Intercammini, attraversando Roma e le sue realtà multietniche

Nella giornata di sabato 13 ottobre la Fondazione Intercammini ha organizzato una lunga passeggiata, che ha portato i partecipanti ad esplorare e conoscere quei luoghi in cui la città eterna incontra i sapori e gli stili di vita di tutto il mondo. Scarpe comode per andare e mente aperta per osservare. Dal Colosseo alle vie di Torpignattara, passando per i mercatini etnici dell’Esquilino, Roma è una realtà multiculturale strepitosa.
Intercammini ha organizzato nella giornata del 13 ottobre una passeggiata interculturale
Intercammini ha organizzato nella giornata del 13 ottobre una passeggiata interculturale

Storia di un’antica Roma accogliente

Si parte dal Colosseo, dove Davide Cavatrunci, studente di Scienze Storiche all’Università di Bologna, riporta i partecipanti indietro nel tempo, quando i concetti di conflitto e inclusione non erano antagonisti, ma due facce della stessa medaglia. “Sembra che il diritto di asilo sia stato inaugurato insieme alla nascita dell’antica Roma, quando lo stesso Romolo decise di estenderlo a tutti gli insediamenti vicini con il fine di popolare la città” spiega Davide, radunando tutti intorno a sé. Il racconto della guida si concentra sui vari modelli di integrazione durante l’impero romano, cura i dettagli e racconta gli aneddoti più curiosi. “La storia offre degli spunti importanti” aggiunge Cinzia Sabbatini, Presidente della Fondazione Intercammini, “Da questa dovremmo sempre imparare”.
I mercati dell'Esquilino
I mercati dell’Esquilino

Tra le diversità culturali dell’Esquilino

Ad oggi la multiculturalità è ancora uno degli argomenti più dibattuti. L’escursione continua verso Piazza Vittorio Emanuele, una delle realtà multietniche di Roma. È Anna Onorati, volontaria nell’Associazione Genitori Di Donato, a mostrare le bellezze del quartiere: “Qui la mattina alcune donne cinesi fanno ginnastica” spiega una volta raggiunto il parco nel bel mezzo della piazza, “là invece praticano il Thai Chi”. Il quartiere Esquilino è un’area molto vivace e ricca di diversità culturali: numerosi negozi dalle scritte arabe e cinesi occupano le vie e il profumo delle spezie si perde tra i colori accesi delle stoffe indiane dei mercati.
Sull’azzurro di un murales c’è una scritta che dice: “La diversità è elemento di vita”. È questo il leitmotiv della zona, e anche la Scuola Di Donato, parte integrante del quartiere, è sulla stessa lunghezza d’onda. La scuola infatti ospita numerosi bambini e ragazzi stranieri e il loro Istituto è un vero e proprio esempio di accoglienza. Le famiglie degli studenti si sono unite nell’Associazione dei “Genitori Di Donato” ed insieme portano avanti attività sportive, ricreative, culturali, e numerosi servizi per grandi e piccini. Qui il tour si ferma per la pausa pranzo, e Fatiha, segretaria ed insegnante di italiano per l’associazione, ha preparato piatti tipici del suo paese d’origine: il Marocco. “Fathia è un aiuto fondamentale per questa scuola” dice la Onorati, “ed è anche una gran cuoca” scherza.
Popy alla Scuola delle Donne di Torpignattara
Popy alla Scuola delle Donne di Torpignattara

Sentirsi “a casa” a Torpignattara

Dopo il pranzo il gruppo non si ferma e raggiunge il quartiere di Torpignattara, caratterizzato da un’assidua presenza di famiglie straniere, soprattutto provenienti dal Bangladesh. Qui ha sede il centro interculturale Miguelim dell’Associazione Asinitas, nato all’interno della scuola d’infanzia Carlo Pisacane con le madri degli alunni di origine straniera. Il Centro ha come obiettivo quello di contrastare l’isolamento delle donne migranti e costruire insieme a loro nuove pratiche di convivenza multiculturale. “Per noi non è soltanto una scuola” ha detto Nasrin, che insieme a Popy studia italiano nel centro, “per noi qui è un po’ come sentirsi a casa”.
Nasrin, Popy e Behts, responsabile del Miguelim, accompagnano i visitatori a conoscere questa piccola realtà. I corsi a cui queste madri possono partecipare sono tantissimi. Popy mostra alcune foto scattate l’anno passato, dopo aver frequentato un laboratorio di fotografia: “Questo è il posto del mio cuore, l’ombra degli alberi mi rinfresca l’estate quando non riesco più a sopportare il caldo” spiega, “La scuola delle donne è come una scala che ti fa salire sopra fino ad arrivare a toccare i tuoi sogni!”.

Con i ragazzi di Casa Scalabrini

Questa lunga giornata si conclude con l’ultima tappa a Casa Scalabrini 634, dove alcuni rifugiati e richiedenti asilo, una volta terminato il percorso negli SPRAR, hanno trovato accoglienza. L’ospitalità in Casa Scalabrini è la parola d’ordine e ad attendere il gruppo è un delizioso aperitivo con cibo e frullati di frutta rinfrescanti. Rita Urbano, assistente sociale, fa da padrona di casa ed invita tutti a sedersi, rilassarsi e fare due chiacchiere. Italiani e stranieri si sono mescolati in un unico salotto, ed hanno condiviso cibo, storie e racconti di ogni tipo. Senza separazioni e senza pregiudizi.
Francesca Mahmoud Alam(17 ottobre 2018)
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