Il Diritto d’asilo: il report 2020 di Migrantes

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Il Diritto d’asilo: costretti a fuggire… ancora respinti è il titolo dell’ultimo report di Migrantes. Secondo la fondazione, alla fine del 2019 il totale delle persone nella condizione di sfollati interni nel mondo è pari a 50,8 milioni. Di questi 45,7 milioni sono vittime di conflitti o violenze, a cui vanno aggiunti 5,1 di individui costretti alla fuga per disastri ambientali. Numeri mai così alti dalla seconda guerra mondiale: in totale si registrano quasi 80 milioni di sfollati e rifugiati nel mondo. Il rapporto spazia dalla dimensione mondiale, e le cause che obbligano un numero sempre maggiore di persone a cercare protezione, per arrivare ad analizzare la situazione europea e quella nazionale.

Diritto d’asilo e Covid-19

Secondo il report nel biennio 2019-2020 le persone in fuga nel mondo sono aumentate, ma quelle che hanno trovato protezione in Europa e in Italia sono sempre meno. Lo studio sottolinea come il mondo, a causa della pandemia Covid-19, sia entrato in una situazione preoccupante per richiedenti asilo e rifugiati in cerca di un Paese sicuro. A fine settembre 2020, solo 24 Paesi al mondo risultano senza restrizioni all’ingresso correlate al Covid-19. In 77 Paesi si applicano restrizioni, sia pure con eccezioni per i richiedenti asilo: fra questi quasi tutti gli Stati europei, compresa l’Italia. In 72 Paesi l’accesso è completamente negato, come negli Stati Uniti, negli Stati dell’America Latina e in Russia.

Mediterraneo centrale e balcani

Negli ultimi cinque anni sono entrati irregolarmente nel territorio dell’Unione Europea circa due milioni di persone, gran parte delle quali in fuga da Paesi coinvolti in conflitti interni o internazionali. La rotta del Mediterraneo centrale, con 25.888 arrivi da gennaio a settembre 2020, continua ad essere la più pericolosa. Nel 2019 ha toccato il triste record di quasi 5 morti e dispersi ogni 100 tentativi di traversata. Nello studio si analizza la situazione dei diversi Paesi dell’area balcanica, sia UE che non UE, in relazione ai flussi di migranti che la attraversano. Il rapporto evidenzia come l’intera area sia caratterizzata da “un approccio oltremodo ostile verso i migranti nel complesso e i rifugiati in particolare. In nessun Paese non UE dell’area è infatti strutturato un effettivo sistema di protezione per i rifugiati. Il modello adottato è, ovunque, quello dei campi di confinamento, con gravissime conseguenze sulla vita di decine di migliaia di persone, compresi i minori”.

Minori stranieri e diritto d’asilo

Sono 2.329 I nuovi minori stranieri non accompagnati (MSNA) segnalati in territorio italiano nel primo semestre del 2020, arrivati soprattutto da Bangladesh, Egitto, Albania, Afghanistan e Tunisia. La principale regione d’arrivo è la Sicilia, con il 33% del totale, seguono Friuli-Venezia Giulia, con il 17%, e Lombardia, 13%. Il report analizza anche i decreti sicurezza, delineandone gli aspetti più rilevanti per l’accoglienza. “Con il DL 34 del 2020 il Governo ha adottato un provvedimento di emersione e sanatoria rivolto ai cittadini stranieri irregolari. La regolarizzazione […] ha influito in modo consistente sulla condizione di molti richiedenti protezione internazionale presenti nel nostro Paese e ancora in attesa di una risposta definitiva alla loro domanda di asilo. La procedura di regolarizzazione non era e non è, infatti, preclusa ai richiedenti asilo, ai quali viene tuttavia richiesto di rinunciare alla propria domanda di protezione e, con essa, alle misure di accoglienza e di integrazione sociale a loro specificamente indirizzate, nonché all’aspettativa di ottenere in Italia non solo la concessione di un provvisorio titolo di soggiorno, ma il riconoscimento del diritto alla protezione e alla tutela della propria persona e dignità”.

Qui il link al testo integrale

Vincenzo Lombardo
(16 dicembre 2020)

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