A Roma la comunità peruviana, con i suoi 14.219 abitanti (ISTAT 2019), è al decimo posto per presenza straniera sul territorio. Una forte concentrazione di cittadini di origine peruviana è presente nel XIV municipio, nell’area che comprende le zone urbanistiche Medaglie d’oro, Primavalle, Ottavia, Santa Maria della Pietà, Trionfale, Pineto, Castelluccia e Santa Maria della Galeria.
Il Municipio XIV e la componente straniera
Il XIV Municipio è un territorio ampio e periferico con una forte presenza di immigrati, pari al 12,6% della popolazione residente. “La concentrazione in questa zona della città”, racconta Rosa Alfaro Guevara, presidente dell’associazione Provida Italia Onlus, impegnata da vent’anni nel sociale nella diffusione della conoscenza della cultura peruviana nel Paese, “è spesso dettata da un costo inferiore degli affitti immobiliari, poiché le possibilità economiche dei peruviani che giungono in Italia sono spesso esigue ed anche mal retribuite”.
La comunità peruviana
La comunità peruviana è una delle comunità straniere con anzianità migratoria relativamente recente: la crisi economica che ha colpito il Paese nel corso degli anni ‘80 ha avviato un significativo processo di migrazione verso l’estero. Il primo paese interessato all’emigrazione peruviana al di fuori del continente americano, per i legami storici e culturali connessi al passato coloniale e la prossimità linguistica, è stato naturalmente la Spagna, mentre l’Italia è il secondo Paese di immigrazione in Europa.
Quella peruviana è una migrazione prevalentemente femminile, un elemento distintivo rispetto al complesso degli stranieri regolarmente presenti in Italia, per i quali prevale la componente maschile (uomini: 52%; donne: 48%).
La comunità peruviana gode di una fortissima identità nazionale, capace di “contaminare” positivamente la cultura della Capitale. Anche dal punto di vista imprenditoriale è piuttosto sviluppata e radicata nel tessuto sociale, al punto da essere rappresentata dal COPEI, Coordinamento Professionisti e Imprenditori Peruviani in Italia.
Se la presenza di una comunità straniera tende, soprattutto in Italia, a manifestarsi attraverso la vivacità delle sue espressioni culinarie, allora quella peruviana non è certo da meno rispetto alle altre. Sono infatti sparsi un po’ in tutta Roma i suggestivi e caratteristici ristoranti peruviani, molti dei quali localizzati proprio nel quartiere di Primavalle.
Lavoro: alti tassi di occupazioni e criticità
Reyna Victoria Terrones Castro, che con la figlia al seguito ha raggiunto l’Italia da circa trent’anni, dirige l’associazione Confocooperative, è presidente dell’Associazione Nuovi Europei e un’imprenditrice di successo. “Il lavoratore peruviano è tra i lavoratori stranieri retribuiti meglio, seppure con una disparità salariale tra uomo e donna che si aggira intorno ai 300 euro”, spiega “Questo non vale per l’assistenza infermieristica e alla persona, uno dei settori in cui la presenza di peruviani è consistente, in cui i salari sostanzialmente si equiparano.”
La questione dell’impiego femminile si lega a problematiche che spesso ostacolano e complicano l’ingresso e la permanenza nel mondo del lavoro. “Per molte mamme lavoratrici impiegate in lavori di assistenza alla persona si pone il problema dell’incompatibilità dell’orario lavorativo con l’orario scolastico, che impedisce loro spesso di accompagnare i figli a scuola. A questo si aggiunge la cronica carenza di asili nido, che interessa tanto le mamme lavoratrici straniere quanto le italiane. Altra criticità importante quella dei trasporti. Nonostante i peruviani siano tra i non italiani i più intraprendenti per quanto riguarda l’acquisizione della patente, sono ancora costretti a muoversi prevalentemente con i mezzi pubblici, in orari spesso notturni serviti da poche linee.”
