Il tifo ucraino al Mundialido 2016: fra sport e patriottismo

La finale del Mundialido 2016 torneo di calcio per stranieri a Roma tra Ucraina e Capo Verde
Un’immagine dagli spalti dell’Ucraina. Nell’aria si sentiva la frenesia dei tifosi e la voglia di assistere al secondo trionfo della squadra del cuore.

Il 30 giugno l’impianto sportivo Atac-Cotral nel quartiere Marconi di Roma ha vissuto una vera esplosione di emozioni in una competizione sportiva in cui le squadre l’Ucraina e il Capo Verde si contendevano il trofeo di calcio per stranieri Mundialido 2016. Il secondo incontro in una finale: nella passata edizione, infatti, le due si erano affrontate in una competizione che aveva visto la squadra europea trionfare.
Nella tifoseria ucraina tanti si salutavano e si conoscevano fra loro. Negli ultimi tre anni, dopo la Rivoluzione della Dignità a Kiev e la successiva guerra nella regione orientale del Donbass, la comunità ucraina si è mobilitata intorno a raduni politici e all’attività di volontariato. Ogni occasione è diventata buona per manifestare la loro voglia di pace, il dissenso all’aggressione russa e la voglia di percorrere il cammino verso la democrazia.
Tre donne si sono conosciute cosi, partecipando attivamente a queste attività.
Luba, da 16 anni in Italia si occupa del trasporto di bambini disabili per il Comune di Marino. “Vogliamo mostrare a tutto il mondo che l’Ucraina è una nazione forte. Ci siamo conosciuti durante il periodo di Maidan e ci siamo unite in un movimento di volontariato con una idea comune: contribuire al bene dell’Ucraina. Per questo lavoriamo all’organizzazione di eventi di beneficienza e festeggiamo insieme le feste nazionali e religiose”.

La finale del Mundialido 2016 torneo di calcio per stranieri a Roma tra Ucraina e Capo Verde
Elena Genik ha un’esperienza d’immigrazione più lunga rispetto a molti altri suoi connazionali. è  arrivata in Italia 26 anni fa, lavora nel settore della ristorazione e si sente parte della comunità “nel cuore e nel sangue”. “Vengo a tutte le manifestazioni quando mi è possibile. Ogni domenica i nostri rappresentanti fanno raccolte di beneficienza per i bambini bisognosi o per i soldati feriti in guerra. Oggi tifiamo per la vittoria della nostra squadra”.
Viktoria Shevchenko è mediatore interculturale, viene da una citta al centro dello scenario di guerra – Lugansk – e si sente in dovere di contrastare la situazione difficile con la sua attività di volontariato. Quest’anno è venuta quasi a tutte le partite del Mundialido. “La squadra ucraina ha vinto ogni volta, spero che anche stasera sia vittoriosa. So che la squadra di Cabo Verde è molto forte. L’anno scorso la battaglia è stata molto dura”.
Mykhailo è venuto alla partita con un tamburo enorme. È “il dirigente” della tifoseria che dà ritmo alle emozioni. Vive Italia da 15 anni ed è idraulico. “Sono orgoglioso per i nostri sportivi. Loro ci mettono il cuore nel gioco. La loro motivazione principale è il prestigio dell’Ucraina. I ragazzi sono tenaci e meritano la vittoria anche quest’anno”.

La tifoseria ucraina, vestita nei colori nazionali ha posto in tribuna una bandiera, lunga una decina di metri.
La tifoseria ucraina, vestita nei colori nazionali ha posto in tribuna una bandiera, lunga una decina di metri.

Si sente il fischio iniziale e lo stadio si riempie di canzoni patriottiche, filastrocche dei tifosi. Il battito del tamburo è allineato al battito del cuore. Il primo gol ucraino apre il conto della partita, aumentando l’entusiasmo sulle tribune.

La partita finisce con 1 a 1. Si passa alla lotteria dei rigori, dove ogni sbaglio può diventare fatale. La lunga battaglia giocatore-portiere finisce 9 a 8. L’Ucraina si porta a casa la coppa del secondo posto.
Dopo partita il difensore Iarik Zarivnyy condivide le sue valutazioni. “Il calcio è questo! La nostra squadra ha cercato di vincere, ma il vincitore può essere uno solo. Ci è mancato un pizzico di concentrazione. Ognuno di noi ha condiviso la battaglia e la responsabilità, lottando ogni minuto di gioco”.
Jurij Makarenko, difensore e giocatore più giovane della squadra, non riesce a nascondere la delusione, ma accetta il secondo posto con vero spirito sportivo. “La partita è stata emozionante sia sul campo sia sulle tribune. Noi sentivamo un grande sostegno dei tifosi e questo ci ha dato una grande carica”.
La squadra e la sua tifoseria si incontrano per una foto insieme. La preparazione, la giovinezza e l’approccio sportivo sono delle buone promesse per le future performance del calcio ucraino a Roma.

Foto di Gabriele De Bonfils, Antonio Fratticci, Sandra Fratticci, Giuseppe Marsoner e Marcello Valeri

Marianna Soronevych

(3 luglio 2016)

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