR non lontano da Roma. Una volta presa la licenza di terza media ha iniziato a lavorare come badante in una famiglia. “In Italia c’è anche mia zia, ma i miei genitori e i miei fratelli sono tutti in Ghana” racconta. Parla piano per non sbagliare le parole, l’italiano è una grande sfida, serve del tempo. “Piano piano” dice sorridendo.
Quando le hanno proposto questo progetto non ci ha pensato due volte. La voglia di giocare a calcio era tanta e l’idea le è piaciuta fin da subito. Barbara si definisce una vera sportiva, questo sport è sempre stato parte di lei, anche quando viveva in Ghana. “Il calcio per me è una passione, è la mia vita! Quando vengo qua a Liberi Nantes sono sempre felice! Lo sport mi aiuta ad essere allegra, ma soprattutto fa bene alla salute” dice entusiasta. “Poi qui le attività sono tantissime, non è soltanto calcio. Incontriamo sempre tante persone, stringiamo amicizie, usciamo e andiamo a conoscere tanti posti nuovi”.
Educazione, arte e sport per l’inclusione sociale e l’intercultura
Una nuova famiglia e nuovi sogni da realizzare
Le cose non sono sempre andate a gonfie vele, l’inizio di una nuova avventura non è facile per nessuno: “le prime volte era davvero difficile, ognuna di noi qui era nuova e dovevamo ancora conoscerci” confessa, “ma dopo un po’ di allenamenti si sono create delle amicizie, e adesso siamo come una famiglia” e con uno sguardo complice si volta verso Sarah*, la sua compagna di squadra.
Sarah viene dalla Nigeria ed ha vent’anni, proprio come Barbara. Parlano lingue differenti ed hanno sogni ben diversi: Sarah ama cucire ed il suo obiettivo principale è quello di diventare una sarta. Barbara, invece, di sogni ne ha davvero tanti, ma ciò che la farebbe davvero felice sarebbe poter diventare una commercialista, senza abbandonare il calcio, ovviamente!
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