“La ripartenza comincia dal mondo del lavoro”: questo il messaggio che dalla manifestazione dei lavoratori agricoli immigrati arriva all’intero Paese.
![Manifestazione degli invisibili a Reggio Calabria: per la centralità del lavoro. Foto da Google](https://www.piuculture.it/wp-content/uploads/2021/06/923a8821-b1aa-4aa5-8a63-ea109dd04cf4-f663b483.jpeg)
Indetto dalla Flai Cgil, lo sciopero dei lavoratori migranti della Piana di Gioia Tauro, che si sono riuniti nella manifestazione del 28 giugno a Reggio Calabria, ha rivendicato: tempi rapidi per le regolarizzazioni con rilascio o rinnovo del Permesso di Soggiorno; inclusione di tutti i migranti nella campagna vaccinazioni; interventi di sistema per un’accoglienza dignitosa; intensificazione del contrasto allo sfruttamento e al caporalato.
La lotta degli invisibili per la centralità del lavoro
Questi gli obiettivi specifici della lotta dei migranti delle campagne calabresi per affermare la visibilità del loro lavoro, così essenziale per tutti e così sommerso nel mare dell’indifferenza. Ma questa iniziativa sindacale ha un significato più generale: porre all’attenzione di tutti la centralità del lavoro, perché è qui che si concentrano sfruttamento, aggiramento delle norme, umiliazione.
“Bisogna tornare a parlare del lavoro come emancipazione della persona, come valore fondante dell’intero sistema Paese”, dice Jean René Bilongo, organizzatore dell’iniziativa e responsabile per la Flai-Cgil dell’Osservatorio Placido Rizzotto. Richiamando l’art. 1 della Costituzione, Bilongo lancia un’accusa all’inerzia di istituzioni e politica, che di fatto ha determinato la trasformazione del mondo del lavoro in un terreno di divisioni e degrado. Le questioni che riguardano i migranti vengono sempre relegate all’ultimo posto, ma “il mondo del lavoro è multietnico e non si può prescindere dalla loro integrazione nel tessuto sociale per garantire sviluppo e coesione all’intera società”.
Tempi lunghi delle regolarizzazioni: un freno all’integrazione
Quando si parla di lavoro dei migranti lo si associa a sfruttamento e morte, ma anche nella Piana di Gioia Tauro ci sono molte realtà positive di integrazione, ancora agli albori, ma significative: lavoratori con regolare permesso di soggiorno che vivono in osmosi col territorio. Questi sono i percorsi virtuosi da sostenere, incentivare e far conoscere affinché possano espandersi. Il problema è, però, che anche quando si fanno importanti passi avanti, come con il Decreto Bellanova sulle regolarizzazioni, poi non si agisce nei tempi e nelle modalità previste dalla legge, determinando così il prolungarsi dello stato di precarietà e invisibilità. L’inaccettabile lentezza delle procedure è un freno all’integrazione. In questo modo – secondo Bilongo – i lavoratori si sentono presi in giro e perdono la fiducia nelle istituzioni. “La normalità nel lavoro e nelle condizioni di vita è diventato un obiettivo da raggiungere con le proteste e le lotte. Per questo intendiamo replicare altrove l’iniziativa del 28 a Reggio Calabria. Questa lotta non riguarda solo i migranti, gli invisibili, bensì tutto il mondo del lavoro e solo con l’unione di tutti i lavoratori si potrà ripartire”.
Luciana Scarcia
(29 giugno 2021)
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