“Una domanda di matrimonio”: CDS mette in scena Cechov

Adama (Burkina Faso), Alina e Tetiana (Ucraina), Oliver (Ecuador), Mohammed (Marocco), Hilaria Jesus (Capo Verde), Issouf (Mali), Maguette (Senegal), Alireza (Iran), saranno i nove protagonisti della celebre commedia di Anton Cechov “Una domanda di matrimonio”, diretta e riadattata da Magda Mercatali, in cartellone dal 3 al 5 maggio al teatro Belli, in Piazza Sant’ Apollonia 11/a a Trastevere.

Ogni anno uno spettacolo diverso per concludere lo storico laboratorio teatrale organizzato dalla scuola di italiano per stranieri della DCS (Casa dei Diritti Sociali), anche quest’anno un’occasione per vedere come il teatro possa non solo divertire, ispirare ed unire ma anche…insegnare l’italiano!

Come nasce il laboratorio teatrale

 “Questo progetto nasce con me”, racconta Magda Mercatali, attrice e regista. “Come volontaria insegnavo italiano ai migranti e ho voluto provare a fare del teatro, perché ritengo che il teatro sia anche terapeutico. Il primo spettacolo che ho allestito, nove anni fa, è stato Romeo e Giulietta, ma l’ho riscritto completamente e l’ho chiamato L’amore a colori, perché nella famiglia di Giulietta erano tutti neri, mentre in quella di Romeo, bianchi. Lo scontro tra le due famiglie dei Montecchi e dei Capuleti diventava, quindi, razziale”.

Anche il testo di “Una domanda di matrimonio” è stato riadattato dalla regista, per attualizzare il messaggio ed integrare momenti in cui gli attori possano esprimersi anche nelle loro lingue e presentare, per esempio, le diverse usanze matrimoniali dei loro paesi: “nel testo originale ci sarebbero solo il padre, il pretendente e la figlia. In questa riscrittura sono stati creati altri sei personaggi, compreso un narratore che introduce gli attori ed il loro essere migranti”. Il testo di Cechov diventa il pretesto per parlare anche di immigrazione, di diritti e del potere benefico del teatro sugli attori e sul pubblico.

Il laboratorio teatrale, che ha avuto la durata di sei mesi ed ha impegnato gli studenti due volte la settimana, è stato interamente autofinanziato, ha garantito agli attori un piccolo rimborso spese e si è avvalso della collaborazione di molte persone ed anche di professionisti che, volontariamente, hanno messo la loro professionalità al servizio del progetto: Lia Morandini, per esempio, ha curato i costumi, prestati gratuitamente dalla storica Sartoria Farani, Giuliano Taviani, il figlio di Vittorio, ha scritto la musica originale.  

Questo laboratorio ha anche ispirato la realizzazione di un ulteriore lavoro, racconta Luigi Ceccarelli, documentarista e autore di musica per il cinema e la televisione: “quando siamo venuti a conoscenza di questo progetto, abbiamo deciso di seguirne tutto il making off, di riprendere le prove e gli spettacoli, perché vorremmo realizzare un documentario. Ci piace che questa esperienza, che riteniamo non solo bella ma importante, venga fissata in un racconto audiovisivo”.

La parola agli attori

 Adama ha 24 anni e viene dal Burkina Faso, ha incontrato Magda alla scuola di italiano: “mi ha proposto di partecipare a questo laboratorio e mi è piaciuto tutto, soprattutto mi è servito per imparare la lingua, con il teatro mi sembra di imparare molto di più”. Quando serviva un altro attore, Adama ha pensato ad Issouf, il suo amico del Mali ed insieme hanno condiviso questa esperienza: “il primo giorno è stato duro, ero timido e un po’ emozionato ma poi mi sono tranquillizzato. L’italiano è una lingua difficile e il laboratorio mi ha aiutato molto! E poi abbiamo riso, ci siamo divertiti”. Scherzano insieme a Maguette, che ha 17 anni e come loro viene dall’Africa Occidentale e nello spettacolo interpreta la parte della giovane cameriera corteggiata dal vicino noioso. Anche per Oliver, ecuadoregno, il laboratorio teatrale è stato soprattutto lo strumento per imparare meglio e più velocemente la lingua italiana, per fare amicizia e per conoscere gente nuova. Per Hilaria Jesus, capoverdiana, questi mesi sono stati un’esperienza meravigliosa: “il teatro mi ha trasmesso sicurezza, ho scoperto che mi piace recitare ed ora sono triste perché sta finendo. Sono stata benissimo, siamo stati una famiglia”. La stessa passione per il teatro è nata in Alina, che ha 34 anni ed è ucraina. Anche a lei piacerebbe continuare a recitare: “ho sempre voluto fare qualcosa di artistico, ma questa è stata la prima volta”. Per lei il laboratorio è stato anche qualcosa in più, uno spazio dove contenere il dolore: “proprio durante le prove, ho ricevuto la notizia che mio fratello di 26 anni forse era morto al fronte. La prima settimana non sono riuscita a tornare a teatro, poi i ragazzi e gli insegnanti mi sono stati vicino e recitare mi ha aiutato molto, emotivamente”. Alireza, che viene dall’Iran e ha 25 anni, ha apprezzato soprattutto l’ambiente internazionale e capito l’importanza che ha la cultura, forse perché nel suo paese è impossibile esprimerla liberamente.  E poi c’è chi, come Mohammed, marocchino, che ha deciso di tornare, dopo aver partecipato lo scorso anno all’ Orlando Furioso: “lavoro e purtroppo non ho tempo per frequentare i corsi di italiano, ma al corso di teatro sono venuto sempre!”

Orario spettacoli:

  • venerdì 3 aprile ore 21
  • sabato 4 aprile ore 19
  • domenica 5 aprile ore 17.30

Teatro Belli, Piazza di Sant’Apollonia 11/a, Roma   06 589 4875  info@teatrobelli.it 

Natascia Accatino
(29 aprile 2024)

 

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