Un fine settimana glaciale e piovoso non ha fermato l’associazione che, al gran completo, ha contribuito in piazza Fiume alla raccolta firme venerdì e sabato 16 e 17 dalle 11 del mattino alle sette di sera in favore della campagna l’Italia sono anch’io .
Gli amici stranieri in piazza con Piuculture
I loro approcci per invitare la gente a firmare sono stati i più diversi. Dalla cortesia di Zakaria, alla spigliatezza di Felicité che coinvolgeva tutta la piazza richiedendo pari diritti per i figli degli immigrati. Aziz invitava con decisione e gentilezza i passanti a dare il contributo per una iniziativa di civiltà che, oltre ai diritti, darebbe agli immigrati un ulteriore motivo per integrarsi senza assimilarsi: l’appartenenza alla stessa comunità di italiani.
Servono 50mila firme
Raggiungere le 50mila firme è il primo passo per far approdare in parlamento la legge di iniziativa popolare di riforma della cittadinanza e del voto agli immigrati stranieri. I nodi della proposta sono di garantire ai figli degli stranieri nati e cresciuti in Italia piena parità con i coetanei italiani “di sangue” e permettere agli stranieri regolarmente inseriti da cinque anni nella nostra comunità di esprimere la loro preferenza nelle elezioni amministrative.
La presenza sui media
La cronaca di Roma sul Corriere della sera di sabato 17 dicembre ha dato ampio risalto alla presenza di Piuculture in piazza con un lungo articolo di Maria Egizia Fiaschetti che ha incontrato Paola Piva, presidente dell’associazione ed alcuni dei nostri amici Aziz Darif e Felcitè Mbezele. L’appuntamento era presente, tra gli altri, anche sul Manifesto del 16 dicembre ed il sito web Articolo 21.L’associazione esprime un bilancio positivo dell’iniziativa. Il pomeriggio si è concluso per Paola Piva e Aziz Darif negli studi di RaiNews24 per essere intervistati in studio in diretta sulla campagna l‘Italia sono anch’io. La giornata sarà anche raccontata a febbraio dall’emittente televisiva Mtv che ha supportato l’Italia sono anch’io ed ha raccolto del materiale sull’impegno di Piuculture.
Il compito più arduo, complici freddo, pioggia della mattina e frenesia natalizia, è stato guadagnare l’attenzione dei passanti, alcuni hanno declinato l’invito a firmare infastiditi da vendita di ombrelli, volantinaggi vari e dalle ordinarie preoccupazioni del cittadino metropolitano.Nonostante le avversità e le circostanze è stato un importante momento di confronto e di contatto con i cittadini del Municipio. Moltissime persone hanno dedicato a Piuculture qualche minuto per lasciare il proprio documento ed una preziosa firma che ha avvicinato l’Italia sono anch’io ad un passo più verso il quorum necessario per l’approdo in parlamento.
Consenso e pregiudizio
Molti giovani, quelli a più diretto contatto con le conseguenze dell’attuale legislazione in merito d’immigrazione, hanno lasciato le loro firme incuriositi dall’iniziativa, spesso accompagnati dai loro compagni di scuola di seconda generazione. Una giovane ragazza sudamericana, che si trovava casualmente in piazza per lavorare, ha chiesto per cosa ci stessimo mobilitando, restando piacevolmente sorpresa di trovare molti italiani in campo per questo tipo di diritti. Persone già sensibilizzate al tema hanno aderito all’iniziativa ed alcuni, non potendo firmare nell’immediato, sono tornati in seguito, chi portando amici e conoscenti a sostenerci. Oltre al nostro erano previsti altri banchetti per la raccolta firme – come a piazza del Popolo – ma sono stati cancellati causa maltempo. Per questo motivo alcune persone a conoscenza dell’iniziativa hanno girato un po’ per incontrarci e lasciare la loro adesione.
Non solo consenso, ma anche avversione su cittadinanza e voto. È parte del pluralismo anche se, da parte nostra, ci sarebbe piaciuto approfondire il tema con le persone che hanno laconicamente criticato l’iniziativa. Da chi si è sentito infastidito dai nostri inviti a firmare a chi ha cortesemente declinato, a chi ha finto di essere al telefono fino ai casi più estremi di quanti hanno esplicitamente ribadito che “la cittadinanza mai”, che “secondo me non dovrebbero nemmeno nascere” fino al trito “dovrebbero tornare tutti al loro paese”. Una signora alla fermata dell’autobus ha ha lanciato un’invettiva contro le sciagurate politiche sull’immigrazione, causa della disastrata situazione finanziaria dell’Italia e complice di una sproporzionata assistenza agli immigrati a scapito degli italiani. Mentre aspettava l’autobus abbiamo potuto approfondire un po’. Dalle esperienze personali – furti et similia – alla maleducazione, la signora ben riassumeva il corollario di demagogia che si respira sull’argomento, pur ammettendo che “chi viene a lavorare può restare” – quasi si trattasse di un favore elargito – e che una parte di responsabilità va addossata alla classe dirigente incapace di controllare ed applicare la legge. Ad una domanda sulla memoria storica, di come il nostro popolo abbia subìto la stessa discriminazione in fase di emigrazione, i discorsi si sono fatti meno concreti, il che dimostra quanta strada ci sia da fare per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Davide Bonaffini(22 dicembre 2011)