Scuole e università: forte la presenza peruviana
Se sono molti i peruviani inseriti nel mondo del lavoro – soprattutto nei settori della ristorazione, della collaborazione domestica o come operai – altrettanto numerosi sono gli studenti, a cominciare dalle scuole materne fino ad arrivare alle università. “Secondo i dati forniti dal Consolato peruviano per la circoscrizione che riguarda Lazio, Abruzzo, Molise, Marche, Sardegna, Umbria, sono 2422 i peruviani iscritti ad un corso di laurea, per la maggior parte donne. È un dato significativo e molto promettente. Per quanto riguarda la scuola dell’obbligo, invece, secondo i dati ISTAT, a Roma sono 2770 gli studenti peruviani iscritti alla scuola primaria, medie inferiori e superiori. Nell’anno scolastico 2020-2021 ci sono stati 469 nuovi iscritti, 228 femmine e 157 maschi.”
Maria Sanchez, 51 anni di cui 26 trascorsi in Italia, è un’insegnante di origine peruviana residente nel popoloso quartiere di Primavalle. Solleva un tema importante rispetto alla scuola, che riguarda ancora una volta l’inefficienza del trasporto pubblico. “Il tema delle scuole è un aspetto importante, nel Municipio sono numerosi i nidi e le scuole dell’infanzia, anche se dovrebbero incrementare i servizi di scuolabus. Spesso la sede assegnata è lontana e molti genitori rinunciano per questo a garantire una presenza costante. Diverso è il discorso dell’istruzione secondaria di primo e secondo grado dove la dispersione scolastica aumenta”, spiega “I miei figli hanno frequentato in pasato le scuole del municipio e si sono trovati bene sia a livello di insegnamento sia a livello sociale, ma non so dire se in tutte le scuole sia effettivamente così”.
Viabilità e trasporti: disservizi e disagi
Il tema della viabilità e dell’inefficienza dei mezzi di trasporto pubblici ritorna incalzante in tutte le testimonianze rilasciate dai nostri intervistati. Anche Elsa Javier, chef di origine peruviana, denuncia il grave disagio su questo tema. Elsa è arrivata in Italia da trent’anni, ha sposato un cittadino italiano e vive nel quartiere di Selva Candida, nella sezione più esterna del XIV Municipio. “Attualmente gestisco un’attività enogastronomica nel II Municipio, ma inizialmente avevo deciso, per comodità, di svolgere la mia attività lavorativa nel mio quartiere. Si è trattato di una scelta infelice: i continui ingorghi su via di Boccea creavano continui problemi di ritardi nelle consegne, la drastica carenza e inefficienza dei mezzi pubblici rendeva difficile per il personale da me assunto raggiungere il lavoro, soprattutto negli orari notturni.”
Nonostante una consistente presenza di strutture sanitarie, pubbliche e private, nel territorio del XIV Municipio, anche in questo caso il tema della viabilità pubblica la fa da padrone condizionando l’accesso alle strutture per quella fascia di popolazione dipendente dal trasporto pubblico, molti dei quali stranieri. “Fino a poco tempo fa era difficile raggiungere ospedali anche importanti, come il San Filippo Neri o il Gemelli. Ora, finalmente, una linea bus collega il quartiere di Selva Candida fino all’Ospedale San Filippo Neri. Il problema non è soltanto legato alla qualità del servizio offerta da Atac ma anche alla conformazione di questa zona della città, sviluppatasi a suon di abusi edilizi e poi condoni a partire dagli anni ’70 con infrastrutture praticamente inesistenti. Basti pensare soltanto che in molte vie importanti sul territorio del XIV Municipio mancano o sono impraticabili addirittura i marciapiedi.”
Feste e religiosità: l’importanza delle tradizioni
La comunità peruviana a Roma ha i suoi punti di ritrovo storici nei pressi della Stazione Termini, a Piazza della Repubblica e a Piazza Mancini. Da qualche anno, inoltre, la zona nei pressi di Santa Maria della Pietà – sede della ASL Roma 1 – è diventata punto di ritrovo per molti cittadini sudamericani e molti peruviani. “I peruviani sono un popolo aperto e solare, che ama divertirsi. Penso alle partite di calcetto a Colle Oppio o ai raduni in maschera ‘fino alle ultime conseguenze’ organizzati insieme ai colombiani nella zona di Casal Bruciato”, racconta Elsa “Ma siamo un popolo che, pur aperto alla contaminazione culturale, non rinuncia alle proprie tradizioni e alle proprie radici. Mi riferisco soprattutto alle manifestazioni della nostra religiosità popolare, molto profonda”.
