Spiegare le migrazioni: il kit per docenti creato dall’Unhcr

Cosa significa “sfollati interni”? Qual è la differenza tra rifugiati e migranti? Che significa, nella realtà, essere un apolide? Rispondere a queste domande può non essere semplice, soprattutto se a chiederlo è un bambino: in questo caso, alla specificità del quesito si aggiungono delle esigenze di chiarezza e semplicità da non tradire con una spiegazione inesatta. Uno strumento utile in questo senso può essere il kit didattico creato dall’Agenzia ONU per i Rifugiati, intitolato “Insegnare il tema dei rifugiati” e lanciato il 5 ottobre in occasione della giornata mondiale degli insegnanti 2021.

Spiegare le migrazioni: un manuale virtuale in 4 sezioni

Destinato ai docenti della scuola primaria e secondaria e reso disponibile online, il kit è una raccolta di materiale didattico – informativo e con spunti di lavoro: una sorta di manuale virtuale articolato in 4 sezioni – una per ogni fascia di età scolare più una introduttiva- che ha l’obiettivo di porsi come fonte affidabile ed efficace cui attingere per spiegare le migrazioni a bambini e ragazzi dai 6 ai 19 anni.

Il primo capitolo di questo manuale per insegnanti si apre con “Le parole contano”: una sorta di vocabolario delle migrazioni fatto di parole, immagini e 9 video per imparare alcune delle espressioni base di questo linguaggio, corredate da spunti di riflessione per l’approfondimento. E se la “figura 1” è dedicata al significato della parola rifugiato, la “figura 7” risponde alla domanda “dove vanno i rifugiati?”, svelando quello che, forse, è il segreto delle migrazioni.

Le migrazioni spiegate a bambini e ragazzi (foto da Pixabay)

Spiegare le migrazioni: nel vivo della didattica

Ma è con le sezioni successive che si entra nel vivo della didattica.

Tre bambine sono le protagoniste del secondo capitolo, relativo alla fascia di età da 6 a 11 anni: dei video raccontano la storia della piccola Rahf e delle gemelle Malak e Takwa che, giunte in Europa con la famiglia per scappare dalla guerra in Siria, sognano di diventare, rispettivamente, una campionessa di karate, una dentista e una stilista. Al materiale audiovisivo si aggiungono due guide: l’una comprendente spunti per organizzare occasioni di incontro tra studenti e famiglie, intesi come luoghi di valorizzazione delle diversità e di sviluppo della cultura dell’accoglienza; l’altra dedicata a proposte di esercizi per far conoscere e comprendere la migrazione come realtà, percepibile nel suono o nell’origine straniera di un nome e tangibile nella diversità del clima del Paese di destinazione.

Alla fascia da 11 a 14 anni è dedicato il terzo capitolo di “Insegnare il tema dei rifugiati”. Il video tematico, stavolta dedicato a Youssuf e Hassan, li ritrae sorridenti mentre guardano ad un futuro che sperano fatto di aerei e ingegneri. In questo caso le attività suggerite dal manuale si concentrano, in particolare, sul tema dell’apolidia e sullo status del richiedente asilo, affrontate in un’ottica pratica: l’intento è quello di comprendere le difficoltà quotidiane connesse all’impossibilità di provare la propria identità nonché di individuare le esigenze specifiche proprie di chi attende il riconoscimento dello status di rifugiato.

Il kit si conclude con il capitolo che narra la storia di Omar: il giovane racconta il proprio passato di rifugiato e lavoratore sfruttato in Giordania, mentre ora, giunto in Europa, va a scuola e desidera sentirsi parte della società. Il materiale didattico si focalizza sull’approfondimento della condizione dei minori rifugiati e sul problema dell’affidabilità dei mezzi di informazione: la riflessione proposta è incentrata sull’incidenza degli stessi nel determinare la percezione della realtà e sull’importanza di avere a disposizione fonti che riportino fatti e notizie in modo veritiero, in particolare in tema di migrazioni.

Il risultato di questa operazione, manualistica, virtuale e didattica allo stesso tempo, è uno strumentario pensato per il docente, ma di fatto disponibile per chiunque, delle migrazioni, voglia iniziare a conoscerne la realtà oltre che comprenderne il vocabolario.

Valeria Frascaro
(13 ottobre 2021)

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