Louie Ann: dalle Filippine al MedFilm Festival per raccontare la realtà

Louie An Malazan Infomigranti
Louie Ann al lavoro durante un evento seguito per Infomigranti. Tra i suoi sogni nel cassetto, quello di realizzare il “suo” documentario.

Tra i giurati Piuculture al MedFilm Festival di quest’anno c’è anche una recente conoscenza del giornale. Studentessa, modella, ponte fra l’Italia e le Filippine, Louie Ann Malazan – per gli amici L.A. – è stata, per la redazione del giornale, prima di tutto brillante partecipante alla prima edizione del laboratorio di giornalismo per stranieri Infomigranti.

Sguardo vivo e tanta voglia di raccontare il mondo: questo emerge dalle parole e dagli articoli di L.A.. Sarà per questo che per lei “la chiamata per la giuria popolare di Piuculture è stata una piacevole sorpresa”. In questi giorni vive una full immersion tra i film in concorso, con “occhi attenti oltre lo schermo” per cogliere aspetti della cultura, della società e della tecnica dietro la pellicola. “Un bell’impegno”, conclude.

“Il festival lo conoscevo solo di nome, un po’ per mia ignoranza ma anche perché non c’è molta pubblicità a riguardo, ed e’ un peccato”, racconta. Eppure l’amore per il cinema la accompagna da sempre, anche grazie alla passione di suo fratello per i documentari, oggi divenuta un po’ anche sua: “è come vedere nella forma più pura la realtà“. Una caratteristica, quella della rappresentazione del reale, che accomuna il cinema ad un’altra arte visiva che L.A. ama molto: la fotografia.

“Una delle pellicole che mi ha fatto scattare la molla e’ il film-documentario The salt of Earth – Il sale della Terra, dedicato al fotografo Sebastiao Salgado. Da lì ho iniziato a vedere la fotografia con più profondità, ho capito che in qualche modo c’e’ una forma di narrazione silenziosa, che attraverso la propria creatività si può dare corpo, occhi, voce e memoria e renderla dinamica”, racconta. E dove c’è la passione, non mancano i sogni: uno fra tutti? Girare il suo documentario: “mi piacerebbe poter ricreare o creare il cinema attraverso frammenti della realtà e farla percepire nella sua totale semplicità. Questo per me è il documentario”.

Chiunque sia entrato in contatto con la comunità filippina di Roma non può non aver notato l’incredibile creatività che emerge ad ogni manifestazione: sfilate di moda, concorsi canori e di bellezza, talent show. Naturalmente non è un caso: nella comunità sono moltissimi gli attori e i registi che utilizzano occasioni del genere per far emergere il loro talento, fino ad arrivare a volte in vetta, come nel caso di A tutto tondo, il cortometraggio scritto e diretto da Andrea Bosca parzialmente girato con rappresentanti della comunità filippina di Roma.

Ecco quindi che se le chiedi di raccontarti qualcosa del cinema della sua terra d’origine, Louie Ann non ha dubbi: “i Filippini sono abituati a produrre film per il mercato locale, e le istituzioni e il Governo non sono molto d’aiuto per renderlo visibile in occidente. La buona notizia è che negli ultimi dieci anni c’è una presenza costante di film prodotti nelle Filippine nei Festival internazionali come quello di Cannes o di Venezia”, spiega. Un esempio? “Brillante Mendoza. Il suo Taklub racconta da vicino i sopravvissuti del super tifone Yolanda del 2013, e per come siamo fatti noi filippini, questo è un grande orgoglio”.

Certo, nell’esperienza di giurata MedFilm Festival per Louie Ann c’è molto di più di una discussione sui film in concorso: “ho tante aspettative positive, dal conoscere tanti giovani dell’ambiente all’imparare e capire da vicino un’altra forma di interculturalità”.

Sempre con un occhio, naturalmente, ai sogni nel cassetto.

Veronica Adriani

(4 novembre 2015)

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