Con la voce interrotta dalla commozione, Elsa racconta la genesi della processione del Cristo dei Miracoli, Señor de los Milagros, di cui è stata promotrice insieme alla Comunità di Sant’Egidio fin dal 1991. L’oggetto di culto, che ricalca l’originale conservato a Lima, è ospitato nella Chiesa Latino-Americana di Santa Maria della Luce a Trastevere. Ogni anno, nel mese di ottobre, viene trasportato per le vie di Roma da 36 uomini e donne velate. “Purtroppo sono due anni che il Covid ci impedisce di portare il Cristo per le strade della città. Ricordo ancora con emozione la prima processione del 1991: è stato un momento importante per farci conoscere – attenzione: non riconoscere! – come comunità.”
D’altronde nella Capitale abbondano le occasioni in cui la comunità peruviana “si fa conoscere”: si pensi ai coloratissimi e scenografici flash mob organizzati a Piazza del Popolo o ai festeggiamenti per l’Indipendenza nazionale del 28 luglio.
Elezioni amministrative e stranieri
Carlos Quiroz Serrano, da 31 anni in Italia, è presidente dell’Associazione Euro-latina che offre servizi di orientamento e mediazione agli immigrati nella Capitale, mediatore culturale, nonché marito di Lucia Guzman, candidata peruviana per le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre in quota PD.
L’impegno politico e l’attenzione ai temi sociali legati al mondo dell’immigrazione sono il suo pane quotidiano. Lo dimostrano, se non altro, l’entusiasmo e la passione con cui racconta la realtà degli immigrati alla vigilia di questo importante appuntamento elettorale. “In quanto presidente dell’associazione mi sposto da un Municipio all’altro per vedere se la condizione delle comunità straniere migliori rispetto al XIV, ma la situazione è pressoché analoga in ogni zona: carente.” E prosegue: “L’assenza di servizi di mediazione linguistica che facilitino i rapporti con le pubbliche amministrazioni e l’accesso ai servizi è il tema più urgente da affrontare. Per lo straniero, ad oggi, è ancora estremamente complicato comprendere cosa deve fare, dove deve andare a chi si deve rivolgere. La figura del mediatore è fondamentale in tutti gli ambiti dell’amministrazione e per l’integrazione sociale.”
Carlos è perfettamente consapevole che anche i problemi quotidiani di ordine pratico – accesso ai servizi, accessibilità dei servizi pubblici, lavoro – hanno una matrice politica. “In Italia c’è poca considerazione per gli stranieri. È fondamentale, invece, che avvenga un cambiamento di prospettiva a partire dalla legge sull’immigrazione, mettendo mano una volta per tutte alla disastrosa Bossi-Fini.” Non ha dubbi neanche rispetto alle preferenze da accordare in cabina elettorale il prossimo 3 ottobre. “Gualtieri, secondo me, è l’unico candidato che ha un progetto sull’immigrazione così come per lo Ius soli e come per il progetto dei lavoratori con sportelli dei Municipi”.
Il tema dello Ius soli e dell’integrazione fa da sfondo alle esperienze di molti cittadini peruviani più o meno integrati nel tessuto sociale della Capitale. Come quella di Maria Sanchez, ormai cittadina italiana a tutti gli effetti. “Io ho la cittadinanza italiana, i miei figli sono nati qui, sono cittadini italiani e questa è casa loro, il Perù lo vivono da turisti”, spiega “Ma a loro capita spessissimo di dover rispondere alla domanda: ‘Di dove sei?’ E quando rispondono che sono di Roma gli interlocutori rimangono perplessi, perché ancora non è socialmente accettato che i figli di immigrati di seconda, di terza generazione sono italiani al 100%, anche se dissimili fisionomicamente. Su questo, a mio giudizio, bisogna lavorare con urgenza e l’istruzione è il mezzo vincente”.
Elisa Galli, Silvia Proietti
(22 settembre 2021)
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