Classici e contemporanei: libri per l’estate consigliati da Piculture

La leggenda narra che le vacanze estive siano l’occasione ideale per leggere di più; che sia vero o meno, avere a disposizione dei consigli di lettura che accorciano i tempi di ricerca tra gli scaffali delle librerie è sempre un servizio gradito. Infatti, anche quest’anno, dopo i titoli consigliati dai librai indipendenti di Roma, la redazione Piuculture propone alcuni spunti di lettura di autori stranieri classici e contemporanei.

Consigli di lettura per l’estate: le ultime uscite

 

Il ritorno di Yasmina Reza, autrice, sceneggiatrice e drammaturga francese di origini iraniane e ungheresi, sembra non aver deluso il pubblico dei suoi più fedeli lettori. Serge (Adelphi edizioni, 2022) è il romanzo che mette in scena un racconto corale sulle dinamiche relazionali dei Popper, famiglia di origine ebraica; a passare in rassegna vizi, qualità e demeriti di ogni membro della famiglia è Jean, il fratello di mezzo. L’ironia e la cruda analisi sociale della scrittrice raggiungono la massima espressione quando i Popper decidono di partire per una visita di gruppo ad Aushwitz. Per chi rimanesse colpito dalla scrittura tagliente e dagli intrecci narrativi e corali di Yasmina Reza, dopo Serge è quasi d’obbligo continuare con Felici i felici (Adelphi edizioni, 2013).

Gli altri americani, Laila Lalami, Ponte alle Grazie (2022)

Si lancia tra le profondità dei legami famigliari anche Gli altri americani (Ponte alle Grazie, 2022) romanzo della scrittrice marocchina naturalizzata statunitense Laila Lalami. Questa volta, però, l’ironia lascia spazio ad una drammatica realtà le cui sfumature toccano i temi dell’identità, della disparità di classe, dell’immigrazione. Il romanzo è ambientato a Desert Hot Spings, nel deserto californiano del Mojave dove vivono Nora Guerraoui e la sua famiglia. Un incidente stradale che coinvolge il padre Driss, marocchino immigrato di prima generazione, e come unico testimone un uomo irregolare messicano, deciso a non essere coinvolto per non essere rimpatriato, spingerà Nora ad impegnarsi nella risoluzione del caso e, contemporaneamente, a risolvere alcune vicissitudini che credeva di essersi lasciata alle spalle.

Per la gioia degli affamati di humour torna in libreria anche Shalom Auslander, scrittore statunitense di origini ebraiche, con Mamma per cena (Guanda, 2022), romanzo grottesco sulla famiglia Seltzer, storicamente perseguitata per via della propria stirpe Cannibale- Americana. Quando la madre di Settimo Seltzer e dei suoi numerosi fratelli sta per morire la preoccupazione di doverne rosicchiare ossa e carne è troppa: c’è chi è vegano, chi kosher e chi addirittura si rifiuta di mangiare una persona che non ha mai sopportato. Solo l’intervento del più importante esperto vivente di leggi e tradizioni Cannibali-Americane, Zietto, impatterà sulla scelta dei fratelli e sulla sopravvivenza (o meno) della loro antica stirpe.

Primo Sangue, Amélie Nothomb, Voland (2022)

Vincitori ex aequo della nona edizione del premio Strega Europeo e da qualche mese in tutte le librerie sono Primo Sangue (Voland, 2022) della scrittrice belga Amélie Nothomb e Punto di fuga (21lettere, 2022) dello scrittore russo dissidente Mikhail Shishkin. Il primo romanzo nasce dal dolore, quello per la perdita del padre; ed è proprio a partire dalla litania “Sei identica a tuo padre!”, ripetuta per tutta la sua infanzia, che la scrittrice ha deciso di raccontare la sua vita attraverso il punto di vista, la storia familiare e le memorie dello stesso.

Punto di fuga, Mikhail Shishkin, 21lettere (2022)

Il secondo è un romanzo epistolare che racconta, quasi profeticamente, le vicissitudini della guerra e gli sconvolgimenti, oltre che emotivi, anche spazio- temporali che ne conseguono. Le voci che si alternano nel racconto sono quelle di Volodya, un giovane arruolato nella guerra dei Boxer del 1899, e di Sashka, la donna amata che aspetta il suo ritorno in Russia.

Nel Paese delle donne selvagge, Matsuda Naoko, e/o (2022)

Dal lontano Oriente nel 2022 arriva in Italia anche Nel paese delle donne selvagge (Edizioni e/o, 2022) di Matsuda Aoko, scrittrice giapponese. La raccolta di racconti, acclamato dalla critica internazionale, accompagna il lettore in un universo tradizionale nipponico al cui interno si alternano stili e toni che proiettano il folklore in una dimensione vicina, contemporanea. È così che i racconti popolari si arricchiscono di consigli e riflessioni validi nella realtà di oggi.

