Ucraini in Italia, la migrazione dagli anni ’90 a oggi

Ucraini in Italia. Immagine del Parlamento italiano dopo il discorso di Zelensky
Il discorso di Zelensky al Parlamento italiano, 22 Marzo 2022

Nel corso degli anni le presenze degli ucraini in Italia sono cresciute esponenzialmente, passando da poco più di 3mila nel 1999 a 149mila nel 2008, fino a raggiungere nel 2021 la cifra di 223.489 ucraini regolarmente soggiornanti nel nostro Paese, ai quali vanno aggiunti migliaia di profughi fuggiti di recente dalla guerra.

I primi arrivi negli anni ’90

I primi arrivi di ucraini in Italia cominciano a metà degli anni Novanta quando, a seguito della dissoluzione dell’Unione Sovietica, in Ucraina iniziarono a manifestarsi i segnali di una grave crisi economica. L’aumento del costo della vita e la disoccupazione incombente spinsero un numero sempre crescente di ucraini a lasciare il proprio Paese in cerca di un lavoro all’estero.

Le rotte migratorie si diversificarono fin da subito sulla base del genere: gli uomini si diressero principalmente in Russia, Portogallo e Spagna, mentre la Grecia e l’Italia furono raggiunte in maggior misura dalla componente femminile. Nel 1999 sono “ufficialmente” presenti 3.067 ucraini in Italia su 1.250.000  stranieri regolarmente soggiornanti al 31.12.1998. Le donne trovarono impiego come domestiche o assistenti alla persona, ancora oggi il loro principale ambito lavorativo. Questa prima fase migratoria è, tuttavia, caratterizzata da un alto grado di irregolarità, almeno fino alla procedura di regolarizzazione della legge 189/2002, la quale costituisce una sorta di spartiacque per l’immigrazione ucraina.

La legge 189/2002 e la crescita della comunità ucraina

Con l’approvazione della legge 189 del 30 luglio 2002, infatti, vengono introdotte modifiche alla normativa in materia di immigrazione e di asilo e si dispone una regolarizzazione dei rapporti di lavoro prestato da cittadini non comunitari come badanti o lavoratori domestici. Dopo l’approvazione della legge, quella ucraina diventa la quarta comunità straniera più numerosa in base alla presenza di regolarmente soggiornanti in Italia. In pochi anni il numero degli Ucraini in Italia salgono vertiginosamente: se nel 2008 si contavano circa 149mila presenze, nel 2013 si arrivava a quasi 225mila, con un incremento complessivo di circa 76mila unità. Da allora la popolazione ucraina residente in Italia è rimasta piuttosto stabile, subendo leggere variazioni nel corso degli anni.

Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Ucraini in Italia: una comunità stabile

Nel 2012, secondo i dati ISTAT, con 223.782 presenze sul territorio italiano la comunità ucraina era preceduta solo da quella marocchina (506.369 presenze), albanese (491.495), cinese (277.570) e seguita da quella filippina (152.382). Dato ancora più interessante riguardava la stabilità delle presenze, con quasi l’80% dei cittadini ucraini entrati nel 2007 che risultava avere ancora un permesso valido nel 2012, nel 44,2% dei casi con un permesso per soggiornanti di lungo periodo e con quote di rinnovi in province diverse inferiori al 12%. Questa grande stabilità della comunità ucraina potrebbe essere dovuta alla maggioranza di donne, le quali nel 2012 rappresentavano l’80% del totale, le quali tendono a spostamenti meno frequenti rispetto agli immigrati uomini. La regione che accoglieva più ucraini nel 2012 era la Lombardia, con il 21,2% sul totale. Nello stesso anno i cittadini ucraini regolarmente soggiornanti con meno di 18 anni nati in Italia erano intorno al 40%.

