Il Municipio X si estende su una superficie di 150,64 kmq e comprende i territori di Malafede, Acilia Nord, Acilia Sud, Palocco, Ostia Antica, Ostia Nord, Ostia Sud, Castel Fusano, Infernetto e Castel Porziano. Gli stranieri sono 26.157, le comunità straniere maggiormente rappresentate sono la romena, seguita dalla singalese, dalla polacca e dalla comunità egiziana.
Tra le strade del Municipio è facile individuare le comunità, ci sono due centri islamici ad Ostia, uno vicino alla colonia Vittorio Emanuele, che è anche centro di accoglienza in collaborazione con la Caritas, e l’altro vicino alla scuola Amendola. Le comunità stanziano principalmente in prossimità delle stazioni di Lido centro e di Acilia. Nel mercato di San Giorgio sono numerosi i banchi gestiti da stranieri perlopiù provenienti dallo Srilanka.
Municipio X: le comunità straniere e l’integrazione
La comunità singalese è undicesima per numero di presenze nel territorio di Roma Capitale e seconda nel X municipio. Registra un lieve squilibrio di genere con una prevalenza maschile, differentemente da tutte le altre realtà straniere. La comunità si caratterizza per il grande coinvolgimento nel settore dei Servizi pubblici, sociali e alle persone, nel quale è impiegato il 52% dei lavoratori. Segue, con il 26%, il settore del Commercio e della ristorazione, mentre il 13% dei lavoratori della comunità è attivo nel settore dei Trasporti e dei Servizi alle imprese. La principale motivazione d’ingresso è il ricongiungimento familiare (85,8%) (dati ISTAT 2019).
Tramite il ricongiungimento familiare è giunto in Italia Janak Ranasinghe, sono passati 12 anni da quel giorno ma l’italiano ancora non lo parla benissimo, si esprime molto meglio in inglese ed è esprimendosi con questo idioma che racconta la sua storia: “ho raggiunto mia moglie Dinah dopo 5 anni che lei era giunta in Italia a cercare lavoro, lo Sri Lanka è una terra meravigliosa, noi usiamo la parola “lassanai”, che lascia senza parole, per definirla, ma tutta questa bellezza non si traduce in sicurezza e opportunità soprattutto per le donne. Io e mia moglie siamo istruiti e volevamo un futuro migliore, lei è arrivata prima, per le donne è più semplice trovare un impiego, qui in Italia, principalmente nel settore assistenziale e domestico. Siamo stati fortunati Dinah ha vissuto per 5 anni come badante di una signora gentilissima i cui figli, alla sua morte, ci hanno aiutati con il ricongiungimento familiare e con tutta la burocrazia italiana”.
La burocrazia e l’accessibilità ai servizi sono uno dei temi fondamentali quando si parla di stranieri. Spesso chi arriva in Italia trova un ostacolo sostanziale nel vivere appieno la realtà. L’esclusione avviene per ignoranza e per assenza di mediatori culturali e facilitatori linguistici. Nel X Municipio questo problema è molto forte, “un’urgenza politica”, suggerisce Samir Abdelkhalik Omran Mohamed, candidato al consiglio municipale con Roma Futura, “è fondamentale, in questa fase storica, avvicinare le persone alle istituzioni perché i cittadini non sanno che possono essere concretamente parte attiva alla vita del municipio e noi dovremmo far in modo di sensibilizzare la popolazione affinché questo accada così che gli abitanti possono realmente prendere parte al cambiamento sociale e amministrativo”.
Municipio X: un territorio difficile
Samir, 24 anni, italiano con papà egiziano, è stato di recente violentemente attaccato con insulti razzisti dopo aver annunciato la sua candidatura sui social. Pochi giorni dopo, le stesse persone che lo avevano insultato, hanno inviato in privato messaggi sessisti alla sua ragazza. “Ero certo che sarebbe successo a chi mi è vicino, agli amici e alla famiglia lo avevo preannunciato, ero preparato e gli attacchi non sono arrivati dal mio territorio ma da zone come Marconi e Piramide, gli abitanti del X, non tutti, sono stati molto solidali”.
La popolazione del X Municipio vive numerose complessità in un territorio difficile dove la povertà e le famiglie a basso e medio reddito sono le maggiori (dati ISTAT 2019). Qui l’integrazione non è facile, le comunità straniere sono viste come un ostacolo verso il lavoro, verso un’abitazione, verso un sostegno sociale.
