Per fortuna quando si parla di stranieri non ci sono solo storie tristi da raccontare. Questa è la storia di Mirela, una ragazza rumena di 33 anni: due bambine di 4 e 6 anni, un compagno italiano e un lavoro come mediatrice culturale. Terza di 4 figlie, è grazie alle sorelle che è venuta in Italia, dove ha iniziato a lavorare come ragazza alla pari, impiego che le ha permesso di viaggiare e innamorarsi dell’Italia.
Quando 10 anni fa aveva deciso di venire qui ha dovuto sospendere gli studi ma era ben decisa a riprenderli in Italia: presto si iscrive alla Sapienza e poi un’università a distanza in Romania e si laurea in Economia, campo nel quale le piacerebbe lavorare. Lasciare cose in sospeso non è da lei, cosi non perde le opportunità che le si presentano: fa uno stage in uno studio commercialista e un altro presso l’Ambasciata rumena, fino ad approdare ad Infomigranti, dove raggiunge una crescita notevole, forte della sua motivazione nel migliorarsi sempre. Viene da chiedersi come fa Mirela a dividersi fra tutti questi impegni.
Confessa che il primo anno in Italia è stato difficile specialmente per la lingua, il permesso di soggiorno, la ricerca del lavoro, ma si va per tentativi senza mai demordere. “Per integrarsi, dice, c’è bisogno anche di uno sforzo da parte dello straniero nel porsi dei traguardi ”. Si sente fortunata perché le sorelle e suo compagno le sono stati di grande aiuto.
Ha vissuto per tre anni a Bruxelles dove il compagno è stato trasferito per lavoro, e insieme hanno condiviso l’essere stranieri in un altro paese. Osservando il compagno ha capito che spesso gli stranieri si pongono da soli degli ostacoli perché si sentono inferiori. D’altra parte afferma che il pregiudizio più grande verso gli stranieri è quello di pensare che provenendo da situazioni difficili si è più portati a fare cose sbagliate: il carattere e il cuore delle persone prescinde dalle esperienze negative. Oggi è una donna felice, le difficoltà le hanno fatto capire che può contare sui suoi cari. Sua mamma, nonostante la distanza, coglie sempre l’occasione di venire in Italia per dare una mano con le bambine. Una storia a lieto fine? “Sicuramente è stato difficile incontrare un equilibrio. Diventare mamma significa cambiare priorità e desiderare stabilità anche economica, serenità, ed alcune cose passano in secondo piano. Il dubbio che ogni straniero si pone è se ha fatto la scelta giusta e come sarebbe stata la propria vita se si avesse preso un’altra strada”, ma Mirela adesso non ha più questo dubbio. Ha invece un piccolo sogno nel cassetto: le piacerebbe fare un viaggio per tutta la Romania, quasi un “ritorno alle radici” anche per far conoscere da vicino alle bambine il suo paese.
Ania Tarasiewicz
(27 agosto 2015)
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