In viaggio per sopravvivere: al Cinema Palazzo si parla di migrazioni

Fuggire, migrare, sopravvivere
La locandina dell’evento “Fuggire, migrare, sopravvivere”

Fuggire, migrare, sopravvivere: questo il titolo dell’evento dedicato al fenomeno della migrazione che riempirà gli spazi del Nuovo Cinema Palazzo di San Lorenzo il 16 gennaio a partire dalle 19. Una serata organizzata da Osservatorio Iraq e dalla cooperativa di giornalisti Memoriente, che prende spunto dai lavori documentaristici di Paolo Martino per affondare le mani nelle questioni complesse che stanno dominando la cronaca in questi mesi: la fuga e le (tentata) sopravvivenza dei migranti per ricostruire una vita lontano dalle proprie radici. In mezzo, il viaggio, tema centrale dei documentari e degli altri interventi, diffusamente illustrati nella pagina Facebook dell’evento.

“L’idea è nata dai lavori di Paolo Martino”, spiega Marco Di Donato, organizzatore della serata e giornalista di Osservatorio Iraq, “che oltre ad aver prodotto reportage per l’Osservatorio Balcani e Caucaso, è anche autore di Mussa Khan. Progetto web nato per raccontare le rotte dei migranti afghani tra Grecia, Turchia e Italia, quest’ultimo gode di una particolarità: chi scrive ha vissuto insieme ai migranti l’esperienza del viaggio. Tratto, quello della partecipazione diretta ai fatti narrati, che Martino condivide con gli altri ospiti della serata, a partire da Giuliano Battiston, giornalista tornato di recente dall’Afghanistan, e Clelia Bartoli, docente di diritti umani all’Università di Palermo.

Just about my fingers
“Just about my fingers”: uno dei due documentari di paolo Martino che verranno proiettati al Cinema Palazzo

Protagonista della serata è a suo modo l’Italia: un paese che da terra di passaggio – nelle intenzioni di chi la raggiunge – diventa punto di arrivo, imbrigliata in leggi europee assolutamente inadeguate (come spiega diffusamente Martino in un’intervista). Il successivo dibattito tra ospiti, organizzatori e partecipanti, toccherà in maniera approfondita due tematiche controverse, eppure estremamente attuali nel panorama italiano: lo Ius Soli e l’accoglienza dei rifugiati.

La scelta di tenere l’evento al Nuovo Cinema Palazzo da parte di Osservatorio Iraq non è assolutamente casuale: “oltre a darci la possibilità di usufruire di luoghi per proiettare i documentari, il Cinema Palazzo è uno spazio dialogante. Abbiamo in progetto altri eventi da realizzare al Cinema, tra cui la presentazione dell’ultimo libro di Francesca Pacini, La mia Istanbul”, spiega Di Donato.

Che il Cinema Palazzo sia uno spazio dialogante, è fuor di dubbio. In fondo è la sua storia a parlare: tre anni fa il quartiere di San Lorenzo si è mobilitato a livello globale per impedire che al posto del vecchio cinema – già, a onor del vero, passato per le meno nobili forme del bingo e della sala biliardo – venisse costruita una sala giochi, il cosiddetto VLT (Video Lottery Terminal). Tra autorizzazioni discutibili e sostegni istituzionali altalenanti, il 15 aprile 2011 partì la protesta. A sostenere il quartiere in quell’occasione furono in molti: attori, cantanti, registi sostennero e firmarono l’appello per la salvaguardia del Cinema. A questi si aggiunsero le associazioni, ma soprattutto si unirono i cittadini del quartiere, che di lasciare il cinema storico di San Lorenzo in mano alle slot machine proprio non ne volevano sapere. È nata così quell’occupazione temporanea che sarebbe dovuta durare tre giorni e che invece continua fino ad oggi. Molte delle attività che vengono realizzate sotto questa strana forma di autogestione popolare devono la loro vita a una storica sentenza che assolve dalle accuse gli occupanti, in virtù della natura “politica, non patrimoniale o egoistica” dell’occupazione.

Costituente dei Beni Comuni
Giornata dedicata alla Costituente dei Beni Comuni al Nuovo Cinema Palazzo

“La sentenza afferma un principio”, racconta Lorenzo, sanlorenzino doc e habitué del cinema, “e dimostra che un’altra gestione di questo luogo è possibile”. Il Cinema è gestito infatti in forma assembleare, sia per la parte logistica che per quella relativa alla programmazione: “la nostra idea è quella di creare un modello di gestione partecipata ma anche partecipabile: non vogliamo chiuderci all’esterno, e per questo cerchiamo di coinvolgere nella vita del cinema le persone che decidono di organizzare degli eventi qui”.

È un modello che funziona, se si pensa che il Cinema Palazzo – ormai a pieno titolo punto di riferimento del quartiere – è stato ad esempio promotore del Festival della Storia, unico in Italia ed organizzato in collaborazione con grandi nomi della Sapienza. Perché in fondo la cultura è anche un tramite per la riqualificazione territoriale: “mettere un contenitore di alto valore culturale all’interno di un contesto disagiato non può che portare benefici alla zona”, continua Lorenzo, spiegando che la programmazione gode, lontano dalla luce riflessa degli artisti che sostennero la mobilitazione agli inizi, del buon nome che il cinema ha saputo costruirsi nel tempo. Mediamente il cinema ospita tre eventi a settimana, tra concerti, spettacoli teatrali, letture, presentazioni di libri, proiezioni.

Atletico San Lorenzo
Atletico San Lorenzo

Il  Cinema Palazzo, che deve la sua sopravvivenza (anche materiale) al lavoro di tanti attivisti e ad alcuni “generatori autonomi a gasolio” che forniscono a basso costo l’indispensabile luce per le sale, è oggi uno dei tanti luoghi di aggregazione di San Lorenzo. Abbiamo parlato del Grande Cocomero, di ESC Infomigrante, di Passaparola Italia, della Casa della Partecipazione, ma chissà quanti ne abbiamo dimenticati. Perché questo è un quartiere che considera molto seriamente la condivisione degli spazi e delle attività, che partendo dalla Costituente dei Beni Comuni di Rodotà e Mattei trova uno sbocco naturale in realtà come la Libera Repubblica di San Lorenzo e l’Atletico San Lorenzo.

La speranza di trovare per il Cinema un compromesso tra legalità e partecipazione cittadina è piuttosto lontana: “Il cinema non ha interlocutori istituzionali: potenzialmente, siamo tutti perennemente sotto sgombero. Ma questa lotta potrebbe essere in grado di creare una giurisprudenza sul tema, come è stato per la sentenza dell’8 febbraio, dando finalmente vita a una nuova forma di gestione degli spazi comuni, né pubblici né privati, ma collettivi”, dice Lorenzo.

Una visione, quella della gestione collettiva dei beni comuni, che nella Capitale sta prendendo sempre più piede. E chissà che il Cinema Palazzo non possa fungere davvero da esempio.

Veronica Adriani

(16 gennaio 2013)

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