Janak e Dinah vivono la loro vita riservati, non completamente integrati nella società italiana ma neanche in quella singalese. Hanno una figlia Araliya, il nome di un profumatissimo fiore bianco originario dello Sri Lanka, che, in lingua cingalese, significa “bellezza di donna” e viene usato, secondo antiche tradizioni, per dare il benvenuto agli ospiti. “Nostra figlia è nata qui, è cittadina italiana, frequenta le scuole e conosce la cultura e la storia locale, negli anni la sua rete di amicizie è stata perlopiù con i ragazzi e le ragazze conosciuti in classe dove non ha mai avuto problemi di emarginazione per le sue origini straniere”.
“Le scuole medie e superiori sono densamente frequentate dai cittadini di origine straniere”, dice Samir, “meno lo sono gli asili. Negli ultimi anni si sono verificati problemi di accesso agli stranieri negli asili pubblici, costringendoli ad optare per i privati, per una reticenza da parte delle istituzioni ad inserirli a causa di atti di violenza razzisti tra bambini che si sono verificati, questo è un dato indicativo perché i bambini sono un riflesso e un’estensione dei genitori a quell’età e l’accettazione dello straniero in questo territorio è un tema caldo che si ripercuote inesorabilmente anche sui più piccini”.
Oltre al problema scolastico, un altro tema molto delicato in X Municipio sono i trasporti. A causa dell’alta densità di popolazione che usufruisce dei trasporti pubblici la condizione e il disservizio è tragico, e anche sui trasporti è facile imbattersi in frasi e attacchi razzisti anche contro una mamma con il velo islamico con i bambini al seguito.
“È un territorio lasciato a sé stesso, dice Samir, “dove prevalgono i partiti di destra che fomentano odio, io definisco questo “il nemico astratto” che loro hanno bisogno d’identificare negli stranieri perché devono addossare la colpa a qualcuno per i disservizi e per altri disagi sociali”.
Dinah e Janak raccontano di non essere mai stati direttamente vittime di attacchi razzisti ma che membri della comunità lo sono stati e che seppur non sono stati mai realmente maltrattati non si sono neanche mai sentiti integrati nel tessuto sociale.
Samir aggiunge “esiste anche un problema significativo tra le comunità stesse, non solo tra stranieri e italiani, queste, infatti, sono spesso oppositive l’una con l’altra, come se fossero attraversate da una guerra invisibile”, ed inoltre, le associazioni che operano sul territorio, nei settori come cultura e volontariato, che dovrebbero assistere socialmente la popolazione, sono lasciate allo sbando, le istituzioni non le aiutano, non c’è una rete”.
Municipio X: l’integrazione tramite le associazioni
Una di queste associazioni è CIAO onlus, un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale nata nel 2008 nel quartiere di Acilia. L’azione dell’associazione è centrata sulle persone e sul territorio senza distinzione di provenienza, anzi nella convinzione, fortificata dall’esperienza, che la diversità culturale sia fonte di arricchimento e motivo di crescita. In quest’ottica nasce Effathà, la Scuola d’Italiano, che non è semplicemente un luogo dove s’insegna la lingua ma soprattutto dove si creano relazioni tra studenti e maestri di culture, nazionalità, lingue e religioni diverse. Un’altra azione d’integrazione attuata da questa realtà sociale è stata la creazione di una squadra di calcio popolare nell’ottobre del 2010, chiamata Restodelmondo, con l’obiettivo d’investire sul calcio come vettore d’integrazione e socializzazione tra migranti ed italiani. La squadra vive un luogo di accoglienza e di allenamento al Parco della Madonnetta e presso i campi di calcio di alcune parrocchie del quartiere. Dal 2010 rappresenta un fondamentale luogo d’integrazione e negli anni si è rafforzata sempre di più fino a disputare regolarmente il torneo di calcio Mundialido.
Samir lo sa bene quanto il calcio e lo sport in generale possano essere fondamentali, lui è allenatore di calcio a 5 e con i bambini lavora molto sull’integrazione proponendo sempre squadre e coppie di allenamento miste a sancire che non ci sono separazioni discriminanti. Da queste esperienze dovrebbe ripartire il X Municipio, dagli asili e dai bambini proponendo laboratori sull’integrazione fin dalla tenera età perché sono loro che, insieme ai giovani, rappresentano un futuro possibile, migliore, per questo territorio.
Elisa Galli
(29 settembre 2021)
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