Cittadini non comunitari entrati in Italia nel 2007
Cittadini non comunitari entrati in Italia nel 2007: quota di ancora presenti al 1° gennaio 2012 e quota di permessi rinnovati in una provincia diversa da quella di ingresso tra il 2007 e il 2012 per sesso e prime dieci cittadinanze. Anni 2007-2012, valori percentuali

La crisi nel Donbass

Il 6 aprile 2014 l’Ucraina, che solo un mese prima aveva assistito all’indipendenza della Crimea, fu sconvolta dalla guerra nel Donbass. Secondo l’UNHCR, a luglio dello stesso anno si contavano 100mila sfollati interni e 130mila persone fuggite in Russia. Due mesi dopo il numero degli sfollati interni era raddoppiato, raggiungendo la cifra di 260mila individui. La maggior parte degli sfollati, il 94%, proveniva dall’Ucraina orientale e rimase nelle regioni di Donetsk, Kharkiv e Kiev. Tra gennaio e luglio del 2014, 4.106 ucraini fecero richiesta di asilo nell’Unione Europea, la maggior parte delle domande furono però presentate in Polonia (1.082), Germania (556) e Svezia (500).

La comunità più grande d’Europa

Qualche anno dopo, su circa 800 mila ucraini residenti nella Unione Europea oltre un quarto si trovava in Italia. La comunità ucraina in Italia è infatti la più grande d’Europa. Il 1 gennaio 2021 gli ucraini regolarmente soggiornanti nel nostro paese erano 223.489 e rappresentavano il 6,6% sul totale dei cittadini non comunitari.

Come specificato dall’ultimo report disponibile del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel 2021 il 54,5% dei cittadini ucraini in Italia si trovava nel Nord del Paese, in particolare in Lombardia, che accoglieva da solo più di un quinto dei cittadini ucraini. Nelle regioni del Centro Italia risiedeva il 20,4% della comunità, maggiormente nel Lazio con una quota pari al 10,9%. Nel Mezzogiorno, invece, nel 2021 era presente il 25,2% degli ucraini, per la maggior parte concentrati nella regione Campania, seconda per numero di presenze in Italia.

Distribuzione della popolazione ucraina regolarmente soggiornante in Italia. Dati al 1° gennaio 2021

Disequilibrio di genere ed età lavorativa

Anche il 2021 vedeva un significativo disequilibrio di genere nella comunità ucraina, rappresentando le donne il 78,9% della popolazione, la quota più elevata tra le principali comunità straniere in Italia. A caratterizzare la comunità ucraina nel 2021 anche la concentrazione nella fascia di età lavorativa, segno di una buona integrazione della comunità nel territorio. Il 54,2% aveva infatti un’età compresa tra i 30 e i 59 anni, il 27,7% aveva compiuto o superato i 60 anni, e il 18,1% aveva un’età inferiore ai 30 anni.

Nel 2021 anche la presenza di minori ucraini rimaneva piuttosto bassa e inferiore alla media, solo l’8,8% a fronte del 22,1% del complesso dei non comunitari. Secondo il report questo dato è riconducibile alle caratteristiche stesse della migrazione ucraina in Italia, “in maggioranza donne inserite nei servizi di cura alle famiglie e alle persone, settore che rende piuttosto complesso il ricongiungimento o la costituzione ex novo di nuclei familiari, sebbene i ricongiungimenti familiari risultino in aumento”.

Ucraini in Italia: l’avvento della guerra

La recente invasione russa in Ucraina ha provocato la maggiore crisi per l’accoglienza di rifugiati in Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale. Dal 24 febbraio 2022, giorno dell’inizio delle ostilità, al 9 marzo oltre due milioni di profughi ucraini sono fuggiti dal conflitto, raggiungendo in primo luogo i paesi confinanti come la Polonia, la Romania e l’Ungheria, ma anche la Russia e i paesi europei. Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno martedì 12 aprile, sono 91.137 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina arrivate in Italia, di cui 47.112 donne, 10.229 uomini e 33.796 minori. L’incremento rispetto al giorno precedente è di 1.217 ingressi. Le città di destinazione dichiarate sono Milano, Roma, Napoli e Bologna.

Vincenzo Lombardo
(12 Aprile 2022)

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