Tra apprensione e speranza, la Pasqua della comunità ucraina

I vestiti buoni, quelli della festa, quest’anno ai bambini sono stati donati dai volontari. I nastri gialli e azzurri, intrecciati fra le ciocche di capelli delle ragazze, sono indizio di appartenenza e orgoglio. E poi tanti cesti di vimini con uova dipinte e dolci, pronti per essere benedetti. Un po’ di gioia e comunità, nonostante l’apprensione e il timore costanti per le sorti del proprio paese. Si celebra così la Pasqua ortodossa all’interno della comunità ucraina a Roma, riunitasi sabato 23 aprile nella chiesa di S. Sofia, a Boccea: la stessa che per settimane è stata un crocevia di persone e mezzi, punto di raccolta di beni di prima necessità, farmaci e indumenti da destinare ai profughi di guerra fuggiti dal proprio paese all’improvviso con poco e niente tra le mani.

Le famiglie spezzate

Il 2022 avrebbe dovuto essere l’anno di grandi festeggiamenti collettivi, dopo due anni di misure restrittive dovute all’emergenza sanitaria; invece, nel corso della giornata il clima è solenne, ma contenuto. I volti dei padri, dei fratelli, dei figli, rimasti a combattere in Ucraina, fanno capolino dagli schermi dei cellulari, talvolta in foto, spesso in videochiamata: si prova così a sentirsi vicini nonostante i chilometri di distanza, a condividere la sacralità della funzione, a ricostruire i legami familiari spezzati dalla brutalità del conflitto.

Le tradizioni

Per la popolazione ucraina, la Pasqua è un momento cruciale, e il periodo che la precede – La Grande Quaresima – rappresenta un tempo di totale abnegazione e di raccoglimento, nel corso del quale si pratica l’astinenza da ogni tipo di carne. In attesa dell’arrivo della Santa Pasqua i giardini delle case vengono puliti, i vestiti vengono lavati e stirati in attesa di essere indossati, vengono preparati alcuni piatti tradizionali come il paska, una pagnotta rotonda decorata con simboli religiosi, e pysanky, le uova disegnate con motivi geometrici colorate di mille sfumature di giallo, rosso, verde e blu.

La speranza di pace

Quest’anno il pensiero è imprescindibilmente rivolto alla pace, la preghiera si rivolge alla speranza della fine del conflitto. Lo si legge negli occhi dei fedeli, nei singhiozzi involontari nei momenti di silenzio, e soprattutto nel messaggio di resurrezione, ora più significativo che mai.

Margherita Puca
(27 aprile 2022)

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