Noi siamo la luce, Gerda Bless, Iperborea (2022)

Fresco di stampa – e di premio – è Noi siamo luce (Iperborea edizioni, 2022) libro d’esordio della poetessa e scrittrice olandese Gerda Bless, vincitrice del Premio dell’Unione europea per la letteratura e del Premio dei librai olandesi. Il romanzo, ispirato ad una storia di cronaca realmente accaduta, racconta il sogno di Melodie, giovane violoncellista, di liberare il proprio corpo dalle catene terrestri del cibo e di crescere interiormente. Durante il “processo dei 9 giorni”, rito durante il quale la dipendenza dal cibo deve essere interrotta a beneficio della meditazione e del contatto con il mondo, un incidente fatale determinerà la fine del sogno di Melodie e dei tre personaggi invischiati in questa folle e irrealizzabile missione di vita, riportando i superstiti in una dimensione umana e razionale ove è necessario fare i conti con la disillusione e la realtà.

Che razza di libro!, Jason Mott, NNE (2022)

Acclamato da critica e lettori anche Che razza di libro! (NNE, 2022) vincitore del National Book Award nel 2021, del poeta e scrittore americano Jason Mott. Protagonisti del romanzo sono uno scrittore in tour promozionale per la sua ultima e fortuita pubblicazione e un ragazzino “dalla pelle nerissima” che, quasi come fosse un ombra, inizia a seguirlo in ogni tappa del viaggio. Lo scrittore si convincerà presto di essere l’unico a poterlo vedere a causa di un disturbo del quale è affetto; il ragazzino, dal canto suo, continuerà a seguirlo forte dell’idea di essere invisibile davanti alla bruttezza del mondo e, ad ogni tappa, gli racconterà un parte di se. I racconti del giovane porteranno lo scrittore a fare i conti con una parte del proprio passato che credeva di aver accantonato. Che razza di libro! ” è la storia di un bambino che vede nell’invisibilità una promessa di vita, e di un uomo che vorrebbe uscire dalla propria pelle, per nascondersi dalla violenza”.

I classici stranieri, titoli consigliati da Piuculture

Scomparso solo un mese fa, Abraham Yehoshua lascia dietro di sé una scia di testi diventati ormai dei classici della letteratura. Ogni opera non è in nulla uguale né alla precedente né alla successiva: cambia il punto di vista della voce narrante, cambiano i toni, cambiano i personaggi, i contesti storici, le ambientazioni. Quello che sembra rimanere costante è il riferimento all’identità, sia nelle dinamiche famigliari che nella questione del rapporto tra popoli diversi. Una chicca imperdibile e, talvolta oscurata dal successo dei classici L’amante (Einaudi, 1977), Un divorzio tardivo (Einaudi, 1996), Il Signor Mani (Einaudi, 1990) è Il responsabile delle risorse umane (Einaudi, 2004). Siamo in un mercato di Gerusalemme quando un terrorista si fa saltare in aria, uccidendo una donna straniera il cui cadavere non verrà mai reclamato da nessuno, nemmeno dai suoi datori di lavoro. Questa disattenzione e insensibilità scatenerà la feroce critica di un giornalista locale. Spetterà al responsabile delle risorse umane dell’azienda cercare di placare il discredito pubblico e di ricostruire l’identità della vittima per renderne, infine, onore.

Stesso discorso vale per la scrittrice afroamericana Toni Morrison, premio Nobel per la letteratura nel 1993 scomparsa qualche anno fa, nel 2019. Nei suoi testi ritornano sono centrali i riferimenti alla cultura afroamericana, alla forza femminile, alla comunità, alla memoria. Amatissima (Frassinelli, 1988) è il testo che le è valso il Premio Pulitzer e l’American Book Awards; il romanzo, ambientato alla fine della Guerra civile americana, racconta la vita di Margaret Garner, afroamericana in fuga dalla schiavitù in Kentucky. La drammaticità del racconto si manifesta già nelle prime pagine, quando Margaret decide di compiere un gesto estremo pur di risparmiare l’amata figlia da un destino crudo e violento. Dell’autrice si suggeriscono anche L’occhio più azzurro (Frassinelli, 1994), Jazz (Frassinelli, 1992) e Canto di Salomone (Bompiani, 1981).

Infine, per chi volesse dedicarsi alla poesia, senza il timore di non riuscire a decifrarla o di non avere gli strumenti adatti per farlo, non c’è autrice più consigliata della poetessa polacca Wislawa Szymborska, premio Nobel per la letteratura nel 1996. Una poetica, la sua, che preferisce il verso libero e la semplicità stilistica, la minuzia della descrizione e la riflessione universale a partire da momenti della vita quotidiana. Ad accompagnare le grandi riflessioni scaturite da piccoli eventi sono spesso l’umorismo, il paradosso, l’ironia, la criticità. Della poetessa si consigliano Due Punti (Adelphi, 2006), Letture facoltative (Adelphi, 2005) e la raccolta Discorso all’ufficio oggetti smarriti. Poesie 1945-2004 (Adelphi, 2004).

Giada Stallone
(14 luglio 2022)

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