Formare i protagonisti della diaspora per investire i fondi delle rimesse in attività imprenditoriali capaci di produrre reddito nel paese di origine: questo è l’obiettivo del bando Investo in Senegal, finanziato da AICS Dakar – Agenzia Italiana Cooperazione allo Sviluppo – e Unione Europea all’interno del programma PLASEPRI/PASPED, in partenariato con le associazioni Amref Health Africa, CNA, Le Réseau, Fondazione Ecipa, IDOS, LVIA, Oeds, MODED, Ndaari, Punto.sud. Possono partecipare al bando i cittadini senegalesi legalmente presenti in Italia e in Europa, inviando le proprie proposte di impresa dal 15 aprile al 31 maggio. Al termine delle selezioni verranno finanziati 50 progetti di imprenditoria in Senegal.
Sviluppo e promozione dell’imprenditoria locale
Secondo i dati pubblicati dalla Fondazione Moressa nel corso del 2020 i cittadini senegalesi in Italia hanno inviato nel paese di origine una media di 300 euro al mese pro capite, attestandosi tra le comunità più “generose” presenti in Italia. “Con i soldi della diaspora senegalese nel mondo si sostiene un terzo del budget nazionale”, spiega Mame Coumba Ndiaye dell’associazione Oeds, che si occupa di promuovere l’impiego produttivo delle rimesse in Senegal “Si tratta per lo più di fondi impiegati nel settore sociale, per garantire la sussistenza a gran parte della popolazione, che non riescono a portare un impatto significativo sul tessuto economico del paese. A livello governativo, inoltre, non esistono programmi che possano aiutare ad impiegare in modo proficuo queste risorse e a fare impresa. Da qui ha avuto origine prima il programma PLASEPRI/PASPED per promuovere lo sviluppo socio-economico del paese, e poi nello specifico il bando Investo in Senegal. Possiamo cercare di diventare in Senegal ciò che siamo venuti a cercare nei paesi di accoglienza: possibilità e motori di sviluppo”.
Formare, informare e sostenere
Obiettivo del bando è quello di promuovere il trasferimento di competenze apprese dai membri della diaspora dal paese di accoglienza al contesto senegalese. Esportare know how e valorizzare le capacità imprenditoriali acquisite presuppone la creazione di una rete di supporto e di comunicazione efficace. Da qui i tre pilastri del progetto:
- formazione
- informazione
- sostegno
Per raggiungere quante più persone possibili è stato necessario coinvolgere non soltanto i consolati senegalesi di Milano e Napoli ma soprattutto le numerose associazioni della diaspora. La carenza di informazioni relative a bandi e finanziamenti per progetti di cooperazione allo sviluppo è un ostacolo che spesso ne preclude la completa realizzazione. “L’associazione che rappresento è nata nel 2015 proprio per fornire supporto, dapprima linguistico e poi sempre in più campi, agli studenti senegalesi in Italia”, spiega Saodiatou Diao di MODED “La comunicazione è un aspetto importante per i progetti di sviluppo e per coinvolgere direttamente i protagonisti. Noi rappresentiamo la fascia giovanile dei senegalesi in Italia e siamo per lo più studenti universitari: avere l’opportunità di trasferire le nostre competenze nel nostro paese di origine, promuovendo forme di imprenditorialità consapevoli, è un’occasione importante per lo sviluppo del Senegal”.
Informare la comunità significa utilizzare i mezzi più disparati: info day, come quello previsto per il 30 aprile, lancio di video multilingue – italiano, francese e wolof -, campagne di comunicazione via social e dirette televisive.
Imprenditoria e produzione solidale
Investo in Senegal promuove interventi imprenditoriali in 6 delle 14 regioni del Senegal – Dakar, Diourbel, Kaolack, Louga, Saint Louis, Thiès – e si rivolge non soltanto a progetti creati ex novo ma anche ad attività imprenditoriali già esistenti. Possono partecipare al bando tutti i cittadini senegalesi con almeno 18 anni di età, che risiedono in Italia o in generale in Europa e che hanno intenzione di investire in Senegal. Il bando non presuppone alcuna immigrazione di ritorno: i progetti selezionati potranno essere coordinati anche dall’estero. “La novità di questo progetto consiste nel profondo grado di coinvolgimento dei soggetti destinatari del bando”, spiega Pietro Pinto, co-redattore del bando per Amref Health Africa insieme a Gaia Colombo, “Il consorzio di associazioni partner mira a far incontrare la realtà italiana con quella senegalese, coinvolgendo la diaspora ma anche le associazioni italiane in possesso delle competenze tecniche nel campo imprenditoriale e della cooperazione allo sviluppo. Il supporto non si limita all’elaborazione di un business plan, ma mira a promuovere un trasferimento di competenze che abbia un impatto effettivo sul tessuto socio-economico senegalese. Da qui il vincolo di destinare il 20% del finanziamento per attività di ‘produzione solidale’, cioè che abbiano una positiva ricaduta sociale, e l’esclusione di idee imprenditoriali che afferiscono al campo del commercio in senso stretto. Ad oggi ci sono pervenute ben 400 richieste di finanziamento: un risultato che ha superato le nostre aspettative.”
Silvia Proietti
(28 aprile 2021)
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