Tre continenti s’incontrano a Roma tramite Piuculture

Tour Roma ragazzi scuola PiucultureSulla capitale è un soleggiato venerdì di aprile, nella scuola Ippolito Nievo fervono i preparativi dei sei ragazzi di origine straniera per trascorrere una mattinata alla scoperta della capitale nella quale vivono da pochi anni. Zaini in spalla, merende in tasca, si salta sull’autobus per  Piazza Venezia.

E così il gruppetto, composto dai ragazzi, la vicepreside della scuola e i volontari di Piuculture, procedono alla scoperta dell’Altare della Patria.I sei ragazzi sono silenziosi, ascoltano, non si distraggono anche se tra loro un po’ si rivelano, sorridendo “oggi abbiamo saltato musica” oppure “ma a che ora torniamo?” domandano in maniera velatamente strategica.

Tuttavia, per un attimo, anche nel gradito diversivo alla routine scolastica rivelano la loro curiosità. Ci si trova di fronte le scale che conducono al Campidoglio quando uno degli accompagnatori afferma che, negli anni ’50, qui si trovava una lupa vera, in carne e ossa, in  gabbia, come personificazione del simbolo della capitale, il mitico animale che allattò i gemelli Romolo e Remo. “E perché adesso non c’è più?” è la domanda che si leva a gran voce da tutti i presenti “beh gli animalisti non lo permetterebbero”, “ah” è la delusa risposta, un’avventura in meno, peccato.

foto 2 okCi si dirige poi a grandi passi verso i gradoni del Campidoglio per esplorare la discesa alle spalle del cavallo imperiale verso i Fori costruiti dall’ imperatore, Traiano. Affacciati ad ammirare le rovine, si ascolta la storia di Roma, si mettono a confronto le dimensioni  delle grandi strade volute dai romani e qualcuno dei ragazzi ricorda timidamente di essere già stato qui “mi ha accompagnato mio padre” oppure “con mio zio una volta sono arrivato fino al Colosseo”, rivendicazione orgogliosa di una conoscenza pregressa.

Il giro prosegue fra capisaldi dell’architettura della capitale: palazzo Spada, piazza Farnese, Campo de’ Fiori e piazza Navona, un percorso studiato ad arte per mantenere vivo l’interesse dei ragazzi con alcune chicche ed aneddoti che non possono non stimolarli, a partire dalla galleria prospettica del Borromini a palazzo Spada. Evidente lo stupore dei sei giovani studenti nello scoprire l’illusione di profondità che questa dà, pur lunga appena nove metri e l’impressione che la statuetta sul fondo, calco di un guerriero di epoca romana, sia più alta della media delle persone, mentre in realtà arriva a malapena ai fianchi della guida.

 foto 3 okE grande meraviglia anche nel trovarsi dai vicoli stretti immessi direttamente nell’estensione di piazza  Navona con la leggenda della fontana dei Quattro Fiumi, che nasconderebbe una malcelata rivalità fra Bernini  e Borromini nella mano del Nilo tesa a proteggersi da una chiesa di Sant’Agnese supposta pericolante in segno di disprezzo, è un classico, ovviamente confutato dalle datazioni delle due opere. Ma a quel punto la  stanchezza ed il sole quasi estivo di Roma hanno la meglio, ci si ferma  per uno spuntino,  la convivialità del momento aiuta lo scambio e i ragazzi si sciolgono in chiacchiere e confidenze.

Dei sei presenti alla visita culturale quattro sono filippini, uno è mongolo e, totalmente dall’altro angolo del pianeta, c’è anche un brasiliano, la cui statura elevata per un quattordicenne fa da contrasto ad una faccia che rivela di più l’età. Il loro livello di italiano è molto buono, qualcuno sta usando di più la nostra lingua anche in casa con i genitori. La tendenza è ancora quella di fare gruppo fra connazionali, ma è più un normale meccanismo umano che non una mancata occasione di integrazione. Che siano più o meno timidi, tutti sono comunque ben inseriti.

 Ma non ci sono solo i compiti o la possibilità di passare il tempo libero con più amici, l’italiano serve anche “per ordinare” le portate di una nota catena di fast food  perché hamburger e patatine uniscono trasversalmente gli adolescenti di tutto il mondo, sicuramente più della pasta o del riso. Che sono comunque apprezzati in egual misura. La dieta varia dall’italiano all’asiatico: J. che ama cucinarsi il cibo da solo, “così mangio quello che mi piace”.

 Nonostante il sopravanzare di internet la televisione resta un hobby  per tutti. E la più ampia offerta del digitale terrestre ha aumentato il ventaglio di scelta. Quelli un po’più piccoli apprezzano ancora qualche cartone animato come Doraemon o i canali tematici Boeing e YoYo. Anche se in media sono più le serie a farla da padrona: Violetta, produzione argentina targata Disney, la sit com americana Due uomini e mezzo e l’italiana Vecchi bastardi. Solo il giovane brasiliano apprezza di più la pay-per-view per guardare i film.

E così, a Roma, tra monumenti e merende si scopre come, in situazioni di convivialità di questo genere, più che d’inclusione e d’integrazione si riesca finalmente a parlare, per le nuove generazioni di realtà di autentica coesione. Un risultato di cui la scuola è orgogliosa artefice.

Piera Francesca Mastantuono e Gabriele Santoro

(17 aprile 2014)

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