Almeno una cinquantina di braccia si sono alzate oggi in piazza a Montecitorio, a reggere cartelli ma soprattutto a supportare una richiesta diventata ormai improrogabile: Amnesty International Lazio con le associazioni partecipanti a “Insieme per l’Afghanistan”, tra cui Libera Contro le Mafie, Nonna Roma, Piuculture e Non Una di Meno si sono ritrovate davanti al Parlamento, a distanza di un mese dalla seconda presa di potere da parte dei talebani in Afghanistan, a sollecitare le istituzioni nella gestione della crisi umanitaria afghana. L’iniziativa si è svolta in maniera capillare in dieci città italiane, alcune in differita, e si concluderà a Milano con un convegno nazionale.
Insieme per l’Afghanistan, la piazza di presidio a Montecitorio
“Le richieste che avanziamo sono rivolte sia alla comunità internazionale che ai singoli stati e riguardano i due aspetti fondamentali della crisi afghana: da una parte le persone che sono state evacuate, dall’altra coloro che sono rimasti” spiega Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Intenational Italia. “Per le prime c’è bisogno che i governi che hanno organizzato l’evacuazione si rendano contro che si tratta di persone destinate ad un esilio di lungo periodo, per i secondi c’è bisogno di continuare a trasferirli in modo sicuro dal momento in cui ci sono almeno 300mila persone a rischio”. Per coloro che sono riusciti ad evacuare è, quindi, importante iniziare a predisporre un piano di assistenza a lungo termine, almeno sino alla fine delle tensioni, che possa coprire da un lato le esigenze primarie, come l’accesso alle cure mediche, dall’altro il diritto all’apprendimento della lingua, all’orientamento lavorativo, all’istruzione per i minori.
“La crisi in Afghanistan è di dimensioni straordinarie ma gli viene data una risposta ordinaria e vecchia, un disegno di politica di esternalizzazione per cui Pakistan e Iran e i vari stati dell’ex Unione Sovietica e dell’Asia Centrale saranno la Turchia e la Libia di ieri, avranno lo stesso compito: dtrattenere e non far partire. Non sono paesi sicuri e a questa strategia dell’esternalizzare siamo contrari, proponiamo un sistema di trasferimento di tutte le persone che sono a rischio che sia ordinato e organizzato”. I paesi lungo la rotta balcanica, tra cui l’Italia, svolgono un ruolo cruciale nell’accoglienza degli afghani, bisogna agire prima che arrivi un nuovo inverno a complicare le già disastrose condizioni di viaggio.
Oltre alla questione talebana, ci sono anche criticità interne che sono state sino ad ora sottovalutate perché “prima che arrivassero i talebani c’era un problema di sfollati interni che coinvolgeva 3 milioni e mezzo di persone, al quale si aggiunge una campagna vaccinale che non è mai partita e questioni etnico-religiose e di genere che riguardano donne e la comunità hazara”, nel mirino delle persecuzioni. Sul prossimo futuro, Amnesty International continuerà a tenere alta l’attenzione sul tema, sia monitorando quanto accade in Afghanistan, “grazie al supporto dei difensori dei diritti umani che rischiano la vita ogni giorno con documentazioni”, raccogliendo tutto il materiale che possa provare i continui crimini di guerra e la violazione dei diritti umani, sia cercando di portare fuori tutte le persone ad essa collegate, direttamente o indirettamente.
Giada Stallone
foto di Marco Gennari
(15 settembre 2021)
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